Carlo Giovanardi, Fuoriluogo e 27 cosette

«Carlo Giovanardi in gran spolvero questa settimana» fa sapere la newsletter di Fuoriluogo (droghe e diritti) che colgo l’occasione per segnalarvi.

Cito la newslettwer: «Dopo aver giustificato con la tragedia della Love Parade di Duisburg la cacciata del Rototom dall’Italia, scrive al quotidiano il manifesto in risposta all’articolo di Giuseppe Bortone suI test per i lavoratori».

«L’aberrante assioma di Giovanardi è on line (per l’appunto sul sito di Fuoriluogo) insieme alla risposta di Bortone e nella nota a margine quella dell’Associazione Rototom».

Vi invito a leggere e aggiungo 27 cosette ma mooooolto brevi come vedrete.

1 – Mi sorprende che Giovanardi sia così preoccupato se un autista («di Tir») fuma un occasionale spinello e invece stia serenamente in una coalizione dove nelle tante Hollywwod (a Milano e altrove) si spacciano droghe davvero pericolose con l’ovvio contorno di gangster, ricatti, talvolta anche di tratta e schiavitù sessuale. Ignora forse che in quelle Hollywood girano dirigenti politici, nazionali e locali? E costoro – iscritti o no che siano (o fossero) a P2 e P3 – non svolgono, come scrive lui, «mansioni di particolare rischio per la salute, l’incolumità e la sicurezza sua e dei terzi»? Quei terzi sono circa 60 milioni di italiani e se li investe un autista di governo, con mafia a rimorchio, davvero rischiano moltissimo.

2 – Mi sorprende anche che Giovanardi sia così poco preoccupato per la diffusione di alcolici, ben più pericolosi degli spinelli anche dal punto di vista delle «mansioni di particolare rischio».

3 – Ancora sull’alcool, segnalo a Giovanardi oltre a numerosi rapporti scientifici internazionali il bel libretto di Enrico Baraldi e Alessandro Sbarbada, «Vino e bufale» ovvero: «Tutto quello che vi hanno sempre dato da bere a proposito delle bevande alcoliche» (12 euri per 144 pagine) edito nel 2009 da Stampa Alternativa.

3 bis – Anzi invito qualcuno (magari l’editore stesso) a vendere il libretto a Giovanardi prima del suo prossimo intervento; oppure a regalarglielo …se il recente tagliuzzo agli stipendioni dei parlamentari rendesse pesante la spesa di 12 euri (o euro, se così conformisticamente preferite dire).

4 – Come sa chi frequenta questo strablog (strano blog) il 10 marzo ho pubblicato una lettera dove Carlo Giovanardi mi ringraziava per avergli salvato la vita e in sostanza (locuzione simbolica) per avergli offerto uno spinello.

5- Ci ho pensato su e, con un certo dolore, lo dichiaro in modo formale: la prossima volta che vedo Giovanardi in procinto di annegare sul Santerno (che non è il protettore del Lotto ma un fiume vicino a Imola) o sul Gange cercherò di resistere ai miei impulsi e/o alla mia miopia e non lo salverò: è una decisione dolorosa ma visto che continua a perseguitare per stronzate centinaia di migliaia di persone, forse milioni di persone… si facesse salvare da Bertolaso o da qualche vip col naso rifatto post-coca.

6 – Sì, ci ho pensato su: credo che non lo salverò più.

7 – Ci ho pensato su: credo che non lo salverò più.

8 – Questo è il rap del “Ci ho pensato su, credo che non lo salverò più”.

9 – Più, più. Ci ho pensato su: credo che non lo salverò più.

10 – Ci ho pensato su: credo che non lo salverò più.

11 – Ci ho pensato su: credo che non lo salverò più.

12 – Ci ho pensato su: credo che non lo salverò più.

13 – Lungo silenzio, poi una tromba (davisiana) e lento riparte il: “Ci ho pensato su: credo che non lo salverò più”.

14-  Ci ho pensato su: credo che non lo salverò più.

15 – Ci ho pensato su: credo che non lo salverò più.

16 –  Sussurrando: ci ho pensato su… credo che non lo salverò più.

17 – Parte il contrabbasso, poi il ritornello: ci ho pensato su…credo che non lo salverò più.

18 – Ci ho pensato su: credo che non lo salverò più.

19 – Ci ho pensato su: credo che non lo salverò più.

20 – Ci ho pensato su: credo che non lo salverò più.

21 – Lungo assolo di sax poi: “Ci ho pensato su: credo che non lo salverò più”.

22 – Ci ho pensato su: credo che non lo salverò più.

23 – Ci ho pensato su: credo che non lo salverò più.

24 – Parte il pianista (forse è Cecil Taylor) poi il ritornello: “Ci ho pensato su, credo che non lo salverò più”.

25 – Ci ho pensato su: credo che non lo salverò più. Più, più, più….

26 –Sottovoce: no no no no, non lo salverò più.

27 – Mi fermo qui pensando a un vecchio romanzo (e film) che era intitolato «Il 27° giorno»… cioè il tempo per prendere decisioni importanti. Non lo conoscete? Via, almeno Mario Sumiraschi lo ricorderà… Va buò, ve ne parlerò un’altra volta.

Redazione
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Un commento

  • alessandro sbarbada

    Grazie per l’apprezzamento al nostro “Vino e bufale”, libro in cui parliamo di vino, alcol e informazione, ma parliamo anche molto di politica.
    A onor del vero, dal nostro libro Giovanardi è uno dei pochi uomini politici citati a non uscire con le ossa rotte, grazie al suo impegno contro le “stragi del sabato sera”.
    Ma una maggiore informazione e sensibilizzazione riguardo a vino, birra e altri alcolici sono certo non gli guasterebbe, tutt’altro.
    Quindi sottoscrivo volentieri l’invito a regalargli o vendergli una copia di “Vino e bufale”.

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