chiamala, se vuoi, fantascienza
quando il bambino era bambino aveva bisogno di dare un etichetta a quello che leggeva, adesso ci sono solo due tipi di libri (e del resto), quelli belli e quelli no, con varianti.
questi due libri, per dare un’idea, potrei chiamarli di fantascienza, ma con poca scienza.
di sicuro sono due grandi libri, entrambi in forma di diario, e non puoi immaginare un modo diverso di raccontarle, le storie così.
di entrambi c’è anche un film, uno già girato, l’altro ancora da fare.
Seconda origine – Manuel de Pedrolo
preso per caso in biblioteca, non ne sapevo niente, è davvero un libro bellissimo.
la storia è quella della distruzione della popolazione terrestre, restano in due, che novelli Adamo ed Eva faranno rivivere il pianeta per gli umani.
un libro che merita davvero.
La parete – Marlen Haushofer
accade un evento inspiegabile, una donna diventa prigioniera in una porzione di montagna, e deve sopravvivere da sola.
scrive i suoi pensieri su dei fogli, che costituiranno poi il romanzo, che è in realtà un diario.
la paura, la minaccia di qualcun altro rinchiuso nello stesso territorio, la compagnia degli animali, che le faranno compagnia e la sostenteranno, e la aiuteranno a non impazzire, la vita salvata anche da una piccola agricoltura di sussistenza, non accade moltissimo, ma leggendo si diventa prigionieri della storia.
metafora di molte cose, forse; in prima battuta una storia semplice che Christopher McCandless (Alexander Supertramp) avrebbe capito benissimo.
fermarsi in quel pezzo di montagna e ascoltare questa storia con animali, gatti, cane, mucca e vitello, e qualche preda per sopravvivere, raccontata da una donna coraggiosa e speciale, è uno di quei viaggi che non ti dimentichi.