Chiesa e pedofilia: condanne, denunce e omertà
Testi ripresi dalla rete «L’abuso» e dal movimento «Non accetto prediche» di Enna
ENNA – Le vittime e la Rete L’ABUSO “disconoscono” la Panchina viola; è un simbolo di responsabilità non di opportunità!
di Francesco Zanardi
Le lotte contro gli abusi sessuali clericali sono una cosa seria perchè coinvolgono migliaia di giovani che portano per tutta la vita ferite insanabili.
Per questo disconosciamo la paternità di quella panchina viola che il Comune di Enna ha installato al belvedere Marconi, dopo nostra richiesta e subito dopo la sentenza di condanna di Giuseppe Rugolo, il sacerdote condannato a 4 anni e mezzo di carcere per violenza sessuale aggravata a danni di minori dal Tribunale di Enna .
Il Comune di Enna si è guardata bene dal costituirsi parte civile in quel processo, lasciando solo Antonio Messina che aveva denunciato Rugolo.
A fronte di quanto sta avvenendo ad Enna, dove ieri sera i riti della settimana Santa, hanno visto protagonista il monsignore Vincenzo Murgano, imputato per falsa testimonianza insieme al vescovo della diocesi di Piazza Armerina , Rosario Gisana, seduto accanto all’amministrazione comunale, nelle persone del sindaco Maurizio Dipietro e dell’assessore Mirko Milano, l’associazione Rete l’Abuso fa un passo indietro consapevole, dolorosamente, che l’installazione della panchina è stato solo un maldestro tentativo di aderire, in apparenza, ad una lotta che invece è una cosa seria.
Quella panchina rappresenta un simbolo, ma chiama alla coerenza e alla fattività, nei comportamenti che ad Enna l’amministrazione comunale, con i suoi comportamenti, sembra negare.
La Retel’Abuso si stringe attorno ai componenti del movimento spontaneo “Non accetto prediche da chi copre un abuso” che, con grande coraggio e compostezza, sta manifestando il dissenso per la presenza del monsignore imputato alla processione del venerdì Santo.
PRESENTAZIONE DELLA SETTIMANA SANTA: ENNESIMO ATTO DI ARROGANZA. SARA’ PRESENTE IL MONSIGNORE IMPUTATO PER FALSA TESTIMONIANZA
L’ennesimo atto di arroganza, l’ennesima dimostrazione di disprezzo del senso dell’etica e delle Istituzioni. Domani 4 aprile, la presentazione dei riti della Settimana Santa di Enna, ha visto come protagonista Vincenzo Murgano, parroco della chiesa Madre di Enna, oggi imputato per il reato di falsa testimonianza commesso nell’ambito del noto processo a Giuseppe Rugolo, il sacerdote condannato per reati a sfondo sessuale ai danni di minori, a 4 anni e mezzo di carcere, dal Tribunale di Enna.
Il tutto si svolgerà, si legge nelle locandine, alla presenza del sindaco della città di Enna, avvocato Maurizio Dipietro e dell’assessore al Turismo, anch’egli avvocato, Mirko Milano. Gli avvocati dovrebbero sapere cosa significa “imputato”.
Mentre la Procura della Repubblica di Enna ravvisa gli estremi di un reato gravissimo, la falsa testimonianza, a carico di Vincenzo Murgano, ma anche del vescovo della diocesi di Piazza Armerina, Rosario Gisana, l’istituzione Comune di Enna lo erge a simbolo della città e dei suoi cittadini.
Mentre grossa parte della cittadinanza chiede al prelato di non sfilare in processione, Vincenzo Murgano, con il pieno supporto del primo cittadino, delle confraternite e del collegio dei Rettori, continuano ipocritamente a tacere, sfidando le istituzioni militari che dovranno sfilare, come di consueto, per il Venerdì Santo, al seguito di un imputato per falsa testimonianza, condotta pure condannata dai dieci comandamenti.
Troviamo imbarazzante che le forze dell’ordine, coordinate e dirette dalla Procura della Repubblica, debbano sfilare in processione in un simile contesto e speriamo che questo imbarazzo non sia solo il nostro,
Ci appelliamo al questore Corrado Fazzino, affinchè non permetta che polizia e carabinieri si stringano attorno ad un imputato che avrebbe potuto, con un atto di umiltà e di carità cristiana, fare un passo indietro, decidendo di non sfilare in processione con la Spina Santa, simbolo della processione del Venerdì Santo e tanto cara a noi ennesi e credenti, almeno per quest’anno, aspettando che la giustizia, almeno quello terrena, faccia il suo corso.
Capiamo e rispettiamo la presunzione di innocenza, ma qui dopo quanto accaduto dovrebbe prevalere il senso dell’opportunità e del rispetto delle Istituzioni, oltre che quello delle vittime.
Enna 3 aprile 25
Il movimento Non accetto Prediche da Chi copre un Abuso
MA LEGGI ANCHE
Gambettola, condannato il prete accusato di violenza
Il Papa adesso dovrebbe fare le scuse ad ANTONIO MESSINA, le ALTRE VITTIME di Enna e procedere nei confronti del vescovo Gisana
Parliamo di un sacerdote della Diocesi di Milano, don Pierluigi Lia
COMUNICATO STAMPA – Presentazione del report regionale sugli abusi sessuali nell’ambito del volontariato