Castel de’ Britti: spargere rifiuti e… veleni

di Vito Totire (*)

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Dobbiamo tornare sulla incresciosa situazione degli smaltimenti abusivi a Castel de’ Britti nel Comune San Lazzaro di Savena. Abbiamo più volte denunciato come le campane per la raccolta differenziata siano state meta di “abusivi” e abbiamo proposto l’incremento della vigilanza, eventualmente con criteri ergonomici, tipo una telecamera.

Stamattina – orribile a vedersi – c’era qualcosa di peggio del “solito” e se non siamo alla terra dei fuochi siamo almeno alla terra dei… fuocherelli. Un mix di smaltimento abusivo, incuria, illegalità, cialtroneria: rifiuti ingombranti (materassi), rifiuti tossico-nocivi (contenitori esausti di solventi e vernici), una campana squarciata dal fuoco verosimilmente per autocombustione (ricordiamo però che questi materiali, quando vanno a fuoco, non solo puzzano ma liberano anche stirene, molecola sospetta cancerogena e comunque nociva per l’apparato immunitario) e …IN CAUSA VELENI: due lunghe tubazioni in fibrocemento con molto verosimile presenza di amianto per circa 5 metri complessivi. Il fibrocemento risultava ben nascosto; forse un avanzo di cantina o, peggio, smartellato di recente con aumentato rischio per l’incosciente (?) smaltitore.

D’altra parte a San Lazzaro di Savena – che pure è uno dei pochi Comuni italiani virtuosi nell’attuare il censimento capillare dell’amianto nel territorio – avevamo ben suggerito di censire anche l’amianto delle tubazioni interrate; forse includendo anche questo obbligo lo smaltimento abusivo poteva essere prevenuto.

PENSIAMO SE I COMUNI DELLE ZONE TERREMOTATE AVESSERO FATTO QUESTO CENSIMENTO COME SAREBBE STATO FACILE ALMENO RIDURR I RISCHI PER I SOCCORRITORI E PER LA POPOLAZIONE ANCHE NEGLI INTERVENTI DI DEMOLIZIONE.

Ma l’Italia è il Paese – non l’unico a dire il vero – del “giorno dopo” (the day after…per chi ricorda il famoso film antinucleare.

Sta di fatto che SONO PASSATI 24 ANNI DAL VARO DELLA LEGGE 257/92 – «Norme per la cessazione dell’uso dell’amianto» – e ancora, non veniamo a capo della questione.

Le nostre proposte sono le solite e non ci stancheremo di ripeterle:

  1. censimento capillare di tutto l’amianto, compreso quello interrato (tubazioni dell’acqua, delle fogne e del gas);
  2. copertura dei costi a sostegno dei cittadini truffati da chi ha venduto loro merce nociva e cancerogena;
  3. deroga, per le spese di bonifica, al cosiddetto patto di stabilità;
  4. aumento della vigilanza che deve essere gestita con metodi ergonomici e informatici.

Proposte semplici ma “il palazzo” non vuole ascoltare.

Ai cittadini e ai lavoratori un appello: segnateci le situazioni, cercheremo con voi di svegliare le istituzioni dal loro torpore opportunistico (tanto l’azione cancerogena ha lunghi tempi di latenza…).

20.11.2016

(*) Vito Totire è medico del lavoro e presidente nazionale AEA – associazione esposti amianto e rischi per la salute.

LA VIGNETTA E’ DI ELLEKAPPA.

 

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