Tre ricordi per Falco Accame

di Gianluca Cicinelli, Enrico Vigna e Checchino Antonini

CIAO FALCO ACCAME – di Gianluca Cicinelli

Falco Accame se n’è andato, aveva 96 anni, vissuti con molta intensità. Falco è stato una persona e un compagno che non si è mai tirato indietro quando c’era da aiutare un militare o un civile che subivano un torto dai militari. L’ho conosciuto quando militavamo in Democrazia Proletaria, centinaia d’interrogazioni parlamentari portano il suo nome. Mi ricordo quando con il comitato per la verità su Davide Cervia occupammo il ministero della Difesa e fu l’unico parlamentare a starci accanto e a garantire che ottenessimo i documenti che chiedevamo. Ma credo che saremo davvero in migliaia ad avere il ricordo di un contributo dato da Falco, che fosse un documento o un chiarimento sulle catene di comando militari o l’umana partecipazione a qualsiasi lotta individuale o collettiva contro l’ottusità e la prevaricazione del mondo militare.

Era nato a Firenze nel 1925, un’infanzia difficile, a tre anni perse la madre ed è cresciuto con i nonni. Dopo aver studiato dagli Scolopi a Firenze e al Morosini di Venezia s’iscrisse all’Accademia Navale di Livorno, da dove partì per  combattere sul fronte di Cassino, partecipando allo sminamento di numerose zone di guerra. Come ufficiale Accame inventò per la Marina Militare un meccanismo per lo sminamento. La Marina gli affidò il comando dell’Indomito ma Accame, che già dall’interno della struttura militare fu protagonista di battaglie  denunce dei retroscena affaristici e delle finalità antidemocratiche di una parte dell’organizzazione militare, si dimise per protesta contro i vertici del comando. Venne candidato e fu eletto alla Camera con il Partito Socialista diventando Presidente della Commissione Difesa della Camera dei Deputati nell’ottava legislatura. Come deputato ha presentato diverse riforme di legge sui servizi segreti e sulla leva poi diventate leggi.

Con l’avvento di Craxi alla guida del Psi gli fu offerta la possibilità di diventare ministro della Difesa ma con la richiesta di appoggiare il complesso militare industriale. Al suo rifiuto Craxi lo emarginò fino a non farlo rieleggere. Iniziò così  gradualmente a collaborare con Democrazia Proletaria, arricchendo la cultura pacifista di quel partito con la concretezza della conoscenza del mondo militare, anche quello più nascosto e nemico della democrazia. A chi gli chiedeva di questo suo spostamento a sinistra rispondeva che semmai erano stati gli altri partiti a  spostarsi a destra partito pacifista.

Continuò poi la sua attività creando l’Ana-Vafaf, Associazione Nazionale Assistenza Vittime Arruolate nelle Forze Armate e Famiglie dei Caduti) dove insieme a Concetta Conti ha cercato di proteggere i militari e i loro familiari dalle ingiustizie e dalle coperture di misfatti di altri militari. Sono i casi di nonnismo, dei tumori derivanti dall’operare in zone con l’uranio impoverito senza alcuna protezione, da situazioni in cui non erano state applicate le più elementari azioni di sicurezza sul lavoro, dal nascondere responsabilità importanti dei vertici delle forze armate.

Per queste sue attività tentarono d’infangarlo tramite la farsa del dossier Mitrokhin, in cui era accusato di essere al servizio del Kgb, Accame si tutelò in tutte le sedi politiche e legali restituendo al mittente il fango che tentarono di gettargli addosso. Non a caso queste false accuse arrivarono mentre era impegnato a smascherare le vicende legate a Gladio e Stay Behind, che grazie al suo certosino lavoro di ricerca di documenti e testimoni assunse contorni ben definiti. Grazie a lui inoltre venne alla luce lo scandalo delle conseguenze letali dell’uranio impoverito sui soldati italiani, i casi accertati parlano di 77 morti e 312 ammalati, ma in realtà, denunciò più volte, la cifra era molto più alta.

Sono tanti gli aneddoti che si potrebbero raccontare sul suo carattere molto forte e talvolta spigoloso, animato da quella che una volta si chiamava rettitudine unita a una forte umanità. Per brevità ricordo solo le numerose volte in cui durante le assemblee e conferenze a cui partecipava, tuonando dal palco identificava e smascherava i funzionari della Digos o dei Servizi presenti in sala a spiare e li costringeva ad alzarsi e andarsene. Perdiamo un ammiraglio pacifista, un militare leale alla Costituzione, un antifascista, un compagno impegnato a difendere i diritti dei più deboli. Alla famiglia le mie più sentite condoglianze e quelle della Bottega.

FALCO ACCAME CI HA LASCIATO

di Enrico Vigna

Si è spento Falco Accame, ex deputato socialista e ammiraglio. Aveva 96 anni.

Con profonda commozione, a nome del Civg (Centro Iniziative per Verità e Giustizia) di cui è stato e rimarrà, con nostro grande onore, Presidente onorario, intendo salutare con queste righe, la scomparsa di un grande uomo, socialista e sinceramente democratico, eticamente integerrimo e instancabile combattente di mille battaglie per la verità e la giustizia. Un uomo semplice ma culturalmente profondo, che fino all’ultimo ha continuato ad essere “partigiano”, schierato cioè nelle battaglie, anche se impossibilitato a muoversi.

Ho avuto l’onore di essergli stato al fianco in questi ultimi trent’anni, in tantissime battaglie per i popoli aggrediti o calpestati, dalle protervie o arroganze imperiali e imperialiste. Falco aveva un profondo senso dello Stato, un profondo senso dei valori etici e della giustizia sociale, fermo difensore della nostra Costituzione nata dalla Resistenza, sempre al di là di logiche delimitanti, continuamente rivolto verso gli interessi dei ceti popolari, degli umili, degli ultimi.

Un socialista, non di partito, un socialista di valori sociali.

Dalle coraggiose scelte di continuare le battaglie con la Fondazione del generale Nino Pasti, suo grande amico e compagno, contro la NATO e tutte le guerre, alle migliaia di interpellanze, con cui investiva le commissioni difesa di qualsiasi tendenza e colore, sia quando era un parlamentare, ma anche dopo dall’esterno, nella battaglia per svelare il criminale uso delle armi all’uranio impoverito, che ha distrutto paesi, popoli ma anche militari italiani.

Sempre in prima linea in qualsiasi lotta contro le guerre. Nel 1999 fu uno dei pilastri del Tribunale Internazionale Ramsey Clark per i crimini di guerra NATO contro la Jugoslavia e fu sempre a disposizione per qualsiasi iniziativa di denuncia, lotta e solidarietà contro la NATO e la fianco di popoli aggrediti o oppressi, senza MAI un tentennamento o calcolo di utilità o opportunità.

Questa suo essere integerrimo e non disponibile a compromessi o accomodamenti, oltre ad essere emarginato dal suo Partito, aveva anche accumulato un forte rancore ed ostilità dagli apparati politici e dei Servizi di intelligence vari. Alla fine degli anni ’90, fu trascinato nello scandalo Mitrokhin, con l’accusa ai 261 indagati, di essere presunte spie italiane al servizio dell’intelligence russa. Una vera e propria resa dei conti verso coloro che non si allineavano a verità precostituite o funzionali alle politiche nazionali verso i paesi dell’allora campo socialista internazionale. Accame riteneva questa accusa talmente ridicola e irreale, che spesso al telefono rispondeva ironicamente con «…Pronto, sono la spia venuta dall’Est…».

Quando nove anni fa gli proponemmo di aiutarci nella costruzione del CIVG, non ebbe un attimo di dubbio a dare il suo nome e contribuire con articoli, materiali, consigli, sollecitazioni anche di spinta a fare, e spesso in dibattiti pubblici o televisivi si presentava coma Presidente del CIVG. Per noi questo era e resta un grande onore.

Il figlio Carlo in una nota, lo ricorda come autore di numerosi libri e Dossier sull’uranio impoverito, sul caso Moro, sulle questioni militari e della NATO, anche Presidente onorario del Centro di iniziative per la verità e la giustizia (Civg) e vice-presidente del Comitato Seagull per la sicurezza in mare…Durante la sua vita ha sempre amato capire la molteplicità di elementi che generano la “realtà”, approfondire, analizzare partecipando attivamente alla vita pubblica del paese con articoli, proposte di legge, dibattiti, manifestazioni. A 96 anni forse era venuto il tempo di lasciarci perché sentiva di non essere più in grado di combattere contro le ingiustizie» ha scritto. 

Riporto la lettera inviata all’incontro costitutivo del CIVG tenuto il 22 settembre 2012:

Ai presenti ed aderenti all’incontro di costituzione del Centro Iniziative per la Verità e Giustizia, mando un saluto ed un plauso per questo tentativo di costruire un percorso collettivo sulla base di un programma serio e concreto, che vada al di là dei limiti e delle grettezze del tempo in cui viviamo e che ci circonda: guerre, corruzione, sfascio sociale, morale e politico.

Dall’alto della lunga esperienza di battaglie e lotte democratiche e civili, senza mai accettare accomodamenti o patteggiamenti di “opportunità personali”, avendo letto, condiviso e anche contributo con alcuni suggerimenti e indicazioni nel merito, circa le tematiche di lavoro proposte,

Auguro un buon lavoro nell’impostazione concreta per il raggiungimento degli obiettivi prefissati, che condivido e approvo, dando una mia disponibilità, per quanto mi è possibile, a sostenervi e collaborare sulle tematiche che hanno contraddistinto e contrassegnato la mia esistenza politica e civile, dalle questioni della pace e militari, a quelle dell’uso dell’uranio impoverito, su cui sono tuttora impegnato.

Fraterni saluti. Deputato, Ammiraglio Falco AccameRoma, 20 Settembre 2012

       Da www.civg.it

Falco Accame è stato ufficiale superiore di marina e ha rappresentato l’Italia all’Unesco, al Congresso mondiale sulla percezione della minaccia del 1973 e si è distinto per le molte battaglie di denuncia dei retroscena affaristici e antidemocratici dell’organizzazione militare.
Nel luglio 1975 Accame si è dimesso dal comando della nave Indomito per protestare contro la gestione autoritaria del potere nelle Forze Armate.

Eletto alla Camera dei deputati nel 1976, nelle liste del Partito Socialista, è stato presidente e vicepresidente della Commissione Difesa nonché membro della commissione parlamentare di inchiesta sulle commesse militari.
Eletto anche come consigliere alla Regione Liguria e al Comune di Roma, è stato consigliere nazionale di Lega Ambiente.

Come Presidente della Fondazione Internazionale per la Pace Nino Pasti, ha rappresentato in Italia il Tribunale R. Clark per i crimini di guerra della NATO nella ex Jugoslavia.

Presidente dell’Associazione nazionale familiari delle vittime delle Forze Armate (Anavafaf).

Vice presidente del comitato Seagull per la sicurezza in mare e membro del comitato per la difesa e il rilancio della Costituzione.

Autore di numerosi saggi e articoli, è particolarmente attivo nella denuncia del ruolo poco chiaro esercitato in Italia dai servizi segreti alla dipendenza degli Stati Uniti e dei cambiamenti in atto nell’istituto militare, per renderlo più adatto a un ruolo aggressivo dell’Italia in ambito Nato sulla scena internazionale.

Compagno di Nino Pasti in molte battaglie di denuncia dei retroscena affaristici e delle finalità antidemocratiche dell’organizzazione militare, Accame è stato ufficiale superiore di marina e in questa veste ha diretto il gruppo di Ricerca Operativa Interforze e ha rappresentato l’Italia all’Unesco al Congresso Mondiale sulla percezione della minaccia del 1973. Nel luglio 1975 Accame si è dimesso dal comando della nave «Indomito» per protestare contro la gestione autoritaria del potere nelle forze armate.

Nell’ottobre 1999 viene reso pubblico il dossier dell’ex agente del Kgb Vasili Mitrokhin. Tra i politici presuntamente contattati dai servizi sovietici c’è anche Accame. Nel 1977 il Kgb lo avrebbe spinto a presentare un’interrogazione contro la presenza di sottomarini statunitensi in Sardegna. Quando è scoppiato lo scandalo Mitrokhin, Accame ha ostentato sicurezza ed ironia, definendo ridicola l’intera situazione. Alle telefonate dei giornalisti rispondeva: “Pronto, sono la spia venuta dall’Est”.

Nella vicenda dell’uranio impoverito ha preso immediatamente posizione, facendone una battaglia che dura tuttora, chiedendo verità e giustizia. Non ha mai nascosto le sue critiche al lavoro della Commissione d’inchiesta guidata da Franco Mandelli.
Dotato di grande cultura e con un patrimonio acquisito di conoscenza documentale, Accame è stato un parlamentare molto attivo e incline alla polemica, sia nei confronti dei vertici militari che dei suoi stessi compagni di partito. Negli ultimi anni si è dedicato soprattutto allo studio delle nuove strategie di difesa non violenta e nella lotta per la pace. Un modo per coniugare la sua antica vocazione militare con la sua passione per i diritti civili.

Ci ha lasciati un grande combattente, un uomo tutto di un pezzo, un uomo che non solo scriveva, parlava, disquisiva, ma ogni giorno della sua intensa vita, ha fatto la sua parte, si è schierato e si è battuto, e come diceva Ramsey Clak, ex Procuratore degli Stati Uniti e presidente dell’omonimo Tribunale contro la Nato, divenuto poi suo amico e compagno di battaglie: “….“ La misura della vostra qualità come persone pubbliche, come cittadini, sta nella differenza tra ciò che fate e ciò che dite”.

Il mio ricordo è racchiuso in una sola parola: GRAZIE per ciò che ho ricevuto, come insegnamenti ed esempio etico, sociale e politico.

CIAO Falco, vola alto come nella tua vita. Enrico Vigna e tutto il CIVG

E’ morto Falco Accame, militare democratico

E’ morto Falco Accame. Militare democratico. Oggi può sembrare un ossimoro, al tempo delle missioni di “pace”, dell’esercito professionale, dei veterani di guerra che guidano le cariche sulle strade di Genova, che stanno intorno defender da cui partì il proiettile che uccise Carlo Giuliani. Al tempo delle torture ai civili in Somalia da parte dei “nostri” ragazzi della Folgore impregnati delle «schifezze razziste», parole proprio di Falco, raccolte in uno “Zibaldone” scritto da un generale dei parà. Insomma il tempo della guerra globale e degli abusi in divisa. Giovane cadetto Accame riuscì con le navi scuola a sfuggire alla cattura da parte dei tedeschi e giunse a Brindisi. Molti anni dopo, da Presidente della Fondazione Internazionale per la Pace Nino Pasti, ha rappresentato in Italia il “ Tribunale R. Clark per i crimini di guerra della NATO nella ex Jugoslavia”.

Sia chiaro, nemmeno ai tempi di Falco Accame era facile essere militari e democratici, fedeli al dettato costituzionale anziché alla lugubre accozzaglia ideologica di nazionalismo fascistoide più o meno filo atlantico che forgia l’immaginario e il contegno di troppi professionisti della guerra e dell’ordine pubblico. Ne sanno qualcosa quelli che sono stati radiati, degradati, mobbizzati per aver denunciato crimini e abusi dei superiori. La continuità dello Stato, nel personale e nei valori, nel transito dal Regno d’Italia alla Repubblica avvelena da sempre i pozzi per chi aveva lavorato per un reale cambio di rotta nella relazione tra forze armate e cittadinanza.

“A meno di tre settimane dalla scomparsa del Fratello Bubi (Ferruccio) e dopo 96 anni vissuti intensamente, con partecipazione, con intensità dirompente, ci ha lasciato Falco Accame. Nato a Firenze il 17 aprile 1925, si è spento oggi (13 dicembre) a Roma”, si legge sul profilo fb dell’ex ammiraglio che aderì, telegrafando dalla sua nave, il cacciatorpediniere Indomito, alle istanze di chi si batteva per la democratizzazione delle forze armate.

“Ha avuto un’infanzia difficile perché la Mamma Letizia lo ha lasciato per una leucemia a soli tre anni. È stato allevato e amato dai nonni Maria e Claudio insieme al fratello Bubi – si legge nella breve nota – la sua vita è stata dedicata al lavoro e alla lotta alle ingiustizie. Ha seguito un “moderno” cursus honorum. Ha studiato dagli Scolopi a Firenze, poi al Morosini di Venezia. Dopo l’Accademia Navale di Livorno combatte sul fronte di Cassino, partecipa allo sminamento di numerose zone di guerra. Come ufficiale inventa per la Marina Militare un meccanismo per lo sminamento. Da Comandante dell’Indomito si dimette per protesta contro i vertici per la mancata tutela dei sottufficiali e scrive una lettera aperta di protesta sul Corriere della Sera. Da quel momento nasce un non programmato impegno politico con il Partito Socialista e diventa Presidente della Commissione Difesa della Camera dei Deputati. Come deputato presenta diverse riforme di legge sui servizi segreti e sulla leva che partendo da quelle bozze diverranno successivamente leggi della Repubblica. Successivamente con il consolidamento di Craxi al controllo del partito gli viene offerta la possibilità di diventare ministro della Difesa ma con la richiesta di appoggiare il complesso militare industriale. Al suo rifiuto Craxi lo emargina fino a non farlo rieleggere. Continua la sua attività creando l’ANAVAFAF (Associazione Nazionale Assistenza Vittime Arruolate nelle Forze Armate e Famiglie dei Caduti) dove insieme a Concetta Conti e i vari associati cerca di proteggere i militari e i loro familiari dalle ingiustizie e dalle coperture di misfatti di altri militari. Sono i casi di nonnismo, dei tumori derivanti dall’operare in zone con l’uranio impoverito senza alcuna protezione, da situazioni in cui non erano state applicate le più elementari azioni di sicurezza sul lavoro, dal nascondere responsabilità importanti dei vertici delle forze armate.

 

Durante la sua vita ha sempre amato capire la molteplicità di elementi che generano la “realtà”, approfondire, analizzare partecipando attivamente alla vita pubblica del paese con articoli, proposte di legge, dibattiti manifestazioni.

Ha scritto un importante libro sulla natura epistemologica della strategia.

A 96 anni forse era venuto il tempo di lasciarci perché sentiva non essere più in grado di combattere contro le ingiustizie impegnandosi con la mente e il corpo che hanno dato il senso e il motivo alla sua vita. Non era certamente perfetto ma ha combattuto le ingiustizie senza piegarsi!

Un saluto di rispetto per la vita che ha perseguito mentre raggiunge il fratello Bubi, la moglie Lola e i nonni Maria e Claudio Paolozzi”. Il post è firmato “Con affetto profondo Beatrice, Carlo, Ginevra, Lorella, i Rainz, tutti i parenti, gli amici e le persone che lo hanno stimato”.

Nella primavera del 1984 alcuni “anziani” della Scuola di Fanteria di Cesano contattarono noi del corso “giovane” per capire di più sulla strana morte di un allievo nostro collega. La foto di quel ragazzo l’avrei ritrovata molti anni dopo sullo stendardo dell’Anavafaf assieme a quella del figlio di Concetta Conti e molti altri che non avevano retto alla violenza di una naia concepita come filtro sociale, punitivo, disciplinante, senza rispetto alcuno per la vita nemmeno di quella del personale permante, piuttosto che come servizio civico, addestramento alla cittadinanza attiva seppure in grigioverde. Falco è stato anche consigliere prezioso per il gruppo parlamentare di Democrazia Proletaria, poi del Prc. Poi l’ho incontrato più e più volte, da cronista, in varie inchieste, dal rapimento di Davide Cervia – fu lui a smascherare la Marina Militare che più volte provò a fornire carte false ai familiari dello specialista scomparso in circostanze stranissime – in casi come quello dell’omicidio di Emanuele Scieri in una caserma della Folgore a Pisa, nella lunga battaglia contro l’uranio impoverito perché fossero riconosciuti i danni al personale militare e ai civili contaminati nei teatri di guerra e nei poligoni.

Falco Accame era deputato Psi e presidente della commissione Difesa, nel ’77, quando si imbatte nella prima morte sospetta: quella di Daniele Sabatini, leucemia fulminante dopo la leva a Perdas de Fogu. Accame era molto di più della memoria storica. Dal 1983 con l’associazione Anavafaf si è fatto carico delle battaglie di verità e giustizia di un mondo che ha scarsi diritti. E’ un ex ammiraglio e per questo è stato capace di smentire la Difesa quando giurava che non esisteva «rischio di contaminazione per i militari dislocati in Kosovo, né per la popolazione locale e tantomeno per le coltivazioni» (Adn Kronos del 23 novembre 2000). «Tenere uno di questi proiettili sul comodino per una settimana avrebbe sul fisico un effetto equivalente a una lastra» (Vittorio Sabbatini, capo ufficio nucleare del Cisam, centro interforze studi e applicazioni militari). Ministro della guerra era Sergio Mattarella, oggi presidente della Repubblica. Capo del governo Massimo D’Alema. Mentre i comandi e i governi truccavano le statistiche o accreditavano tesi fantasiose alternative (incolpando i vaccini o le piastrine antizanzara) Accame ha rivelato che esisteva una letteratura consolidata sui pericoli dell’uranio impoverito anche prima del ’93, che già nel 1995 i “nostri” alleati (senza dircelo) decollavano da Gioia del Colle e Aviano con proiettili all’uranio, che le barbe finte non potevano non sapere quello che avveniva nelle missioni o nei poligoni sardi, che l’intensimetro RA141B non serviva a scovare l’uranio impoverito.

Ne ricordo anche l’amarezza quando, all’epoca del secondo infaustissimo Governo Prodi venne deformata la “sua” riforma dei servizi segreti del ‘77, grazie a una delle tante controriforme che si sono succedute nei decenni dell’orgia neoliberista. E’ stato, per i giornalisti come me, un pozzo inesauribile di informazioni. Falco era instancabile, tenace, appassionato e disinteressato. Spero che le sue carte e le sue riflessioni non vadano perse. Spero che un giorno non sia più un ossimoro essere militari democratici. Lo ricordo con rispetto e affetto.

Ciao Falco, per l’ultima volta: «Qui Monte Athos». Lo sa lui perché.

(*) da www.popoffquotidiano.it

Redazione
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