Castellanza: una centrale sulle ceneri di pirite
ripreso da Medicina Democratica
osservazioni centrale ex montedison
La società Chemisol operante nel Polo Chimico della ex Montedison di Castellanza ha presentato un progetto di modifica per la realizzazione di una centrale termoelettrica (già autorizzata nel 2011 ma non realizzata) che andrebbe a sostituire la centrale esistente.
Si tratta di una centrale costituita da 4 moduli (motori) endotermici a gas naturale per complessive 145 MWt e impianti ausiliari (in luogo del progettato e autorizzato impianto unico a ciclo combinato di pari potenza).
Le motivazioni del nuovo progetto, secondo il proponente, sono connesse al mutato quadro del mercato elettrico italiano e delle necessità (in riduzione) di energia termica delle aziende ancora insediate nel polo chimico.
Le realtà associative locali (Medicina Democratica Onlus, Centro per la Salute Giulio Maccacaro, Valleolonarespira) con le note allegate pongono alla attenzione degli enti che saranno chiamati a partecipare alla procedura autorizzativa, i seguenti principali aspetti:
1) Il Piano Regione per gli interventi della qualità dell’aria (2013) definisce delle condizioni per la realizzazione di nuove centrali termoelettriche nelle zone di fascia 1 (come Castellanza e i Comuni limitrofi) ovvero che la energia elettrica sia utilizzata almeno al 70 % per le necessità del produttore stesso e/o che l’impianto sia al servizio di reti di teleriscaldamento. Condizioni che non sono dimostrate nel progetto presentato.
2) L’assetto emissivo non determini un aumento delle emissioni a meno che le stesse non siano bilanciate da una diminuzione delle emissioni complessive nell’area (questa condizione è possibile quando un impianto è collegato a una rete di teleriscaldamento e quindi può favorire la sostituzione di impianti termici civili). Per questa condizione il proponente fornisce indicazioni che non risultano convincenti in quanto basate su una riduzione (ipotetica) delle ore di funzionamento della nuova centrale rispetto a quella precedentemente autorizzata (e non realizzata).
3) L’impianto verrebbe realizzato su una area interessata dagli interventi di bonifica/messa in sicurezza del polo chimico ex Montedison e in particolare sopra un deposito sotterraneo di ceneri di pirite che sono la causa principale della contaminazione di arsenico delle prime due falde sotterranee (non più utilizzate, dalla fine degli anni ’80 per uso potabile) e per le quali è in funzione una barriera idraulica di dubbia efficacia. Questo aspetto non viene trattato nel progetto e il nostro timore è da un lato una possibile interferenza sul deposito dei rifiuti connesso con il cantiere (e quindi ulteriori rilasci nel sottosuolo di sostanze contaminanti, in primis arsenico) nonché che tale progetto rimandi sine die la reale bonifica di quell’area, con il mantenimento del fattore di contaminazione (ceneri di pirite) a tempo indeterminato.
Per Medicina Democratica Marco Caldiroli