Chi trova bello Berlusconi

di Genevieve Makaping

Ricevo e (stupefatto) pubblico; in coda tutte le istruzioni perché «terremoto Makaping» diventi un appuntamento (db)

Mi chiamo «Luce della galassia», «respiro degli universi»: questi vezzeggiativi sono del maestro Daniele Barbieri. Quando il grande db si sente ispirato “sortisce” questi effetti, insomma esagera… ma solo un po’.

Sarò breve per il mio primo appuntamento con questa Scor-Data (a modo mio). Di solito, nel Camerun, quando un politico dice «Sarò breve» parla da solo per almeno due ore. Non sono politico, non vivo nel Camerun ma in Italia.

Dunque qualcuno saprà dirmi alle prossime elezioni chi devo votare, chi sono i candidati premier, i loro programmi e soprattutto perché.

C’è una cosa che molti autoctoni non sanno o fanno finta di non sapere. Ci sono molti cittadini provenienti del mondo della migrazione che sono italiani e quindi votano.

Se voi intellettuali di sinistra pensate che «tutti questi migranti naturalizzati» votano la sinistra, vi sbagliate. Per dirla con uno pseudo teorema, «non è perché sono negro che per forza sono di sinistra». Ve lo dico dopo aver per anni ascoltato delle voci dei migranti, nelle case, nella famiglie… Non dimenticate mai «le vere ragioni» per le quali molti fratelli e sorelle “migrano”. Una? Per arricchirsi. Ecco perché nelle famiglie dei migranti (almeno quelle meno politically implied) parleranno di Berlusconi con un non so che di quasi ammirazione, perché è ricco. Molte di queste famiglie migranti non capiranno il tanto scandalizzarsi della presenza in casa del Cavaliere di ragazzine. D’altronde, in Africa, ci sono molti matrimoni fra adultissimi semiricchi, ricchissimi e giovanissime, ragazzine nulla abbienti.

Mi era quasi scor/data di dirvi che anni fa intervistai Berlusconi in campagna elettorale. Gli dissi che lo trovavo bello, «non ironizzavo come al mio solito», e gli chiesi di «prostituzione nel Primo mondo delle nostre ragazzine e delle infrastrutture in Calabria». Lo chiesi mai immaginando che anni dopo sarebbe stato implicato nel Bunga-Bunga Affair.

Vostra Makaping

PS: direttore il titolo lo fai tu, come nelle vere redazioni. Bacio. Maka

UNA SCONVOLTA E GIULIVA NOTA DI DB-ET (UN ALIENO)

Genevieve Makaping è antropologa, sociologa e giornalista. Camerunense ma da 30 anni in Italia. La conobbi sulle pagine del suo geniale libro «Traiettorie di sguardi» (sottotitolo: «e se gli altri foste voi?») edito da Rubbettino nel 2001 e fu amore a prima vista. Poi la ascoltai in un paio di convegni dove con la sua ironia “armata” scandalizzava quelle persone antirazziste che sono… così partecipi, congelate, ossessionate dall’essere nelle file dell’antirazzismo che non sentirebbero una straniera o uno straniero neppure starnutire. Varie volte ho pensato che mi sarebbe piaciuto “ingaggiarla” o magari scrivere/raccontare qualcosa insieme a lei. Non è capitato per ora. Ma tempo fa le ho chiesto qualche «scor-data» (per la nuova serie di eventi dimenticati o rimossi che trovate quotidianamente in blog). E oggi terremoto Makaping – il suo nome vuol dire «la donna che non accetta», «la donna che dice di no» – mi ha mandato questo suo pezzo, volutamente spiazzandomi. Le sono grato, lo posto subito (tanto più che il successivo blog, già previsto, tocca in qualche modo un tema simile: le elezioni e «i nuovi italiani») e mi auguro che questo sia l’inizio di una collaborazione in blog. Un’ultima cosa, Genevieve. Io non ho assolutamente idea se voterò anche perché ormai sono stato scoperto: né italiano, né comunitario, né extra ma et, cioè un alieno proveniente dallo spazio esterno. Penso che neppure mi faranno avvicinare all’urna. Già, il voto. Non era il tuo (e un po’ mio) amato Malcom X che sul voto si chiedeva: schede o pallottole? Perciò se votassi… che fare(i)? Votosì-votono-vaffanculononloso. (db)


Redazione
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Un commento

  • Già, per arricchirsi. La speranza di tutti, anche dei miei paesani calabresi quando emigravano negli Usa, in venezuela, Argentina, Australia, Germania ecc. Non ho nulla contro chi emigra nella speranza di arricchirsi. Conto numerosi parenti (e buoni parenti) nella categoria. Persino un socialista di quelli buoni di un tempo. Il problema è che uno ingenuamente si aspetta che dopo un po’ capiscano l’antifona; che una buona parte almeno intuisca in quale direzione orientarsi politicamente per avere quantomeno un aiuto effettivo: se non per arricchirsi, quantomeno per vivere senza troppi affanni. O troppe vessazioni.
    Lo so che le cose non funzionano così. Il ferro prima di uscire puro da scorie dalla fucina del fabbro deve subire molti e molti copi di martello. Più violenti e ravvicinati sono questi colpi oggi. Sembrerebbe più facile che le menti si aprano. E può essere infatti che molti ci arrivino. Può essere, come no. Il fatto è che mi tocca amaramente constatare che nonostante i colpi di martello sulle nostre membra meno aduse a prenderle, quindi colpi più dolorosi, anche da noi si esita a buttare a mare le illusioni.
    Al che il “può essere” diventa “ne dubito assai”.
    E allora, attaccarsi a quelli che vengono da fuori. A quei strani tipi, che portano con sé una gran voglia di fare e producono tanto benessere. Cercandolo per se stessi, lo producono per noi. Sperando appunto che oltre a tanta disponibilità e capacità di lavoro, portino anche un po’ di voglia di finirla con tutti questi profittatori che non svolgono altra funzione che quella di vessare e ostacolare e approfittare di chi il benessere produce.
    Sperando che invece dell’approdo positivo auspicato, dalla padella della speranza non si finisca nella brace della disperazione.

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