Che cos’è il cristianesimo della Liberazione

A proposito dei più recenti libri di Michael Lowy: la ricerca rigorosa, l’impegno trasformatore, l’opzione per i poveri

di Leonardo Boff (*)

Questo – Che cos’è il cristianesimo della Liberazione – è il titolo di uno dei più recenti libri di Michael Lowy.  Nato in Brasile, visse e insegnò alla Sorbona per molti anni, mantenendo sempre legami molto stretti con il Brasile e con i movimenti libertari.  Ebreo, conoscitore profondo della Bibbia, è diventato, posso dire senza esagerazioni, uno dei più perspicaci conoscitori della Teologia della liberazione latino-americana. Ha sempre unito il mondo della ricerca rigorosa con l’impegno trasformatore, la tradizione ebraico-cristiana dell’opzione per i poveri con la loro completa liberazione.

La sua opera è vasta e merita di essere studiata e approfondita, perché apporta contributi di notevole attualità al momento storico in cui viviamo, con crisi multiple e sotto la penosa dominazione della cultura del capitale.
Due sono le caratteristiche fondamentali della sua opera: il riscatto e la ri-creazione della tradizione libertaria della tradizione ebraico cristiana e marxiana per i contesti attuali.

In questo riscatto enfatizza in modo speciale l’eredità ebraico- cristiano con nomi che vanno da Marx, Heine e Freud a Bloch, Goldman e Benjamin. Gli studi sul romanticismo, non come scuola letteraria, ma come visione del mondo, critica alla società borghese in nome di una differente percezione della natura (non come puro mezzo di produzione, ma come realtà viva) sono classici e punto di riferimento permanente.

Ha dedicato un intero libro al cristianesimo della liberazione dell’America-Latina, In primo luogo con il titolo Guerra degli Dei (Vozes 2000) e adesso Che cos’è il cristianesimo della liberazione (Fondazione Perseo Abramo, S. Paulo 2016.) E le sue attività e influenze della tradizione critica. Ha valorizzato l’opera del grande socialista marxista e spiritualista peruviano José Carlos Mariàtegui.

L’opera Che cos’è il cristianesimo della liberazione ha il merito di mostrare che gli ideali della rivoluzione e della liberazione non sono monopolio della tradizione marxista. Appartengono pure a un campione significativo del cristianesimo e che ha preso seriamente l’eredità del Gesù storico, falegname e contadino mediterraneo e l’opzione per i poveri e contro la sua povertà, come del resto va facendo il Papa Francesco.

Quello che è successo e ancora succede nei bassifondi della società latino-americana e della società-mondo è una vera guerra di dei. Il dio mercato e il dio capitale cercano di creare un senso ultimo alla vita e alle popolazioni affamate di beni, frustrandole in continuazione e il Dio-vivo della tradizione ebraico-cristiana che smaschera quel dio come falso, e, per questo, come idolo. Il Dio-vivo si schiera a favore delle classi abbandonate e si materializza in un progetto politico di liberazione.

Nel suo libro Marxismo e teologia della liberazione (Cortez Ed.1991) dice chiaramente: “l’interesse per i poveri è una tradizione millenaria della Chiesa che risale alle fonti evangeliche del cristianesimo. I teologi latino-americani si situano in continuità con questa ispirazione. Per loro, i poveri non sono più essenzialmente un oggetto di carità ma soggetti della loro stessa liberazione. E’ qui che avviene il ricongiungimento con il principio fondamentale del marxismo, cioè: l’auto-emancipazione dei lavoratori sarà opera dei lavoratori stessi…Questo cambiamento è la più ricca tra le conseguenze dedotte dai Teologi della liberazione in relazione alla dottrina sociale della Chiesa” (p.96).

Ultimamente si è occupato di ecologia, non come uno dei tanti temi possibili, ma come questione strategica dell’emancipazione umana che include la natura dell’intero Pianeta Terra. E’ uno dei fondatori mondiali dell’eco-socialismo. Lo presenta come una etica radicale, nel senso di penetrare fino alle radici della perversità che fa soffrire tutti. Propone un cambiamento di paradigma, una trasformazione rivoluzionaria, il cui centro è la vita nelle sue molteplici forme.

Con questo siamo arrivati alla seconda caratteristica dell’opera intellettuale di Michael Lowy: la sua capacità di ri-creazione immaginativa. Il suo approccio, per quanto sia appoggiato da testi critici con i dovuti contesti, mai è positivista. È invece ermeneutico. Ha coscienza che leggere è sempre rileggere e intende e implica sempre l’interpretazione. Il suo obiettivo è munire la lettura con categorie, visioni, concetti e sogni che gli consentano di capire meglio il presente e fondare un gruppo impegnato politicamente nella trasformazione che per lui va nella linea della tradizione socialista, radicalmente democratica e ecologica.

Per questo ogni libro è ispiratore e ci rivela le domande radicali che i classici del pensiero emancipatore e rivoluzionario hanno posto, conservano una attualità permanente. E mostra quanto possono essere illuminanti in tempi oscuri e di grande indigenza creativa come gli attuali.

In tutti i suoi testi si percepisce l’esprit de finesse, una fede incrollabile nella dignità degli oppressi, nel futuro della libertà e nella funzione politico redentrice della tradizione libertaria della modernità e della eredità ebraico-cristiana e marxiana.

Per questo, como ebreo, è un compagno fedele di tanti che sono in cammino, i movimenti sociali come quello dei Senza Terra, nei partiti progressisti specialmente nel PT e dei militanti delle chiese che hanno optato per la liberazione delle masse emarginate in nome della loro fede biblica. Con tutti questi intrattiene una attività selettiva che fonda una vera comunità di destino. Per questo siamo grati a Michael Lowy per averci dato in omaggio il presente libro: Che cos’è il cristianesimo della liberazione.

(*) tratto da https://leonardoboff.wordpress.com

Traduzione di Romano Baraglia e Lidia Arato.

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