Cercare i veleni o perdere tempo?

Quirra, perizia Mariani: risultati ampiamente previsti, metodologia inadeguata come in Kosovo

comunicato del «Comitato sardo Gettiamo le basi» (*)
Sul caso Quirra la scienza come al solito non conferma e non smentisce. Le conclusioni del perito del tribunale, Mariani,

non stupiscono «Gettiamo le basi». Era stato annunciato dal Comitato con largo anticipo (si veda comunicato 17 marzo 2013 riproposto il 18 novembre) che la metodologia di ricerca utilizzata dallo scienziato incaricato dal giudice Clivio si era rivelata da tempo poco adeguata. La stessa usata nel 2001 dall’Unep (United Nations Environment Program) in Kosovo dove sono state sparate dieci tonnellate di uranio impoverito, stando alle documentazioni Nato corredate dalle mappe dei punti d’impatto. La “classica” analisi geochimica delle matrici ambientali (suolo, acqua, aria ecc.) ha rilevato in quel caso: «Non esiste alcuna contaminazione diffusa e misurabile». L’Unep però ha concluso con l’ammissione di avere usato una tecnica non idonea e ha indicato metodologie più consone.
Scienza a parte però, basta un briciolo di buon senso per capire che sostanze tossiche, nocive e/o radioattive, se sparate o fatte brillare, si frantumano in un aerosol di polveri sottili e sottilissime, si disperdono a grandi distanze, non restano strette strette appollaiate su un albero o su una roccia nel punto d’impatto, non resistono immobili per anni e anni alla forza dei venti, al dilavamento delle piogge, alla voracità di capre, api e pesci, ma in gran parte sono trasferite nel corpo di chi l’aerosol ha respirato e di chi, ammalandosi, ha mangiato quel formaggio, quel miele o quel pesce.

Dopo questo risultato e dopo l’ennesima perizia la patata bollente torna al giudice e i tempi della prescrizione si avvicinano sempre più.

Comitato sardo «Gettiamo le basi»

(*) Preciso che il titolo del post è mio; il titolo del comunicato di «Gettiamo le basi» è quello subito sotto. Dei veleni di Quirra, delle bugie dei militari, dell’assenza dei partiti, dell’arroganza dei militari… si è parlato molte volte su codesto blog. (db)

 

Redazione
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