Canapisa 2019: prima ci ignorano, poi…

ci combattono e alla fine vinciamo

di Enrico Fletzer

Per la stampa locale – notoriamente reazionaria quando si parla di “droga” – la manifestazione antiproibizionista di sabato 18 maggio sarebbe stato un mezzo flop con 3000 presenze fluttuanti mentre la contro-manifestazione di 300 persone spalleggiate dal presidente del Parlamento Europeo, da San Patrignano, da Lega e fascisti avrebbe marcato la vittoria della città mobilitata a senso unico contro gli stranieri e il degrado.

Dei difetti del movimento si può sempre parlare e anche del fatto che su milioni di consumatori si presentino in piazza sempre i giovanissimi mentre gli altri avrebbero capito che è meglio godersela in privato, quando possibile. Coltivando l’italica virtù per eccellenza, l’ipocrisia di un Paese dove la prostituzione papale ha fatto ovviamente scuola anche a sinistra.

Se a questo aggiungiamo le chiusure mentali il cerchio si chiude e il black out diventa completo anche considerando la scarsa propensione a vincere le cause giuste e possibilmente maggioritarie (una delle cose che mi ha sempre incuriosito del movimento antiproibizionista italiano e in generale dell’area antagonista). Anche se poi bisogna girare la testa e fare sani tufi nella realtà, come mi è successo sabato a Pisa dove ho anche capito la distanza dalle organizzazioni partitiche e che occorre cercare sintesi per evitare di lasciare una bella città come Pisa in mano alla Vandea.

Si tratta di superare un difetto tipico della sinistra che non brilla quasi mai per scatti pro-attivi ma procede sempre in termini difensivi, poco reattivi rispetto alle iniziative devastanti delle classi dirigenti.

Anche per questo le iniziative di Matteo Salvini contro le quali si stanno svegliando quasi tutti ha riguardato solo in minima parte la questione della guerra alle droghe che continua nel nostro Paese e particolarmente in Toscana dove la repressione anti-cannabis è assai virulenta.

Ne è stato un ulteriore esempio Canapisa 2019, con la 19esima manifestazione itinerante vietata da una inedita alleanza fra Salvini, Tajani, Fratelli d’Italia, San Patrignano e altri soggetti tutti intenti ad attaccare “gli stranieri” accusati di ogni.

Anche grazie alle corrispondenze di una emittente locale – riprese su alcuni siti – si può tranquillamente bollare l’iniziativa delle destre (da Salvini a Tajani con l’assenso del PD) come una manifestazione ignorante dal sapore terroristico.

I giornali hanno gongolato per il relativo isolamento del concentramento di Canapisa di fronte alla stazione centrale ma dimenticano come i proibizionisti, ripresi dalle tv locali, abbiano commesso un errore veramente madornale. Raccontare le loro stupidaggini e la loro intenzione di continuare una guerra persa in partenza come la war on drugs è veramente un auto-goal e li espone inevitabilmente alla sconfitta. Finora stavano zitti e brontolavano tramite il PD. Ora si devono profilare quando la consegna era fino a poco tempo fa ignorare le “istanze progressiste” e la necessaria rivisitazione delle politiche sulle droghe ora rilanciate perfino dall’Organizzazione mondiale della Sanità.

Dopo anni di tolleranza repressiva da parte dell’amministrazione di centro-sinistra, il sindaco leghista e gli elementi “medioevali” pur presenti da sempre nella città di Galileo Galilei sono finalmente usciti allo scoperto con argomentazioni farneticanti. Il sindaco Michele Conti assieme a Salvini ha fatto della proibizione della canapa una questione di vita o di morte. Avrebbe a tutti gli effetti fatto il suo tempo (anche dopo il suo fantozziano intervento ai Cantieri navali). Ma purtroppo gli si dà spazio…

Come ricordava un manifestante l’unica cosa che accomuna Salvini alla cannabis e che veramente piace ai ragazzi è il momento in cui si trovano a testa in giù.

Nel frattempo il brutto film che abbiamo visto a piazza Vittorio Emanuele, a pochi metri di distanza dallo storico dipinto murale di Keith Haring, sembra ricalcare la storica frase di Gandhi: «prima ci ignorano, poi ci combattono e alla fine vinciamo»… Sempre che si voglia vincere ma questa è un’altra storia.

 

Redazione
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