Cento e passa pittori naif – 47, Vincenzo Martini 2

Quella che segue è la seconda galleria di un pittore di frati e dei loro luoghi speciali, luoghi lontani dalle turbolenze del mondo. Gli stessi luoghi che hanno dato nome a un suo bel dipinto: Lungo i borghi della pace.

(per la Galleria precedente vedi IVI)
Di Mauro Antonio Miglieruolo
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Martini Vincenzo (Foligno, 23 Agosto 1955) vive a Spello dal 1982.

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Inizia a dipingere per divertimento nel 1985, ottenendo immediato riconoscimento. Dai consensi esterni deriva la scoperta della vocazione alla pittura, sua vocazione esistenziale.

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È considerato dai critici, qualcuno ritiene a torto, pittore naif, una definizione che a mio parere gli si attaglia, ma che è anche riduttiva rispetto al valore iconografico e pittorico delle sue opere, che costituiscono, più che in Norberto Proietti (vedi IVI, l’autore che precede), un ritorno alla classiche rappresentazioni medioevali; presentando però materiali meglio lavorati artisticamente, più originali e più consoni all’età moderna.

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Nei suoi quadri si trova la storia delle sua ragione natale, quell’Umbria che è tra le regioni più belle dell’Italia, paese di per sé ricco di ogni genere di bellezza (paesaggistiche, linguistiche, artistiche, storiche). Peculiare ispirazione trova il Duecento di Francesco d’Assisi, la cui inclinazione alla semplicità (che può essere vera solo nei ricchi di spirito), traduce in quadri immaginifici, che conducono chi guarda a una dimensione sospesa, frutto di una sapiente padronanza del tratto e dei colori, che produce effetti di sogno pur facendo trasparire l’aspirazione al vero.

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Altrettanto famosi di quelli di Norberto proietti, sono i suoi fraticelli, anche loro sorpresi nelle azioni consuete del vivere quotidiano. Il lavoro, il gioco, la meditazione, un entusiasmo fanciullo…

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Borghi medioevali e facciate di chiese, la campagna e le attività liturgiche, le condizioni fantastiche di una vita che appare lontana, estranea, ma che in fondo è la nostra, la vita di tutti: quell’affananrsi invano che è in ogni luogo e in ogni tempo il vivere quotidiano.

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Di là da ogni intento rappresentativo e visionario, sembra quasi che Vincenzo Martini con i suoi lavori tenti di edificare una barriera magica contro la profanazione del tempo e dell’avidità degli uomini, preservando attraverso l’immagine la realtà fattuale delle città, degli edifici, dell’eredità del passato.

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Altro intento è quello di costruire una sorta di universo in cui semplicità e perfezione vanno a braccetto, al contrario dell’imperfetto reale che tutti viviamo, nel quale complicazione e obbrobrio urbanistico la fanno da padroni.

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Non si tratta solo di ideale, ma di esprimere un bisogno dell’anima. Un bisogno che interpreta utilizzando figure a immagine antiche, l’epoca di Iacopone da Todi e il meglio dell’Umbria dei suoi giorni , la stessa Umbria che sta sotto i suoi occhi.

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Contemplare un suo quadro e tirare un sospiro di sollievo è un tutt’uno. Un altro mondo è possibile, un’altra realtà può essere concepita. Non resta che darsi da fare per realizzarla.

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(elaborazione dati web)

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Per abbozzare veramente una interpretazione della sua pittura è necessario ricostruire le aree culturali di cui è partecipe e queste sono certamente quelle umbre e in particolare spellane. Proprio a Spello infatti esiste una scuola pittorica, e naif in particolare, composta da individualità molto diverse fra loro, il contatto con le quali ha permesso all’autore di maturare un amore per la pittura fino ad allora nascosto, che probabilmente si portava nello zaino fin da bambino. La sua attività di pittore della domenica subisce una svolta improvvisa quando si è reso conto che lo assorbiva totalmente ed era inconciliabile con qualsiasi altro interesse o passione.

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E nella ricerca delle proprie radici umane, Spello in fondo lo ha aiutato tantissimo; una città con una immagine di civiltà, che ha conservato quasi intatti i connotati dell’antico paese Francesco con le costruzioni che resistono al tempo come se venissero costantemente restaurate, tanto è la loro bellezza. Proprio a Spello è la sua prima personale, a cui seguono esposizioni in varie gallerie regionali. Il 1994 è l’anno della consacrazione e partecipa ad expo in tutta Italia, partecipazione che prosegue tutt’ora. Entra in contatto con importanti gallerie che lo propongono in tutta la nazione, in particolare la Galleria Spagnoli lo fa conoscere al grande pubblico. Dal 2000 ha iniziato ad esporre anche all’estero.

Miglieruolo
Mauro Antonio Miglieruolo (o anche Migliaruolo), nato a Grotteria (Reggio Calabria) il 10 aprile 1942 (in verità il 6), in un paese morente del tutto simile a un reperto abitativo extraterrestre abbandonato dai suoi abitanti. Scrivo fantascienza anche per ritornarvi. Nostalgia di un mondo che non è più? Forse. Forse tutta la fantascienza nasce dalla sofferenza per tale nostalgia. A meno che non si tratti di timore. Timore di perdere aderenza con un mondo che sembra svanire e che a breve potrebbe non essere più.

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