Centro America: la miniera Cerro Blanco minaccia…

…. il Rio Lempa: fra leggenda e mobilitazione popolare.

di Maria Teresa Messidoro (*)

In un tempo molto lontano, prima dell’arrivo degli spagnoli, prima addirittura della creazione dell’umanità indigena, viveva, nel territorio che oggi chiamiamo El Salvador, una famiglia con poteri magici e soprannaturali: erano dei semidei, discendenti dalla potente famiglia di Tlaloc.

La famiglia era composta da due anziani e due giovani, loro nipoti.

Vivevano nella selva centroamericana più profonda, dove purtroppo l’acqua era molto scarsa. Per questo tutti i giorni dovevano recarsi con le proprie brocche a cercarla, un lavoro molto faticoso. Chi si occupava di questo compito fondamentale per la loro sopravvivenza era il vecchio nonno, che si faceva accompagnare dai due giovani per riportare a casa l’acqua, senza però mai rivelare a loro in quale punto della selva la trovava.

I nipoti si chiedevano continuamente come poteva ottenere il nonno l’acqua in un luogo così denso, dove non esistevano né fiumi né laghi, né pozzi. E pioveva molto poco, cosicché le piante sopravvivevano con le poche gocce di rugiada che riuscivano a intrappolare.

Così, un giorno, uno dei giovani, utilizzando il proprio potere magico, si trasforma in un colibrí e inizia a seguire il nonno.

Quale è la sua sorpresa quando si accorge che il nonno si avvicina ad un albero di ceiba, grande, anzi grandissimo: mai ne aveva visto uno uguale, nella sua lunga vita. É ancora più stupito quando capisce che il nonno estrae l’acqua che germoglia proprio da quella magnifica pianta.

Tornato a casa di corsa, condivide la scoperta con il fratello: insieme elaborano un piano, ma per poterlo realizzare hanno bisogno dell’aiuto di tutti gli animali della selva. Insieme, poco alla volta, iniziano a tagliare i rami ed il tronco del maestoso albero.

Tuck tuck !

Avevano quasi completato il lavoro quando ormai è sera: decidono quindi di sospendere l’opera e si ridanno l’appuntamento il giorno dopo.

Ma… quando ritornano, il ceiba era nuovamente praticamente intatto!!

Ripetono questa operazione per tre giorni e ogni giorno la pianta ritornava ad essere integra: capiscono allora che per vincere la magia del nonno devono essere più potenti di lui. Ed ecco, con astuzia, mentre uno dei fratelli con gli animali della selva iniziano nuovamente a tagliare l’albero, l’altro, trasformatosi in scorpione, va a pungere il nonno in un piede,

zack!

indebolendolo e facendogli perdere il controllo sul ceiba.

E così, il giovane e gli animali riescono a sradicare completamente l’albero:

patapum!

la sua rovinosa caduta  provoca un terremoto, mentre l’acqua che inizia a rifluire per ogni dove, si trasforma nel rio Lempa.

I rami diventano i molteplici affluenti che arricchiscono il fiume nel suoi 500 kilometri di percorso nel territorio centroamericano, le foglie e le spine si trasformano miracolosamente in pesci, serpenti, lucertole e tutte le creature acquatiche che d’ora in avanti popoleranno il maestoso Rio Lempa, nel suo tragitto che attraversa Guatemala, Honduras e El Salvador. (1)

 

Elaborazione grafica di Carlo Cumino

 

Diverse organizzazioni ambientaliste salvadoregne  e centroamericane hanno di recente denunciato che il progetto minerario transfrontaliero Cerro Blanco mette a rischio la sicurezza idrica di El Salvador, Honduras e Guatemala.

In particolare, la Mesa Nacional Frente a la Minería Metálica en El Salvador (2) e la Alianza Centroamericana Contra la Minería (ACAFREMIN) hanno ricordato in un documento che nonostante i 17 anni di lotta contro progetti minerari e la approvazione nel 2017 in El Salvador della la Ley de Prohibición de Minería Metálica (convertendo El Salvador nel primo Paese al mondo a proibire ufficialmente le miniere metalliche) questi stessi progetti continuano a contaminare il territorio.

Il progetto Cerro Blanco, ora della multinazionale canadese Bluestone Resources (3), ubicato nel comune di Asunción Mita, regione di Jutiapa, Guatemala, si trova ad appena  14 kilómetri da  Metapán, nella regione salvadoregna di Santa Ana, e minaccia direttamente il bacino del Rio Lempa, il bacino transfrontaliero più importante del Centro America, con una estensione di   17.926 km², che inizia in Guatemala, e attraversa sia El Salvador che Honduras.  Il Lempa fornisce l’acqua a circa un milione e mezzo di persone dell’area metropolitana di San Salvador e contribuisce a generare il 28% della richiesta energetica di tutto El Salvador, secondo i dati dell’organizzazione Rescatemos el Río Lempa. Inoltre, lungo il bacino del fiume vivono circa 3,8 milioni di persone, appartenenti ai 3 paesi.

ACAFREMIN denuncia che l’impresa incaricata del progetto Cerro Blanco pensa di utilizzare 8 tonnellate di cianuro al giorno per 11 anni, generando quasi 11 mila tonnellate di rifiuti tossici giornalieri nel processo di estrazione dell’oro. Quindi, secondo lo studio di impatto ambientale della stessa impresa, ciò si tradurrà in 144 milioni di rifiuti tossici, che si formeranno ad appena 14 kilometri dalla frontiera con El Salvador, contaminando anche il lago Güija, lago transfrontaliero tra Guatemala e El Salvador.

E danneggiando la catena alimentare del lago, a partire dai pesci e dagli altri animali che lo abitano per arrivare alle donne, responsabili della loro pesca e successivamente della loro vendita, come forma di sostentamento delle proprie famiglie.

Dai tempi antichi, le donne hanno stabilito una relazione profonda con la natura, contribuendo allo sviluppo sostenibile delle comunità e il mantenimento degli ecosistemi. Tuttavia, il riconoscimento del contributo delle donne alla conservazione della Madre Terra è sempre stato molto limitato, così come lo è la partecipazione delle donne alle decisioni relative alla pianificazione e gestione delle risorse naturali.

Proprio per sottolineare i legami esistenti tra le donne e l’acqua e la necessità di una gestione più consapevole della natura, alcune ecofemministe hanno organizzato lo scorso aprile una camminata acquatica sul Lago Güija.

“Siamo contro questo progetto (Cerro Blanco) che a partire da un sistema patriarcale ed estrattivista opprime la natura e le donne; sappiamo che in quanto donne siamo intimamente legate all’acqua, perché da tempo ci hanno assegnato i compiti della cura delle persone e delle risorse. Come donne ecofemministe esigiamo che si prendano tutte le decisioni necessarie per fermare questo progetto devastatore” ha commentato in una intervista Adriana Ramiréz, Movimiento Ecofeminista de El Salvador (4).

Lo scorso 21 dicembre è entrata in vigore in El Salvador la Ley de Recursos Hídricos, che nonostante tutti i suoi limiti, messi in evidenza dalle organizzazioni ambientaliste locali,  dà mandato allo stato salvadoregno  di sottoscrivere accordi binazionali o multinazionali per la protezione di bacini idrici condivisi. Inoltre, la Ley de Prohibición de Minería Metálica non è stata implementata concretamente dal governo di Bukele, ordinando per esempio la chiusura di alcune miniere o riconvertendo alcune miniere artigianali.

La Ley de Recursos Hídricos non prevede la partecipazione della cittadinanza nella gestione dei bacini idrici, né fa riferimento al diritto universale all’acqua, lamentano esponenti della Mesa Nacional. La Mesa si propone di continuare la lotta ambientalista, per mantenere effettiva la proibizione delle miniere, appoggiando e sostenendo la lotta della piccola comunità di Asunción Mita, che si batte contro il progetto del Cerro Blanco (5)

Foto tratta da https://f4gt.com/2021/05/20/asuncion-mita-con-la-amenaza-de-la-fiebre-del-oro/

  1. Si può leggere la leggenda del Rio Lempa qui https://elsalvadoregionmagica.blogspot.com/2018/08/la-leyenda-del-precioso-rio-lempa-en-el.html
  2. https://noalamineria.org.sv/
  3. In Bottega qui https://www.labottegadelbarbieri.org/le-miniere-si-mangiano-guatemala-ed-el-salvador/
  4. https://revistalabrujula.com/2022/04/29/mina-cerro-blanco-atenta-contra-naturaleza-y-vida-de-las-mujeres/
  5. Le informazioni sono state tratte da https://www.alharaca.sv/actualidad/proyecto-minero-cerro-blanco-amenaza-a-la-cuenca-del-lempa/

 

(*) vicepresidentessa Associazione Lisangà culture in movimento OdV

Teresa Messidoro

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