Cesena: il 25 aprile e il Pd pigliatutto

di Davide Fabbri

IL PD PIGLIATUTTO NELLE CERIMONIE DEL 25 APRILE. I VALORI DELLA RESISTENZA CALPESTATI. PER NON SMARRIRE IL SENSO DELLA FESTA DI LIBERAZIONE.


Ho sempre vissuto la giornata del 25 aprile con intensità. Questa mattina sarò a Cesena al corteo di cittadinanza e autorità di viale Carducci, sarò alla celebrazione ufficiale al monumento ai caduti della Resistenza, al pomeriggio sarò alla corte della Rocca, a ricordare la Resistenza, a festeggiare la giornata della Liberazione del nostro Paese dagli occupanti nazisti e dal governo fascista di Mussolini. Una pagina importante della storia italiana, che fu scritta grazie ai soldati alleati ma con il contributo determinante degli italiani (i partigiani, i militari, gli internati, i deportati, i civili) chiudendo il periodo buio della dittatura e aprendo la strada alla libertà, alla nascita della Repubblica e alla nuova Costituzione. Da anni vado narrando che è arrivato il momento di festeggiare il 25 aprile oltre la retorica degli appuntamenti rituali delle istituzioni. Invece a Cesena ecco tre personaggi di spicco del PD – subalterni ai poteri forti del territorio – cioè “l’uomo solo al comando” sindaco Paolo Lucchi, il deputato nominato Enzo Lattuca e la senatrice nominata Mara Valdinosi; saranno loro a comiziare più o meno demagogicamente sulla Resistenza. Mi immagino già di ascoltare dalle loro prevedibili parole un antifascismo da cerimonia, retorica celebrativa mista a propaganda politica. Un PD pigliatutto nelle cerimonie del 25 aprile, che cerca di trarre vantaggio politico con l’antifascismo. Al contrario degli uomini e delle donne della casta di potere del PD, io mi ritengo un guerriero e un ribelle, mai appiattito sulle posizioni di chi esercita autoritariamente il potere.

Scrivo di quello che mi indigna – anche in “bottega” – con passione, cercando di scuotere dal torpore. Con tutti i miei limiti, svolgo approfondimenti sulla prepotenza, avidità e spavalderia del potere in mano al PD nei nostri territori romagnoli. Tento di non essere mai banale, superficiale o approssimativo. Desidero investire energie, coraggio e sacrificio per denunciare le ripetute ingiustizie e la crisi profonda dell’etica pubblica e privata, la crisi di legalità e di giustizia sociale, il calo dell’impegno civico da parte di cittadini, alcuni dei quali sempre più omertosi. Viviamo la precarietà della nostra esistenza in questa società spesso meschina e contradditoria, cinica e indifferente, dove dilagano sfiducia, rassegnazione, furberia, sopraffazione del potente sui deboli. I valori della Resistenza sono di fatto calpestati. Che senso ha vivere la propria vita senza spendersi responsabilmente? Occorre impegnarsi in prima persona – senza troppe deleghe – con lotte e conflitti, per cambiare le cose che non funzionano. Questo per me è il messaggio resistente e antifascista del 25 aprile da donare soprattutto ai giovani, oggi troppo lontani e distanti dall’impegno sociale e politico. Le mie sono e saranno rare, scomode e spero avvincenti inchieste informative e analisi sugli intrecci perversi fra apparati della politica del PD nostrano, delle banche e delle imprese, sui rapporti fra i cittadini e la muscolarità del potere. Tento di disarticolare, anche con l’informazione, questo esercizio di potere arrogante. L’attuale sistema politico-economico è bloccato, è immobile, lo sanno anche i sassi, ma cambiare il volto a Cesena e a questi territori è possibile. La rivoluzione sociale, politica, informativa e culturale è dietro l’angolo. Il mio desiderio è intercettare cittadini attivi che possano incominciare ad amare l’impegno disinteressato per la difesa dei beni comuni.

«Posso dire che rifuggendo drasticamente dai salotti e dalle persone che mi cercano in funzione di qualche mio ruolo, vivo come una delle mie maggiori ricchezze gli incontri che la vita mi dona. Vorrei continuare ad apprezzare gli altri ed esserne apprezzato senza secondi fini. Forse anche per questo converrà tenersi lontano da ogni esercizio di potere». (Alex Langer)

Cesena, 25 aprile 2017

LA VIGNETTA – scekta dalla “bottega” – E’ DI MAURO BIANI.

Davide Fabbri

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