Cesena, mancato recupero di un bene pubblico

Il Villaggio Minerario di Formignano fra promesse, spese, ritardi, illogicità e danni

di Davide Fabbri

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MINIERE DI FORMIGNANO, IL DEGRADO AVANZA. LA VERGOGNA DELLE ISTITUZIONI. IL COMUNE DI CESENA – PROPRIETARIO DELL’AREA – MOSTRA DISINTERESSE TOTALE. LE RESPONSABILITA’ DI PAOLO LUCCHI.


L’amica giornalista Raffaella Candoli de «
Il resto del Carlino» mi invita a riprendere una battaglia di civiltà per il recupero di un sito importante di archeologia industriale della nostra comunità: l’ex Villaggio Minerario di Formignano, sulle colline di Borello di Cesena. L’occasione è la bella intervista che Raffaella Candoli concede all’amico Pier Paolo Magalotti, presidente della «Società di Ricerca e Studio della Romagna mineraria». Nell’intervista apparsa il 2 giugno – che potete leggere qui – Magalotti cita, fra l’altro, il mio impegno politico-istituzionale a favore del recupero dell’ex Villaggio Minerario: nel 2008 ero consigliere comunale e presidente della Commissione consiliare Cultura e convocavo le riunioni anche in maniera itinerante, consentendo ai consiglieri comunali di toccare con mano le realtà culturali del territorio da tutelare. Per tanti anni mi sono battuto per il recupero dei fabbricati del vecchio Villaggio di Formignano, condividendo gli obiettivi dei tanti volontari della «Società di Ricerca e Studio della Romagna Mineraria», da sempre in prima linea per la realizzazione di un Parco Minerario di Archeologia Industriale. Questo villaggio – è bene ricordarlo – è di proprietà pubblica, acquistato con soldi di tutti: il Comune di Cesena deve sentirsi obbligato eticamente a preservare un bene culturale pubblico, valorizzando le potenzialità culturali-storiche-didattiche-turistiche-ambientali di un bene unico.

A novembre 2011 è arrivata la beffa: il 15 novembre 2011 la Giunta dell’uomo solo al comando Paolo Lucchi ha bloccato le procedure d’appalto – già approvate dal Comune di Cesena – dei lavori per il recupero di tre fabbricati pensati per l’allestimento del Museo delle Miniere di Formignano: ho sempre ritenuto tale scelta grave e illogica (700.000 euro a bilancio, erano già stati spesi soldi pubblici per la progettazione e le procedure d’appalto) nonché priva di sensibilità sul tema del recupero di questo patrimonio pubblico. Occorre ribadire la richiesta di ripristino dei finanziamenti per la realizzazione del progetto esecutivo del primo stralcio: e cioè il risanamento conservativo di tre fabbricati relativi al progetto approvato dal Settore Edilizia Pubblica del Comune di Cesena il 21 luglio 2010. Era tutto pronto per la gara d’appalto dei lavori, dopo anni di irresponsabile ritardo nel far partire i lavori. La giunta del “padre padrone” del Pd locale Paolo Lucchi – cancellando gli impegni della giunta Giordano Conti e Daniele Gualdi – ha preso la decisione politica di bloccare l’operazione di recupero, dopo aver speso parole, impegni politici e finanziari su questo progetto. Disattese tutte le promesse.

Nel caso la giunta Lucchi ritenesse di non accogliere i suggerimenti di ripristino dei finanziamenti comunali, volti al recupero di alcuni fabbricati in totale abbandono che stanno andando in malora, occorrerà presentare un esposto alla Corte dei Conti per danni all’erario comunale. Danni ingentissimi: spese comunali per acquisti di terreni, spese di progettazione per il recupero del Villaggio delle Miniere, spese per la forestazione del parco limitrofo al Villaggio, spese per incarichi professionali (anche all’autorevole architetto Pier Luigi Cervellati), spese per le procedure dell’appalto dei lavori.
Cesena, 3 giugno 2016

 


Davide Fabbri

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