Castel San Pietro, fra amianto e sindaco

15 lastre di cemento-amianto smaltite nei pressi del torrente Quaderna: un post di Vito Totire (*).  A seguire le considerazioni di Legambiente-Medicina su Santerno e sindaci “ambientalisti”

vitototire-torrentequaderna

«Il resto del Carlino» dà notizia di un ennesimo “piccolo” crimine di pace. Unico errore dell’articolista scrivere che lo smaltitore abusivo si è mostrato incurante della salute altrui… in realtà si è mostrato incurante anche della propria. Se fra vent’anni si ammalerà di mesotelioma pleurico non gli sarà riconosciuto come professionale ma potrà contare sulla elemosina attualmente decisa dal governo.

Plauso comunque a «Il resto del Carlino» per aver dato la notizia e per aver messo il dito nella piaga e grande plauso ovviamente al solerte cittadino che ha segnalato. La cosa evidentemente non finisce qui:

  1. i Comuni e le «città metropolitane» (i cittadini ancora si chiedono di cosa si occupino questi enti gattopardeschi) si devono svegliare, finalmente. Lo diciamo da diversi lustri: l’amianto deve essere censito capillarmente in tutto il territorio; il censimento tramite auto-notifica obbligatoria è un deterrente eccezionale contro gli smaltimenti abusivi. Ma questa strategia ha due limiti per essere “amata” dagli enti locali: non costa nulla ed è efficace !
  2. la bonifica dell’amianto, a cominciare da quello domestico e quello delle piccole attività produttive, deve essere interamente coperto da finanziamenti pubblici la cui attivazione necessita della deroga al piano di stabilità
  3. senza questi accorgimenti (il primo peraltro non costa nulla ed è molto efficace come ha dimostrato l’esperienza di san Lazzaro di Savena) dovremo ancora assistere per decenni allo stillicidio di smaltimenti abusivi di cancerogeni
  4. se da un lato, ancora una volta, persino il terremoto di Amatrice e dintorni non ha rappresentato una occasione sufficiente per riflettere sulla necessità ed urgenza dei censimenti (salvo la denuncia fatta dai vigili del fuoco del sindacato Usb) dall’altro lato la consapevolezza “sfonda” ormai un po’ anche a livello istituzionale. I cittadini devono sapere che la possibilità della elemosina per “mesotelioma non lavorativo” non presuppone più di documentare una esposizione ambientale non professionale: nella domanda (l’ammalato deve fare domanda: incredibile) ora basta dichiarare di «aver dimorato nel territorio nazionale dal… al…».

L’inquinamento è ubiquitario; se lo hanno capito nel Palazzo!!!

Bologna, 14.10.2016

(*) Vito Totire è presidente Aea, associazione amianto e rischi per la salute. Nell’ immagine – ripresa dalla rete – il torrente Quaderna.

UNA MAIL E UN SINDACO TRAGICOMICO

Oggi ho ricevuto questa mail da Legambiente di Medicina, se non conoscessi i sindaci della zona penserei a uno scherzo, purtroppo è tutto vero. (db)

Oggetto: pulizia Santerno e sindaci “ambientalisti”

…questo è l’ambientalismo che piace a tanti amministratori e governanti: la cura dopo il danno, nell’illusione che chi commette il dolo si metta una mano sulla coscienza…. Purtroppo, cominciando dalla nostra ventennale campagna “Puliamo il Mondo” e proseguendo con le altre numerose iniziative come questa, nulla è cambiato anzi maleducazione e inciviltà sono in continuo aumento.
In pratica succede che le persone educate e civili sono sempre presenti  a queste iniziative, mentre chi fa il danno solitamente manca anche per rimediarlo; purtroppo spesso sono dalla loro parte alcuni sindaci, come ad esempio quello di Castel S. Pietro Terme che ci ha accusato di fare politica quando segnaliamo situazioni ambientali incivili o illecite ( https://www.dropbox.com/s/c122z6b8gs8ubkp/SCATTO%20DI%20COSCIENZA%202016%20ok.pdf?dl=0 ) pubbliche o private che siano “….un’associazione ecologista dovrebbe invece collaborare e supportare gli enti locali nel pulire o progettare per sensibilizzare…, ma senza aumento di costi immediati: a quelli che ne potrebbo conseguire, ci penserà qualcun altro….”. Il sindaco Fausto Tinti ha concluso rivolgendosi a Legambiente “…siete ridicoli nel porre la questione ambientale su un piano politico legato alla tutela della salute, in quanto la priorità è la questione economica con cui come amministrazioni dobbiamo fare i conti, per cui non possiamo anche chiedere ai cittadini di farsi carico di costi conseguenti di opinioni ideologiche…”.

Ha definito questioni da noi affrontate, come l’autodromo di Imola, la discarica Tre Monti, la rimozione dell’amianto, l’abbandono di rifiuti e la difesa territoriale dei servizi alla salute , “…speculazione politica da parte di un’associazione ambientalista….”. Se Manca – sindaco di Imola –  era il peggio, cos’è costui che tra l’altro insegna zoologia all’università di Agraria di Bologna? Situazione molto triste che non avremmo mai voluto riscontrare in una sede istituzionale…

Redazione
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2 commenti

  • Devo dire che interamente coperto no, ma almeno per le attività produttive tra 2015 e 2016 ci sono stati 2 bandi che hanno finanziato fino al max del 65% (Regione e Inail) la rimozione e smaltimento di eternit. Spesso le aziende, soprattutto le piccole, non hanno tutto questo slancio a usufruirne, dando priorità ad altre esigenze non meno importanti per tenere in essere l’attività.
    La rimozione dell’eternit è una brutta storia all’italiana, non l’unica, perché è dal 1962 che sono stati resi noti i danni all’ambiente e alla salute che genera. A questo punto della storia, chi da quel tempo ha continuato a utilizzare eternit e non ha contemplato nei propri investimenti (magari finanziati) la sua rimozione, penso che anziché essere sostenuto per eliminarlo dovrebbe essere indotto a rimuoverlo. Responsabilità? Senso civico? Sono consapevole di essere dura, ma se siamo in queste condizioni bisogna guardare indietro e farsi qualche domanda.

  • Avevo già letto di questo “cavalleresco” scambio di opinioni tra sindaco e Legambiente; ritengo le critiche a Legambiente prive di fondamento;
    ci sono molte cose di cui il sindaco di Castel s.Pietro non è a conoscenza:
    1) l’inquinamento da amianto è un problema sanitario;
    2) una ordinanza per il censimento non costa niente al comune ma costituisce un deterrente contro gli smaltimenti abusivi nonché una fonte eccezionalmente attendibile per la valutazione del rischio
    3) gli aspetti economici: da diversi anni sosteniamo che i costi delle bonifiche devono essere collocati fuori del patto di stabilità; solo in una circostanza alcuni sindaci italiani si sono posti questo problema : per le nevicate; facciano un piccolo sforzo e focalizzeranno che l’amianto è un problema non meno grave;
    4) c’è un nodo “politico” su cui insistiamo: il cittadino che decenni fa ha comprato una merce cancerogena oggi , invece che essere risarcito, deve farsi carico interamente dei costi di bonifica; è accettabile? Se l’ANCI nazionale si scomodasse ad invitarci ad un incontro potremmo illustrare le nostre argomentazioni; la smetteremmo di ascoltare sindaci che si dichiarano impotenti (lo sono in effetti) ma solo perché a corto di idee e di proposte.
    Agli amici e compagni di Legambiente: qualcosa abbiamo già fatto insieme , diamoci da fare ancora.

    Vito Totire

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