Capodanno: basta con i botti

Lettera aperta di Doriana Goracci. A seguire un appello rilanciato da Vito Totire

 

Capodanno: lettera aperta a Giuseppe Conte e ai sindaci

di Doriana Goracci (*)

Fu di 204 feriti, di cui 38 ricoverati, il bilancio per i festeggiamenti di Capodanno 2020: tra i feriti anche molti minori, ben 43. Furono sequestrati lanciarazzi, armi comuni da sparo, munizioni e polvere da sparo, 72mila chili di manufatti pirotecnici e più di 100mila pezzi di articoli pirotecnici di varia natura.

Per festeggiamenti religiosi, con botti in pieno giorno, dovetti chiamare la guardia medica, sembrava una guerra , inutili gli appelli scritti in cui pregavo di mettere fine alla sequela degli spari…

Ad esempio, il 12 dicembre appena passato il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, ha emanato un’ordinanza con la quale dispone dal 24 al 25 dicembre 2020 compreso e dal 31 dicembre 2020 al 1° gennaio 2021 compreso, “il divieto assoluto su tutto il territorio comunale di accensione, lancio e sparo di fuochi d’artificio, mortaretti, petardi, bombette e oggetti simili… La violazione dell’ordinanza comporta l’applicazione delle sanzioni amministrative di importo compreso da 500 a 5 mila euro, oltre al sequestro del materiale pirotecnico utilizzato o illecitamente detenuto e la successiva confisca, fatte salve, inoltre, eventuali e ulteriori sanzioni penali e amministrative disposte dalla normativa vigente…Anche se i botti sono una tradizione consolidata si è sempre più diffusa una sensibilità che ne riconosce i rischi immediati, nonché il fastidio che loro provocano in alcune fasce più sensibili e fragili della popolazione e negli animali da compagnia. Una misura di contenimento è quindi necessaria, ancor di più quest’anno anche per evitare ogni possibile incoraggiamento ad aggregazioni ed assembramenti”.

Quest’anno vorrei che non esistesse alcuna possibilità di mettersi alla finestra in balcone sul terrazzo per sparare, dal momento che per strada a una certa ora nessuno ci potrà stare, salvo le legittime eccezioni. Basta.

Auguri a chi crede nel Concertone della nonviolenza, non solo a parole ma a fatti: ci si può rallegrare festeggiare e gioire e sperare in un anno migliore, senza danneggiare persone cose ed animali, tantopiù quest’anno. Sappiamo anche che non bastano le parole, ci vogliono ordini multe divieti, come se qualcuno volesse fare un sorpasso mortale. Vanno fermate tutte le stupide ignoranti incivili non tradizioni: l’ Italia sa proporre di meglio e lo sa fare.

Musica dai balconi, buoni sapori di casa, sereno 2021 e grazie per l’attenzione.

QUI IL VIDEO: https://youtu.be/ese942oRc6c

(*) preso da www.agoravox.it

BOTTI E FUOCHI ARTIFICIALI : LA COAZIONE A RIPETERE E’ PERSINO COVID-RESISTENTE ?

di Vito Totire (*)

2020-2021: è arrivato davvero il momento di dire basta!

A Vienna ancora nei primi decenni dell’800 si sparavano cannonate con la presunzione che la polvere da sparo nell’aria contrastasse la diffusione del colera; erano tempi in cui alcuni scienziati caldeggiavano la teoria epidemista (diffusione dell’agente patogeno – ancorchè sconociuto – attraverso l’aria).

L’anno scorso abbiamo lanciato il “solito appello” contro i fuochi artificiali ai cittadini, ai decisori politici e ai sindaci. Qualche sindaco ha condiviso le nostre ragioni ma il bilancio finale non è stato soddisfacente : centinaia di feriti, diversi casi di amputazioni di dita, un giovane morto nella regione Marche, danni inestimabili alla qualità dell’aria e del suolo.

Anche dove vigeva un veto del sindaco l’uso dei botti non è stato azzerato; a Bologna un ristorante “attirava” clienti promettendo fuochi artificiali nonostante il veto del sindaco. In un anno, nonostante le reiterate richieste di informazioni, non sappiamo se gli organi ispettivi comunali abbiano fatto accertamenti e con quali risultati. Da tempo ci era chiaro che la rincorsa “sindaco per sindaco” non era molto soddisfacente dal punto di vista ergonomico anche se comunque utile visto che quantomeno il sindaco è il decisore politico più vicino a cittadini. Come detto alcuni hanno risposto al nostro appello mentre altri non avevano bisogno di essere sollecitati in quanto già condividevano la nostra istanza.

Oggi è “sorprendente” come – pur a un passo dal “crampo da dpcm” – il presidente del Consiglio non abbia pensato al veto. Né al veto abbia fatto alcun accenno il sindaco di Bari, presidente dell’Anci, nè i presidenti delle Regioni (vezzosamente definiti “governatori”).

Eppure oltre ad essere una consuetudine inquinante, pericolosa per l’ambiente e per la salute, OGGI L’USO DEI BOTTI E DEI FUOCHI DIVIENE ANCORA PIU’ ASSURDO ALLA LUCE DEI RISCONTRI RIGUARDANTI IL NESSO FRA INQUINAMENTO DELL’ARIA E DIFFUSIONE DEL VIRUS.

Va sottolineato che a proposito del tema “fuochi/roghi e affini” dobbiamo registrare la lamentela di nostalgici che a Bologna (hanno avuto spazio presso il quotidiano la Repubblica) dichiarano il loro rammarico per l’accantonamento del rito del rogo del Vecchione per il 31 dicembre: una boiata più che un “rito”, di incerte origini che si traduceva di fatto in uno smaltimento abusivo di rifiuti consumato coram populo…in piena sintonia col modello borbonico “festa, farina e forca”…

CI VOLEVA IL VIRUS per accantonare una combustione illegale di rifiuti in piazza? Vedremo cosa succederà il prossimo anno a virus “passato”.

FATTE QUESTE PREMESSE: siamo in ritardo.

Orridi ordigni sono già sugli scaffali dei più sperduti supermercati italiani: costano fino a 25 euro (a quanto abbiamo constatato noi…) di fabbricazione cinese o albanese con importatori nostrani (ad esempio I RAZZI GROUP DI CESENA).

E’ evidente che sia ridicolo consentirne la commercializzazione e porre divieti qua e là, disomogenei anche tra Comuni confinanti … e ovviamente spessissimo è accaduto che da un Comune a quello confinante si passasse da divieto rigido a parziale e a liceità d’uso: UNA SITUAZIONE GROTTESCA ANCHE SE – PURTROPPO -TIPICAMENTE ITALIANA. Un sindaco lombardo l’anno scorso affermò: «nessun divieto , tanto è inutile». Siamo allo sbando.

E’ ora di dire basta:

  • Vogliamo silenzio, rispetto delle persone, degli animali e della qualità dell’aria e del suolo
  • Vogliamo prevenzione degli infortuni (le nuove tecnologie comportano maggiore uso di nanoparticelle che aumentano il rischio di esplosività) e dei danni alla salute (asma, allergie ecc.)
  • Divieto immediato di fabbricazione, importazione, commercializzazione
  • Divieto d’uso su tutto il territorio nazionale… e mondiale
  • Non è bastato neanche il virus !?

Nelle more di un improbabile sprazzo di lucidità (è sufficiente una piccola dose di realismo e di buon senso) da parte dei decisori politici un appello ai cittadini.

Ma c’è davvero chi vuole davvero buttar via 30 euro per inquinare (poi con l’aria che tira)? Comunque invitiamo tutti a “interloquire” con i sindaci delle proprie città, a volte rispondono.

I promotori di questo testo-appello sono “Quelli dell’anno scorso” (quando non c’era covid 19) più altri… in arrivo.

(*) Vito Totire, portavoce della «Rete per l’ecologia sociale».

Quella contro i fuochi artificiali – pericolosi e inquinanti – è una lotta in cui la “bottega” è da molti anni impegnata, grazie soprattutto alle denunce e proposte di Vito Totire. Se cliccate su Fuochi artificiali: è ora di smettere trovatel’appello dell’anno scorso. Ne riparleremo.

LE FOTO SONO DI VITO TOTIRE. LE ALTRE DUE IMMAGINI – prese in rete – SONO STATE SCELTE DALLA “BOTTEGA”

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

5 commenti

  • Totalmente d’accordo:
    BASTA CON I BOTTI!!!!!!!!!

  • Giuseppe Lodoli

    Giusto. Se si rischia bisogna farlo per una buona causa.

  • Tra i sindaci dell’Unione valli Idice e Savena contattati personalmente ha risposto il sindaco di Loiano: ordinanza divieto dal 27 al 6 gennaio; tra le motivazioni una pertinente e contingente: evitare che qualcuno abbia persino bisogno di dover ricorrere al pronto soccorso (a Loiano c’è un “piccolo” ma insostituibile ospedale);
    come abbiamo detto noi optiamo per un bando nazionale totale dell’uso ma anche della fabbricazione/importazione/commercializzazione;
    le ordinanze locali-visto che il governo nonostante i crampi da eccesso di dpcm, su questo, non si muove-dovrebbero lasciare spazio a ordinanze almeno di area metropolitana; a Bologna per esempio il calendario dei divieti l’anno scorso era più ampio (24-7 gennaio);
    ad ogni modo la “campagna” continua…

  • Norma Bertullacelli

    In calce a questo saggio e condivisibilissimo scritto, vi arriverà prima o poi il commento “I botti DANNO LAVORO”….Lo so per certo perchè da alcuni secoli mi do da fare per abilire, o almeno limitare, la produzione ed il commercio di armi, ed il commento è assolutamente ricorrente…..Buona campagna!

  • credo che a livello mondiale quello dei fuochi artificiali sia il comparto maggiormente mortifero per gli operai addetti , ovviamente parliamo non di “numeri” assoluti ma in relazione alla base occupazionale ; il “contributo” che questo comparto da alla occupazione è davvero scarso e e produzioni sono molto delocalizzate;
    col comparto delle armi non c’è totale soluzione di continuità e quindi è inevitabile inserire le merci di entrambi i comparti nella lista comune di produzione di morte che dobbiamo cercare di mettere al bando; non va nella nostra direzione il governo italiano (tra gli altri) ; il problema è come far sentire e pesare il nostro dissenso a cominciare da ex-Baschieri Pellagri (armi) transitata da poco a Fiocchi senza dimenticare quella azienda che produce tabacco non bruciato ma scaldato (non si tratta di armi ma è una merce che va inserita nella stessa lista di produzioni “insalubri”).
    Ci sono ben altre attività lavorative in Italia e nel mondo da sviluppare per ricollocare i lavoratori delle aziende che si dovrà chiudere o riconvertire.
    Rimettiamo le energie critiche in movimento.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *