Campagna elettorale: ombre inquietanti

di Franco Astengo (con una noticina della piccola redazione “bottegarda”)

CAMPAGNA ELETTORALE: OMBRE INQUIETANTI SULL’APPARIRE IN LUOGO DELL’ESSERE

L’assassinio del giornalista Jan Kuciak che indagava sugli affari della n’drangheta in Slovacchia (pare roba di fondi europei) getta un’ombra sinistra anche sulle delocalizzazioni che certe multinazionali stanno attuando dall’Italia alla stessa Slovacchia, negli ultimi tempi meta preferita: fra questi il caso “Embraco”, ma in questi giorni anche quello Asset, ad Altare in provincia di Savona.

Nessuno o quasi, in questa Italia nella quale il residuato di ceto politico autonominatosi in carica pensa a distribuirsi qualche spoglia, sembra prestare attenzione a fatti di questa gravità inaudita: anche perché ci si trova di fronte alla drammatica materialità delle cose e la maggior parte dei nostri aspiranti al governo preferisce starne al riparo, cercando semplicemente di vendere i prodotti che stanno sul proprio banchetto delle illusioni.

In realtà tutti sanno che il vero potere non sta nel sedersi in una tanto agognata poltrona da ministro ma da qualche altra parte.

Il potere forse non sta neppure in qualche segreta stanza di Bruxelles o Francoforte o nella sede di qualche multinazionale o club o circolo esclusivo. Probabilmente si dovrebbe cercare in qualche luogo occulto (che qualcuno però conosce) in cui si consulta come manuale un certo documento redatto nel lontano 1975. Un documento ancora attuale, i cui dettami sono portati avanti da fedeli e feroci esecutori. Nessuna “teoria del complotto” beninteso ma semplice analisi dello spostamento di poteri in una Nazione storicamente “a sovranità limitata” e fondata sull’altrettanto storica doppiezza dell’apparato statale come l’Italia.

Pur tuttavia, indifferenti a questo tipo di analisi i presunti protagonisti della nostra vita pubblica appaiono tutti protesi a rimirarsi l’ombelico.

La campagna elettorale si così sviluppata proprio sulla base di quel motto di cui si è tante volte scritto: “Apparire in luogo dell’essere”.

In siffatta guisa si è cercato di spacciare il ludo cartaceo previsto per il 4 marzo come l’occasione per decidere il futuro governo del Paese: nel compiere questa operazione si è sfiorato non solo il ridicolo (abbondantemente raggiunto) ma le stesse regole costituzionali.

Quelli del M5S che spediscono per mail al Presidente della Repubblica la lista dei ministri rappresentano la quintessenza di questa vera e propria “voluttà del sembrare, dell’essere e non essere”, di una vera e propria “fiera delle vanità”.

I 5 stelle non sono stati i soli su questo terreno.

Abbiamo anche avuto occasione di osservare chi ha addirittura proposto di indire referendum su singoli articoli della Costituzione (non si è capito di quale tipo).

Al di là delle promesse mirabolanti di questo o di quello, è mancata – ad esempio – la capacità di affermare, con chiarezza, una operazione di verità che dimostrasse come si andrà a votare con una legge ancora una volta collocata fuori dai termini costituzionali: una formula elettorale che impedisce all’elettrice e all’elettore di scegliere il proprio rappresentante tra quelli proposti (ricordiamo la “grande rissa” al momento della scelta delle posizioni in lista come vera e propria cartina di tornasole del meccanismo di sottrazione della scelta al cittadino/a votante) e che prevede addirittura il trasferimento del voto da una lista all’altra, al di fuori dall’indicazione data dal voto espresso sulla scheda.

Questi sono i risultati, di vera e propria deflagrazione istituzionale, di decenni di “pensiero unico” di “vocazioni maggioritarie”, di politica affidata ai padroni delle TV, di “primarie”, di vaffa.

Alternative (tanto per chiudere rapidamente)?

Una sola: costruire una rappresentanza politica dell’opposizione fondata sulla materialità delle sofferenze patite dai ceti maggiormente sottoposti alla ferocia del ciclo capitalistico nel senso di disuguaglianze, privazioni, sottrazioni di condizione economica, diritti, status sfruttamento, precarietà di lavoro e di vita.

Una rappresentanza politica che, però, se riuscirà nell’intento di dimostrarsi consistente massa critica e non espressione di rivoli dispersi, ha l’obbligo di formarsi come “potere costituente”, cioè come visione alte aggiungo che anche noi crediamoxxxxo mi pare, a questo punto, non si possa scrivere o parlare.

UNA NOTA – E UN DUBBIO – DELLA REDAZIONE

In “bottega” le elezioni non hanno trovato gran spazio: un po’ per scelta della nostra piccola redazione e un po’ perchè il “banchetto delle illusioni” sempre più si sputtana da solo. Con tre eccezioni:  4 marzo: il voto, il vuoto e dopo ovvero “Il povero db davanti all’urna: posso raccontarvi i miei “dolori” e la scelta finale?” (con molti e accesi commenti); la “profezia” (del 16 gennaio) di Salvatore Pallida Elezioni: sul terrorismo contro gli immigrati… (… d’accordo destra, M5S ed ex sinistra); e Nell’urna ricordiamoci la mappa delle guerre italiane in corso e… (… la vocazione neocolonialista degli ultimi governi «Per una campagna elettorale pacifista in nome del mai rispettato articolo 11 della Costituzione repubblicana») pure di Franco Astengo. Parlando a nome di gran parte della redazione, aggiungo che anche noi crediamo poco (o zero) ai complotti: quasi tutte le tattiche e strategie politiche dei Palazzi (delle troike e banche, dell’1 per cento, del “nemico di classe” come preferite) sono “alla luce del sole”  – seppure coperte di parole bugiarde – per chi voglia vederle. Per questo incuriosisce il riferimento (che abbiamo evidenziato noi in neretto) di Franco Astengo a “un certo documento redatto nel lontano 1975″. Il primo nome che viene in mente è la TRILATERALE, in teoria “un gruppo di studio” – o think tank, se amate l’inglese – nato nel 1973. Chiediamo a Franco Astengo se il riferimento era a quello e a che documento pensava. Per aprire una discussione che potrebbe essere (e non solo storicamente) interessante. [db]

LA VIGNETTA è di Mauro Biani.

Redazione
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2 commenti

  • Franco Astengo

    No non pensavo alla Trilateral ( i documenti dell’epoca sono datati e riferiti al compromesso storico). Il riferimento è al Documento di Rinascita Nazionale della P2 di Licio Gelli. Documento i cui contenuti sono già stati in bgran parte realizzati, altri che dovevano essere posti a compimento sono stati respinti dal voto popolare sia nel 2006 quando li propose il centro destra,sia nel 2016 quando li propose il PD. I cintenuti di quel documento rimangono comunque incombenti e la filosofia politica che li aveva ispirati ben presente nelle azioni di soggetti rilevanti sulla scena politica italiana. Mi auguro di aver chiarito. grazie per la vostra attenzione Franco Astengo

  • ma scusate perché invece di perdersi … non si cerca di capire bene cosa è successo col processo di transizione dall’assetto economico, sociale, culturale e politico dal 1945 agli anni ’70 e dopo con il triondo del neoliberismo … ossia il passaggio da un capitalismo in buona parte di stato e per il resto delle grandi famiglie il tutto governato da partito-stato con ausilio di sindacati e chiesa -nonchè servizi stranieri e italiani che non hanno risparmiato stragi- a un assetto di un capitalismo esternalizzato o transnazionale, uso a paridis fiscali, economie sommerse, corruzione ecc, lasciando una classe politica totalmente fatiscente, inetta e capace solo di disgustare anche i topi di fogna … ma che ha trascinato nella deficenza mentale buona parte della popolazione …
    riflesso emblematico di tutto ciò : la maggioranza dell’academia e intelligentsia italiana è indigenza intellettuale …

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