Canto dell’Argonauta

da: Prima Strofe – Versi Sghembi

Tra tutte quelle incluse nel Canto dell’Argonauta questa che presento per i lettori del Blog (molte altre ne troverete all’indirizzo:
http://miglieruolo.wordpress.com/)
è la più in armonia con la vocazione fantascientifica che mi muove.

Vittorio Fabrizio ne utilizza il modulo, modulo che platealmente si indirizza all’universo materiale, per offrirsi l’opportunità di guadagnare inflesisoni nuove in quello spirituale. L’estremo Cosmico, con i suoi spazi Vanvogtiani senza fine e senza principio, utilizzato per arrivare a quello interiore, inizio e fine dell’umano.
Lo scopo non è l’immanente, ma l’esistenziale.
Mauro Antonio Miglieruolo

IX
La mia Itaca è dietro le stelle,
a mille migliaia di anni luce,
sospesa nel suo drappo azzurro,
fra il doppio universo del Cigno
e il mondo bizzarro del Sombrero.
Nessuno può conoscere la mia patria,
solitario rifugio della mia solitudine,
sovrumano caleidoscopio di astri immani.
Là lievita il mio amore per un fiore;
per un cane che guarda con la testa obliqua;
per una donna necessariamente infedele;
per il dolore ricorrente della terra.
Là si accordano le note disarmoniche
del mio tacito concerto interiore;
là mi ritrovo monarca dei miei dominii ribelli.
Alla luce immobile e fredda
di mitiche galassie alla deriva del cosmo,
inseguo forme evanescenti di pensieri,
barlumi residui della mia coscienza di uomo.
E la risacca del nero mare del nulla
lambisce i miei piedi quietamente.

Vittorio Fabrizio

Chi è Vittorio Fabrizio? Riporto integralmente qui sotto la prefazione che ho inserito in occasione della prima sua poesia pubblicata nel mio blog.

Un Poeta tutto suo

Da questo lunedì 7 novembre 2011 riaccendo la categoria “Il lunedì dell’Angelo” dedicata alla poesia e spenta a causa di impedimenti patafisici. La accendo con un autore la cui singolarità è già espressa nell’intitolazione.

Dal prossimo lunedì e per parecchie settimane continuerò a presentare quelle che nella raccolta mi sembreranno più belle.

Con l’autore, un amico, condivido la vocazione di Cincinnato, ch’egli continua a coltivare e che in me si è esaurita per cause di forza maggiore (incerte condizioni fisiche). Condivido anche l’amore per ciò che è bello e, di là dalle opinioni ideologiche e politiche, per ciò che è giusto e ciò che è eticamente corretto.

Da qui in poi però le strade si dividono. Perché Vittorio (cognome Fabrizio) ha impregnato la sua modernità d’arcaicismo e io invece di aspirazione al futuro. In me il passato è nostalgia, in lui è sempre presente. E’ vivo, è attuale. Non però un passato che rimane tale. Un passato infinitamente lavorato da un uomo presente nel presente. Un passato costretto quasi a indossare panni che non gli appartengono e che pure gli cadono addosso alla perfezione. Tanto per intenderci Vittorio Fabrizio non compie la medesima operazione che Don Chisciotte compie in ossequio a Cervantes (o Cervantes inventa per lui); l’azione non comporta anacronismi, ma produce un pieno di passato che, donato al preoccupante vuoto del presente, gli offre la possibilità di diventare godibile e persino allettante (qui però la conoscenza che ho dell’uomo potrebbe forse aver fatto agio sulla tensione verso la conoscenza propria al critico.

Ho usato la parola “costretto”, in realta Vittorio non usa mai forzare i suoni che adopera. Non vi è costrizione, ma direi quasi “persuasione”. Piega il verso al significa da esprimere. Perché egli sente ciò che dice.

Confesso che a volte è riuscito a farlo sentire anche a me. Non più questioni di tempo in mezzo, ma l’emozione di un’immagine che si fa strada dietro le parole.

Spero riusciate anche voi a provare le medesime emozioni.

Mam

Vittorio Fabrizio è nato sessantadue anni fa a Picinisco, suggestiva località immersa fra i monti del Parco Nazionale d’Abruzzo, e vive a Roma. Da sempre appassionato di belle lettere, qualche sua lirica e alcune novelle sono presenti in raccolte antologiche. E coautore di un libro su usi, costumi, tradizioni e atmosfere del suo paese di nascita. Compone versi e commedie in vernacolo. Nel 2005 è stata pubblicata la raccolta di racconti Anaxeros (Il Filo). Ha due figlie meravigliose ed è pure laureato in Giurisprudenza e in Lettere Classiche, circostanza quest’ultima della quale non si vergogna minimamente. Ammette anche senza imbarazzi di essere stato Commissario Capo di Polizia nei difficili anni dal 1969 al 1978. Un paio di volte nel corso delle manifestazioni mi ha fermato per salutarmi con la sua solita espansività, provocando la curiosità di coloro che mi conoscevano; e, stranamente, nessuna diffidenza nei miei confronti. Trattandosi di un uomo equo, attento esclusivamente ai propri doveri, si è trovato varie volte a disagio nel riceve “istruzioni” non in armonia con gli stessi. Ritengo sia stato questo il motivo che l’ha indotto a andarsene per assumere incarichi di più alta redditività e molto meno lavoro quale dirigente della Società Italcable e, infine, della Telecom Italia.
Miglieruolo

Miglieruolo
Mauro Antonio Miglieruolo (o anche Migliaruolo), nato a Grotteria (Reggio Calabria) il 10 aprile 1942 (in verità il 6), in un paese morente del tutto simile a un reperto abitativo extraterrestre abbandonato dai suoi abitanti. Scrivo fantascienza anche per ritornarvi. Nostalgia di un mondo che non è più? Forse. Forse tutta la fantascienza nasce dalla sofferenza per tale nostalgia. A meno che non si tratti di timore. Timore di perdere aderenza con un mondo che sembra svanire e che a breve potrebbe non essere più.

  • Miglieruolo devo “confessare”(visto l’ambito…) che non è che ti ho ben compreso…cmq ho parlato con un tuo editore ed a febbraio avremo possibilita di comprender meglio alle presentazioni che stiamo organizzando a Roma e Tuscania…

  • Hai letto Metamorfosi? E Arrivano (nonostante la lunghezza)?
    Di loro mi interessa molto di più sapere cose ne pensi… più facile dare una spiegazione…
    Per il resto, tutto bene?
    Mam

  • Certo che mi è arrivato,ma come ti ho scritto amme me piace sentir l’odore della carta…leggere sfogliando e perfino mettendo le “orecchiette” al libro.. me lo donerai quando faremo il prossimo anno(sembra tanto ma manca un mese e poco piu) le presentazioni a Roma e Tuscania:non mi chiedete ve ne prego…di leggere sul pc… posso al maximo spilluccherare:ma il racconto uno due tre e quattro me lo sono stampato e me lo gaudio in ospitale che saro venti giorni a girarmi i creapopoli… Pero’ ne vale la pena che poi aricomincio a correre… Vi abraccio e se da lunedi non ci saro’ per qualche giorno la colpa è dell’anestesia…

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