Che trip
Se io (a Palermo ma temo anche altrove) voglio parlar bene di un b&b… devo mutilarmi il pensiero?
Devo scriverla prima che me ne scordi: è una piccola, strana (cioè misteriosa) e istruttiva storia che mi è capitata una decina di giorni fa. Ero a Palermo – ospite delle meravigliose “patafisiche” che gestiscono un teatro dentro l’ex manicomio e poi a presentare «Quando c’era il futuro» – e mi piazzano in un bel bed and breakfast. Lì mi trattano da “pascià”. Vedo una locandina che invita a raccontare in rete la bella esperienza. “Perché no?” mi dico: “si meritano un po’ di pubblicità… ops, di informazione”. Mi iscrivo all’apposita lista (TripAdvisor) e scrivo due righe. Quelle qui sotto, primo passaggio di un trittico.
PRIMO PASSAGGIO
—— recensione originale ——- |
Fatto ciò mi occupo d’altro ma… ricevo il messaggio che incollo qui sotto, secondo passaggio di un trip… nell’insensatezza (a mio parere).
SECONDO PASSAGGIO
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Cordiali saluti,
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TERZO PASSAGGIO: LE MIE CONSIDERAZIONI
Ho offeso qualcuno? Non dovevo citare i libri di Camilleri che se no Bruno Vespa si offende? Ah no, ecco la frase che spiega “tutto” (secondo loro): «Le recensioni non possono contenere opinioni, discussioni o commenti di natura politica, etica o religiosa».
Ah. Perché? Se sconsiglio un posto perché magari ai muri ci sono manifesti di Hitler non faccio un servizio utile? Se credo che il cacao Equik sia migliore (anche per ragioni etiche) di quello Nestlè posso farlo sapere solo se – indossando un passamontagna? – lo scrivo sui muri? Più in generale perché non dovrei avere opinioni e dirle?
E’ un mondo ben misero questo che mutila il pensiero delle persone. Ma è anche fasullo perché, come ben si sa, la rete censura (oltre che le idee politiche o filosofiche) le immagini di un bel corpo ma lascia passare ogni tipo di insulti sessisti, omofobi e razzisti.
Una buona ragione per NON collaborare con TripAdvisor, che si rivela quale luogo “virtuale” non libero cui far pervenire le recensioni