Ci manca(va) un venerdì – 79

Che tu sia persona o utente, se non ti basta Zio Monty arriva Fabrizio Melodia – noto astrofilosofo – che prova a uccidere i barattoli e a resuscitare il tempo, con l’aiuto di Ernst Junger, Theodor Adorno e ovviamente di Jean Luc Picard

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«Ogni giorno, se volete fare business, dovrete obbligatoriamente produrre un contenuto video di qualità» afferma Marco Montemagno – meglio conosciuto con il soprannome di Zio Monty – in un suo video: è un noto giornalista di SkyTv, consulente per il business e videoblogger di successo.

Ogni giorno un contenuto video di qualità? Entro 24 ore, che tu ne abbia voglia o meno, con qualsiasi condizione atmosferica e con qualsiasi impegno tu possa avere nella giornata, il tuo obiettivo dovrà essere elaborare un video da postare su YouTube?

Gli manca qualche venerdì a questo mattacchione? Con tutte le cose che ci sono da fare nell’arco delle 24 ore giornaliere – sonno, famiglia, lavoro e magari partita alla sera e palestra al pomeriggio – un comune mortale dove trova il tempo per produrre un video promozionale di qualità?

Lo Zio Monty imperterrito cerca di convincere i “testardi” che, se nel 2016 la rete televisiva Netflix spenderà 6 milioni di dollari in produzione di video “di qualità”, il motivo sicuramente ci sarà.

Bando agli indugi, un video al giorno: per chi vuole fare business in web seriamente, ogni video in meno è un cliente perso.

Il Mercato decide sempre più stili di vita, socialità e soprattutto l’uso del nostro tempo. Avere tempo è il bene più prezioso ma andando sempre più in fretta, correndo a precipizio verso nessun dove, sembra essere il più sfuggente. «Altre carte continuano a cadere, le mani vanno e vengono. Che curiosa occupazione, non sembra né un gioco, né un rito, né un’abitudine. Credo ch’essi lo facciano per occupare il tempo, semplicemente. Ma il tempo è troppo vasto, non si lascia riempire. Tutto ciò che uno vi getta s’ammollisce e si stira. Per esempio questo gesto della mano rossa, che raccoglie le carte incespicando, è fiacco. Bisognerebbe scucirlo e tagliarlo dentro» affermava Jean-Paul Sartre, cogliendo il bisogno inesausto dell’uomo di scucire e ricucire il tempo che sente andare perduto per sempre.

Il tempo sembrava l’unico bene a non potere essere posseduto, controllato, smembrato, riassemblato, sminuzzato.. Ma è anche l’unica entità in grado di decidere produzione, vendita, gestione e occupazione. Clamorosa contraddizione. Il tempo scorre inesorabile nella società dell’immagine dove non bastassero tv e web ci sono le fermate al semaforo – peggio, anche guidando e dunque con immensi rischi – a scorrere velocemente l’ultimo msg o video virale su YouTube.

Oggi è necessario mettere il tempo nei barattoli, dargli un etichetta con tutti gli ingredienti ben in vista, a norma di legge o di Legge. Come far meglio questa cosa complicatissima se non con i nuovi mezzi, ovvero i video? Con i video si creano “barattoli” che contengono antimateria viva, frammenti di tempo racchiusi in qualcosa d’altrettanto impalpabile come gli hard disk virtuali della rete, i famosi CLOUD, vera e propria ultima frontiera per l’annientamento del corpo fisico, a favore di una trasmigrazione nel virtuale. Barattoli che vengono venduti ma aiutano anche a vendere meglio, ad aggregare clienti, a far andare alte le preferenze e la visibilità, a portare “partecipazione” e a calamitare “emozioni” che non so bene se scrivere fra virgolette oppure senza.

I barattoli di vita virtuale diventano la realtà in continuo contatto e scambio reciproco, annientando sempre di più il concetto di Tempo, per lasciare spazio al Sistema della Fruizione, dove ciascuno comunica in continuo ed è sempre collegato, passando da Persona Fisica a Utente Finale, pagante e mai del tutto appagato.

Ben lo aveva capito il filosofo tedesco Ernst Junger: «C’è un tempo astronomico, ma insieme esiste una molteplicità di tempi della vita, il cui ritmo scandisce contemporaneamente, come l’oscillare del pendolo, innumerevoli ore l’una parallela all’altra. Anzi, non esiste un tempo, il tempo, ma una pluralità di tempi che accampa diritti sull’uomo. […] Siamo nel tempo come se fossimo in piedi su un tappeto: ci guardiamo intorno, e vediamo che fino ai margini esso è tutto intessuto di antichi motivi, oppure non vediamo quei motivi e ci pare che la trama si copra interamente di nuovissime e diverse figure».

Ecco dunque come il tappeto confonde le carte. I video alla fine non sono altro che barattoli ricolmi di vuoto. L’unica certezza, oltre al dominio – speriamo effimero – del Mercato, è che «Quando il tempo è denaro, sembra morale risparmiare tempo, specialmente il proprio» per dirla con un altro ft – filosofo tedesco – cioè Theodor Adorno.«»

Fra la permanenza in Rete, il tempo perso in Facebook, i cinguetti di Twitter, video virali e di marketing spicciolo, ecco che una voce ci aiuta a metter ordine: «Qualcuno una volta mi ha detto che il tempo è un predatore che ci aspetta al varco per tutta la vita, ma io credo che il tempo sia un amico che ci accompagna e ci ricorda di godere di ogni istante, perché quell’istante non tornerà mai più. Quello che ci lasciamo alle spalle è meno importante di come abbiamo vissuto». Lo afferma il capitano Jean Luc Picard, della nave stellare Enterprise, che di viaggi nel tempo modestamente se ne intendeva.

 

L'astrofilosofo
Fabrizio Melodia,
Laureato in filosofia a Cà Foscari con una tesi di laurea su Star Trek, si dice che abbia perso qualche rotella nel teletrasporto ma non si ricorda in quale. Scrive poesie, racconti, articoli e chi più ne ha più ne metta. Ha il cervello bacato del Dottor Who e la saggezza filosofica di Spock. E' il solo, unico, brevettato, Astrofilosofo di quartiere periferico extragalattico, per gli amici... Fabry.

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