Ci ha lasciato John Renbourn

di Giorgio Chelidonio

Ciao John,

ho saputo che te ne sei andato ieri, senza avvisare e oltretutto rinunciando in silenzio al tuo ultimo concerto a Glasgow. Lasciandoci però la tua voce, la tua musica e il tuo fingerpicking, dispensatore di atmosfere profonde ma mai cupe. Adesso ti sto ascoltando, dal tuo cd registrato al Folkstudio: come in “Cruel sister” mi regali ancora oggi le emozioni del 1975, mio annus horribilis, anno di trasformazioni: quell’estate, in Val d’Aosta fra stambecchi del Gran Paradiso e lo scavo alla necropoli eneolitica di Saint Martin-de-Corleans (http://www.antiqui.it/archeoastronomia/aosta.htm) Maurizio mi ha fatto conoscere i tuoi sound sognanti che non mi hanno più lasciato. Li ho ritrovati visualmente qualche anno dopo nello sciabordio delle onde a Durness, sulla costa nord della tua Scozia di Renbourn.
Proprio l’altro giorno ho risentito il bisogno, la voglia di riascoltare i tuoi Pentangle che, assieme agli Steeleye Span, mi hanno imprintato di quella musica “celtica” (lo scrivo fra virgolette per marcare l’abisso del celtismo scozzese, irlandese bretone da quello sedicente, d’accatto, padano) che negli ultimi 27 anni ha fatto da colonna sonora dei miei viaggi, ma anche da
nursery musicale a Costanza, mia figlia. Persino Cecilia, mia moglie, così poco propensa ai miei “micro-voli sciamanici” connessi al tuo genere di musica, oggi ascoltando il tuo vecchio cd ti ha riconosciuto e apprezzato: abbiamo brindato alla tua memoria con due dita di nocino (home made!). Non credo che questo liquore faccia parte della tradizione scozzese ma guardando la tua immagine anni ’90 mi sembravi un vecchio, solido noce capace di accogliermi fra i rami delle tue fingerpicking dhttp://www.antiqui.it/archeoastronomia/aosta.htmita e le fronde della tua voce.

So long….. Giorgio

PS. Dimenticavo, in questa triste ma melodiosa occasione ho scoperto che John Renbourn è stato anche un quasi mio coetaneo: uno splendido “non ancora settantenne”, immortale nella sua musica e nella sua voce. Parafrasando Simon & Garfunkel “how terribly strange to be seventy”: così guardiamoci e ascoltiamo questo dolcissimo mix di immagini e voci dei tuoi Pentangle : https://www.youtube.com/watch?v=1gAqruWCfk

Non si può però non salutarti senza riascoltare “Lord Franklin” :

John Renbourn at ‘Beatroots’ The Bell. Radstock 5th April 1990:
https://www.youtube.com/watch?v=WtY-gehpfWs

E, imperdibile, “Lord Franklin” nella tua versione registrata nel 1970 :
https://www.youtube.com/watch?v=ysFKjWG_W54

Etc. etc.

https://www.youtube.com/watch?v=mFuxq_J1VuA

https://www.youtube.com/watch?v=-4jXfMEu1YY

https://www.youtube.com/watch?v=RwT0COKXFMM

. fino al 1971 https://www.youtube.com/watch?v=6VlrV4LNagg

E al 1970 https://www.youtube.com/watch?v=IzSQDuMI7WE

anzi fino al 1967 : https://www.youtube.com/watch?v=sjEsRWGxVLM

JohnRenbourn

NELLA FOTO: John Renbourn at Newbedford Summerfest 2005 (http://it.wikipedia.org/wiki/John_Renbourn)

 

Giorgio Chelidonio

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