Cile: Camilo Catrillanca era già nel mirino dei carabineros

Un’informativa poliziesca finita nelle mani del Centro de Investigación e Información Periodística (Ciper) rivela che fin dal 2017 il giovane dirigente mapuche e i suoi compagni erano sotto il controllo dell’intelligence

di David Lifodi

Camilo Catrillanca, il giovane mapuche ucciso dal Comando Jungla dei carabineros lo scorso 14 novembre nella comunità di Temucuicui, era già da tempo nel mirino dell’intelligence poliziesca cilena, perlomeno dalla metà del 2017. A rivelarlo è stato il Centro de Investigación e Información Periodística (Ciper), entrato in possesso di un’informativa riservata in cui emerge il nome di numerosi adolescenti mapuche e non solo oggetto di pedinamenti e controlli da parte degli stessi carabineros.

Il documento, dal titolo Exposición coordinación zona control orden público, è stato redatto dall’Unidad de Inteligencia Operativa Especializada de Carabineros (Uioe) che, proprio nel corso del 2017, aveva portato a termine l’Operación Huracán, un sistema diretto ad utilizzare prove false che permettessero di incarcerare i dirigenti mapuche. Quando il caso fu di dominio pubblico, l’Uioe fu sciolta e a rimetterci il posto fu il direttore generale dei carabineros Bruno Villalobos. Nonostante tutto ciò, la macchina del fango poliziesca e istituzionale non si è fermata. Camilo Catrillanca è stato descritto come ricettatore e ladro dai vertici dei carabineros e dello Stato, ma in realtà non esiste a suo carico nessuna prova in questo senso. L’unico aspetto emerso dall’aver messo sotto controllo Catrillanca è stato il suo ruolo di primo piano nella tutela dell’identità culturale mapuche, peraltro svolto alla luce del sole.

Già a 17 anni Catrillanca era uno dei dirigenti studenteschi più in vista nel municipio di Ercilla, impegnato nel chiedere la smilitarizzazione del territorio mapuche. Per ironia della sorte, l’invio del Comando Jungla nella Araucanía aveva contribuito, di recente, a creare le premesse per un vero e proprio stato d’assedio delle comunità mapuche, a partire da quella di Temucuicui, ed in questo contesto, con la scusa di restituire tre automobili rubate a docenti della Escuela Santa Rosa de Ancapi Ñancucheo, ad Ercilla, i carabineros avevano sparato due colpi di pistola alla testa di Camilo Catrillanca uccidendolo. Tra i principali effetti dello stato d’assedio anche l’occupazione del Liceo de Pailahueque (dove Camilo aveva studiato) da parte dei carabineros, che lo hanno eletto a quartier generale delle forze speciali.

Nel documento della polizia Catrillanca è segnalato come uno dei principali dirigenti dell’Alianza Territorial Mapuche, organizzazione nata all’epoca della prima presidenza Bachelet e scontenta del delegato presidenziale alle tematiche indigene, l’allora ministro José Antonio Viera Gallo. Insieme a Camilo, nell’informativa dei carabineros figurano altri sette comuneros, di alcuni dei quali viene evidenziata la “tendenza politica socialista”. Tuttavia, anche in questo caso, su Camilo Catrillanca non emerge alcun sospetto che lo possa far ritenere responsabile di attività illecite, se non la sua amicizia, sui social network, con Fabián Llanca, che l’ Unidad de Inteligencia Operativa Especializada de Carabineros ritiene essere il leader di un’organizzazione criminale dedita al furto di veicoli, al traffico di droga e ad attentati incendiari. Di nuovo, sono però pochissimi gli elementi in mano della polizia, che aveva imputato a Llanca soltanto un furto nel 2017 e due condanne per aver partecipato ai disordini contro i carabineros nel 2013 e ne 2014.

Tra i nomi di coloro che erano controllati dalla polizia anche Mijael Carbone, portavoce dell’Alianza Territorial Mapuche, che spiega a Ciper: “Fino all’ Operación Huracán non avevamo chiare le modalità di monitoraggio dei carabineros sulle comunità mapuche, fin quando non hanno iniziato ad associarci a delitti comuni e ad episodi di cronaca nera per delegittimare la nostra lotta”.

Nel documento dell’intelligence anche i nomi delle comunità ritenute protagoniste di azioni violente: Coordinadora Arauco Malleco (Cam), Weichan Auka Mapu (Wam), Resistencia Mapuche Malleco (Ram) e la già nominata Alianza Territorial Mapuche. Inoltre, nel documento figurano le statistiche delle attività di repressione poliziesca relative al biennio 2016-2017, che associa le comunas più radicali alle organizzazioni criminali, elencando nel dettaglio i processi aperti contro di loro e le armi recuperate, dando per scontato che rappresentino un problema per l’ordine pubblico.

A due mesi e due settimane esatte dall’omicidio di Catrillanca, ancora non è emerso un responsabile chiaro per la sua morte. L’unico risultato raggiunto è che Luis Mayol intendente della Araucanía (massima autorità regionale), è stato costretto a dimettersi dopo aver incautamente associato Camilo ad un ladro con accuse (inesistenti) per furto e ricettazione di auto, ma il Comando Jungla, il gruppo composto da carabineros scelti, addestrati in Colombia e inviati dal governo di Sebastián Piñera in territorio mapuche, ancora non è stato ritirato.

In Bottega ci eravamo già occupati del caso Catrillanca:

Camilo Catrillanca: tutti sanno chi è stato

David Lifodi
Sono nato a Siena e la mia vera occupazione è presso l'Università di Siena. Nel mio lavoro "ufficioso" collaboro con il sito internet www.peacelink.it, con il blog La Bottega del Barbieri e ogni tanto pubblico articoli su altri siti e riviste riguardo a diritti umani, sindacalismo, politica e storia dell’America latina, questione indigena e agraria, ecologia.

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