Che strano Stross su Urania

«Rapporto sulle atrocità»: magia, horror, un po’ di Esp, agenti segreti…

mix-Stross

Vi propongo un assaggio, così decidete da sole/i se questo romanzo vi gusta. Siamo a pagina 173, nel “cuore dello scontro”. Il protagonista, cioè Bob – o meglio Bob Oliver Francis Howard, «Bastard Operator from Hell» – si appresta all’ultimo o forse penultimo scontro. «Lancio un’occhiata verso il fortino, lambiccandomi il cervello per ricordare una lezione sulle tecnologie di schermatura occultistica». Un quarto d’ora ci vuole a «trafficare su un’ulna e un radio recisi» poi Bob afferra «il talismano», e «per attivarlo» spara «con la pistola basilisco». Perché? Ma è ovvio: «se piazzate uno specchio a fasi accoppiate alla base di una Mano di Gloria potete farle sprizzare luce». Già, ma ora voi curioson* vorreste sapere nei dettagli cos’è una Mano di Gloria; d’accordo ve lo anticipo: «Una Mano di Gloria è realizzata con la mano e il polso della vittima innocente di un’esecuzione. Intorno al radio e all’ulna viene inserito un circuito abbastanza semplice che trasmette energia alla punta delle dita. La Mano riesce a produrre un’evocazione di limitata potenza la quale fa in modo che la porta diventi invisibile. In realtà ci sono delle variazioni, come il laser a inversione» eccetera. E poi? Beh, boh, bah… Bob continua a lavorare con «un taumometro, un sensore per monitorare disturbi spaziotemporali che possono segnalare attività occulte». Conviene farlo quando ci sono demoni in giro. Ma i suoi colleghi sono testoni e così Bob deve far loro una lezioncina: «Qui si parla dell’intersezione fra la termodinamica e la teoria dell’informazione. Il contenuto di informazione è inversamente proporzionale all’entropia e l’entropia è la misura del grado di equilibrio di un sistema, il che rappresenta uno degli assunti fondamentali della magia, no?».

Se tutto ciò vi è chiaro o comunque vi piace allora «Rapporto sulle atrocità» – Urania in edicola: 290 pagine, comprensive del racconto «Giungla di cemento» per 6,50 euri; traduzioni di Alessandro Vezzoli e Chiara Codecà – fa per voi; se l’assaggio non vi convince, aspettate luglio e arrivano «Chiusi dentro» di John Scalzi e un “jumbo” ovvero «Il segreto di Rama» a firma Arthur Charles Clarke e Gentry Lee.

Io che ne penso di questo Stross, approdato a Urania? Titolo, frase d’apertura e idea-base mi avevano folgorato poi il ritmo … si fa lasco. Così in certi punti apprezzo e/o ridacchio mentre in altri urlo «Stross che stress». Per la parodia dell’agente segreto, «007, la solitudine dei numeri primi» e/o «un topo per conto dello Stato», speravo di meglio.

Mi ha dato assai fastidio che in un libro del 2001, con introduzione – di Ken MacLeod – del 2003 non ci fosse un “ripensamento” su questa loffia accoppiata di nazisti e irachen. Nella postfazione, datata aprile 2003, Stross scrive di averlo pensato nel 1999. Sarò maligno ma… non ci credo oppure deo pensare che alcune frasi le abbiano scritte gli uffici stampa di Blair e Bush. Stross ? Oppure il quasi omonimo Oss, predecessore della Cia tornato in scena?

Invece ho apprezzato alcuni passaggi dalle parti di Turing e la definizione del «bogon» – ovvero «ipotetiche particelle di incapacità» – è geniale, me la “rivenderò”. In conclusione? Letto sì; annoiato solo un filino; convinto no. Se i miei ricordi non mi ingannano – cioè se non sono stati sostituiti con quelli di un mio omonimo – da queste parti di magia/horror e un po’ di Esp assimilati a scienza sono usciti romanzi molto più divertenti, per esempio «Operazione caos» di Poul Anderson. Nella lunga storia del sottogenere, ora decaduto assai, che potremmo definire esp – ovvero Extra-sensory perception – c’è di tutto e di bello: da «Tele Homo Sapiens» di Wilson Tucker a «Morire dentro» di Robert Silverberg. Ma per oggi fermiamoci qui.

 

 

danieleB
Un piede nel mondo cosiddetto reale (dove ha fatto il giornalista, vive a Imola con Tiziana, ha un figlio di nome Jan) e un altro piede in quella che di solito si chiama fantascienza (ne ha scritto con Riccardo Mancini e Raffaele Mantegazza). Con il terzo e il quarto piede salta dal reale al fantastico: laboratori, giochi, letture sceniche. Potete trovarlo su pkdick@fastmail.it oppure a casa, allo 0542 29945; non usa il cellulare perché il suo guru, il suo psicologo, il suo estetista (e l’ornitorinco che sonnecchia in lui) hanno deciso che poteva nuocergli. Ha un simpatico omonimo che vive a Bologna. Spesso i due vengono confusi, è divertente per entrambi. Per entrambi funziona l’anagramma “ride bene a librai” (ma anche “erba, nidi e alberi” non è malaccio).

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