Chiapas: passamontagna, Ramona e le altre

Il 6 gennaio 2006 muore Ramona Comandante Zapatista.

di Maria Teresa Messidoro (*)

Qui una riflessione dedicata a lei e a tutte le donne zapatiste.

La sua storia in una scor-data qui https://www.labottegadelbarbieri.org/scor-data-6-gennaio-2006/

Ojos.

Occhi.

Murales di Overtik (1)

Occhi di donna.

Donne indigene, contadine, povere.

Donne sottomesse, silenziate, rese invisibili.

Occhi color caffè, profumo di tortillas, mais coltivato e benedetto.

Primo gennaio 1994, Chiapas, Messico.

Ruoli sovvertiti.

Passamontagna che rivelano occhi.

Occhi dignitosi, ribelli, sovversivi.

Ancora occhi color caffè, profumo di tortillas, mais coltivato e difeso.

The Zapatista Murals of Oventic, Mexico

Le invisibili diventano visibili.

The Zapatista Murals of Oventic, Mexico

Le silenziate prendono la parola.

Le sottomesse si rialzano e lottano.

Comandanta Ramona, ma non solo.

Nei dialoghi di San Andrés, febbraio 1996, con lei la Comandanta Trinidad, Andrea, Susana, Leticia e Hortensia.

Nel 2001, alla fine della Marcha del Color de la Tierra, prenderà la parola la Comandanta Esther.

Nel maggio 2015, durante il seminario “El pensamiento critico frente a la hidra capitalusta” interverranno le comandante Miriam, Rosalinda, Dalia, Lizbeth e Sélena (2)

E poi, quello splendido personaggio, Defensa Zapatista, bambina indigena zapatista, protagoniste di tante storie ed avventure.

I suoi racconti devono essere letti, per forza, ma soprattutto immaginati perché come dice il supGaleano “tutto quello che io racconto, è accaduto in ogni calendario, però in una geografia precisa: le montagne del Sud Est Messicano”.(3)

Anche Defensa Zapatista ha il suo passamontagna.

Un fazzoletto che copre il viso.

Ma scopre gli occhi.

L’occultamento di uno, dieci, cento visi, si trasforma nel simbolo evidente di una lotta.

Nascondere il viso di uomini e donne indigene li ha resi visibili nel mondo.

L’identità individuale è stata assorbita e moltiplicata, ampliata, nell’identità collettiva.

Il passamontagna è diventato l’uniforme di una causa, una tattica formidabile,  costruendo un simbolo che, in ciò che occulta, in realtà rivela.

 

Occhi della Comandanta Ramona.

Senza passamontagna dopo la sua morte il 6 gennaio 2006.

Foto tratta da https://www.infoaut.org/storia-di-classe/6-gennaio-2006-muore-ramona-comandante-zapatista

Senza passamontagna ma con la familiarità con cui ci eravamo avvicinate a lei, senza nemmeno quasi accorgersi che aveva un volto coperto.

Perché ciò che contavano e contano sono gli occhi.

Occhi ribelli.

Occhi color caffè, profumo di tortillas, mais coltivato e condiviso.

Come la lotta.

  1. Le foto dei murales sono tratte da https://danestrom.com/the-zapatista-murals-of-oventic-mexico/
  2. Informazioni tratte dal libro Rebeldía, resistencia y autonomía! La expieriencia zapatista, di J.Baschet, 2018, Ediciones Eón
  3. https://comune-info.net/la-lingua-variopinta-di-defensa-zapatista/ e cercate il libro, in italiano, Ci sarà una volta, Subcomandante Insurgente Galeano, 2017, Elementi Kairos

 

(*) Vicepresidentessa Associazione Lisangà culture in movimento OdV

MA COSA SONO LE «SCOR-DATE»? NOTA PER CHI CAPITASSE QUI SOLTANTO ADESSO.

Per «scor-data» qui in “bottega” si intende il rimando a una persona o a un evento che il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna deformano, rammentano “a rovescio” o cancellano; a volte i temi possono essere più leggeri ché ogni tanto sorridere non fa male, anzi. Ovviamente assai diversi gli stili e le scelte per raccontare; a volte post brevi e magari solo un titolo, una citazione, una foto, un disegno. Comunque un gran lavoro. E si può fare meglio, specie se il nostro “collettivo di lavoro” si allargherà. Vi sentite chiamate/i “in causa”? Proprio così, questo è un bando di arruolamento nel nostro disarmato esercituccio. Grazie in anticipo a chi collaborerà, commenterà, linkerà, correggerà i nostri errori sempre possibili, segnalerà qualcun/qualcosa … o anche solo ci leggerà.

La redazione – abbastanza ballerina – della bottega

 

Teresa Messidoro

Un commento

Rispondi a Francesco Masala Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *