Ci manca(va) un venerdì – 49

Il pancione e la Costituzione, che bella coppia: dialogo ravvicinato fra Simone Cristicchi e l’astrofilosofo Fabrizio Melodia

CMUV-SimoneCristicchi

«Tesi di laurea col pancione, | 110 e lode con i complimenti della commissione | Brava! Hai fatto un figurone, | ma è proprio adesso che per te si complica la situazione» canta Simone Cristicchi in «Laureata precaria», terza traccia dell’album «Dietro il cancello».

Ma gli manca davvero qualche venerdì al signor Cristicchi? Fra matti e infoibati (un suo spettacolo aprì molte polemiche) deve aver perso di sicuro qualche lume della Ragione.

Come pensare infatti che “il pancione” possa essere un problema nel Paese che ha la migliore Costituzione al mondo? Una Costituzione nata dai dolori della guerra e di chi ha lottato per liberare questi luoghi dalle infamie e dai crimini nazifascisti, dopo che qualche Duce di troppo, un po troppo nostalgico dell’Impero Romano, aveva fatto la triste fine di un ben poco attento Romolo Augusto, a dispetto di un Odoacre troppo frustrato e tronfio.

Come possiamo lamentarci di una nazione culla di ogni democrazia e salvaguardia dei diritti umani, che tanto ha fatto, dando già alla sua nascita il tanto sospirato voto alle donne ed evitando persino le infiltrazioni fasciste e mafiose all’interno del proprio tessuto?

Come non essere certi che il futuro di questa mamma neolaureata sarà roseo, da quando l’ingombrante contratto nazionale dei lavoratori ha finalmente trovato la sua giusta fine a favore di un regalo immenso, i lavoratori a costo zero e senza possibilità di rompere le scatole ai padroni, sempre più piovre multinazionali al sapore di soffritto mafioso?

In questo meraviglioso Paese le donne hanno lo stipendio parificato ai colleghi maschi, dispongono di asili aziendali per stare vicini ai figli mentre lavorano, hanno i permessi condivisi con le controparti, a casa hanno aiuti. Ah, i sussidi e la scuola sono completamente a carico della Stato, che si accolla ogni spesa libresca.

Come non essere felici in un mondo dove la donna, per affermarsi, non ha bisogno di diventare identica alla controparte maschile e dove non vede, ogni giorno, il proprio corpo sistematicamente svenduto e vilipeso per i fini più biechi indipendentemente dalla propria volontà.

Come non essere felici di un Paese dove le violenze domestiche non avvengono e la famiglia Mulino Bianco è più bella e serena che mai.

Come non essere felici di un mondo dove la Buona Scuola non è un Buono Sconto, giusto per comprare l’ultimo I-Phone o I-Pad, senza troppi “ahi” da parte del portafoglio.

Come non essere felici di tutto questo? E il signor Cristicchi davvero ha poco compreso come stanno le cose, d’altronde, si sa, «I matti sono punti di domanda senza frase | Migliaia di astronavi che non tornano alla base | Sono dei pupazzi stesi ad asciugare al sole | I matti sono apostoli di un Dio che non li vuole» (così cantava nella seconda traccia di «Ti regalerò una rosa»).

E siccome i matti come Simone Cristicchi nessuno li vuole, poiché in questo Paese non vincono di certo i demagoghi di piazza o la politica fatta nel mondo virtuale, poiché la gente preferisce scendere in piazza a lottare per i propri diritti e per un mondo migliore piuttosto che stare sulle poltrone a vegetare e avvizzire, ecco come torna prepotente un vecchio adagio: «E lo sposo [Renzo Tramaglino] se ne andò, col cuore in tempesta, ripetendo sempre quelle strane parole: “a questo mondo c’è giustizia, finalmente!”. Tant’è vero che un uomo sopraffatto dal dolore non sa più quel che si dica». Così tempo fa Alessandro Manzoni in «I promessi sposi».

 

L'astrofilosofo
Fabrizio Melodia,
Laureato in filosofia a Cà Foscari con una tesi di laurea su Star Trek, si dice che abbia perso qualche rotella nel teletrasporto ma non si ricorda in quale. Scrive poesie, racconti, articoli e chi più ne ha più ne metta. Ha il cervello bacato del Dottor Who e la saggezza filosofica di Spock. E' il solo, unico, brevettato, Astrofilosofo di quartiere periferico extragalattico, per gli amici... Fabry.

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