Cemento-amianto a Loiano: si scherza col fuoco

di Vito Totire (*)

Aggiornamento e istruzioni per non perdersi in un bicchier d’acqua

Anche la Ausl – ancorché tardivamente – chiede «bonifica entro 90 giorni». Occorre darsi una mossa.

Più di 2000 mq. di cemento-amianto in condizioni di estrema vetustà e degrado…a 26 anni dalla legge 257/92.

Gli unici che hanno risposto al momento sono i cittadini firmando la petizione popolare che spontaneamente, senza banchetti, ha raccolto duecento firme; le istituzioni sono assenti o lente o evasive.

A questo punto il preventivo per la bonifica lo abbiamo dovuto chiedere noi. Occorrono circa 19.500 euro; però bisogna fare presto e non solo per i rischi meteo-climatici ma anche per non pregiudicare la via di accesso al sito che con ancora un po’ d’acqua piovana rischia di divenire impraticabile ai mezzi pesanti che servono per la bonifica.

Cosa dobbiamo aggiungere? La dinamica è chiara e conferma che in Italia sia ormai prassi consolidata (per le istituzioni) intervenire sempre “il giorno dopo”…

Ricostruiamo la vicenda:

  1. La AEA scopre il bubbone nel mese di giugno 2018 , ma in paese “molti sapevano”; anche la Ausl poteva e doveva monitorare meglio; la AEA denuncia dunque a giugno, a varie istituzioni, la intollerabilità della situazione.
  2. La Ausl arriva al sito il 16 luglio ma… non entra! Incomprensibile.
  3. Entra il 9 settembre e redige una relazione tardiva ma molto chiara: occorre bonificare entro 90 giorni e fare una verifica della tenuta statica degli immobili entro 15 giorni; per la verità la verifica statica era stata già disposta nel 2014!
  4. Noi abbiamo idea che il sito fosse nelle condizioni di meritare una bonifica immediata quantomeno 4 anni fa ma, al momento, non allunghiamo la storia;
  5. Prendendo come data realistica il 17 luglio (il giorno dopo l’inspiegabile mancato accesso della Ausl e dando alla Ausl il tempo virtuale per redigere il suo verbale tecnico ) i 90 giorni scadono il 17 ottobre 2018;
  6. Abbiamo detto con estrema chiarezza che il sito va bonificato prima del rischio neve, non che la neve sia l’unico rischio…
  7. Dopo contatti con la Regione e con il Comune di Loiano abbiamo riproposto il problema di un intervento urgente con risorse pubbliche e con l’avvio di una rivalsa nei confronti di chi dovesse acquistare il sito;
  8. Siamo arrivati al punto di chiedere noi un preventivo a una ditta specializzata. Le risorse necessarie sono di entità irrisoria in relazione al rischio sanitario e ambientale in atto e incombente; non solo le lastre deteriorate e spezzettate rilasciano fibre nell’ambiente ma, per il loro stato attuale, possono volare via anche con un evento meteoclimatico di medie o persino modeste dimensioni.

Se le istituzioni sono paralizzate questo non può ricadere sui cittadini.

Esigiamo un intervento di bonifica immediato!

Comune e Regione finanzino la bonifica con contestuale azione di rivalsa.

Siamo stati telegrafici nell’esposizione tuttavia la vicenda ha evidenziato contraddizioni e lacune inquietanti nel modus operandi delle istituzioni che ci è parso piuttosto un “modus insabbiandi”.

Il 17 ottobre rifaremo il punto e memori dell’iniziativa della magistratura per la vicenda Isochimica di Avellino ricordiamo a chi rappresenta le istituzioni il ruolo di «garanti della salute pubblica».

(*) Vito Totire è medico del lavoro, portavoce di AEA (l’associazione esposti amianto e rischi per la salute)

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