Il diritto di uccidere (Eye in the Sky) – Gavin Hood

eye

visto da Francesco Masala

il film è come un western, ci sono i buoni e i cattivi, e i buoni hanno dei dilemmi etici, quanto vale una vita innocente, qual’è il ruolo dei militari, e cose del genere.

tutto quello che è successo prima, nei secoli, nei decenni, negli anni, non esiste.

nel film abbiamo un qui e ora.

la guerra al tempo dei droni.

nella realtà le cose non sono così come nel film, altrimenti non avremmo bombardamenti a matrimoni, cortei nuziali, ospedali, e cose del genere.

i buoni hanno le armi, la tecnologia, il potere, i nemici sono cresciuti in casa dei buoni (che non se n’erano accorti), i poveri perdono sempre.

detto questo, il film è davvero una calamita, non ti stacchi più fino all’epilogo, grazie ad attori bravissimi e a una sceneggiatura come una corsa contro il tempo.

il titolo in italiano non va troppo bene, ma ci siamo abituati, purtroppo.

 

qui un (bel) libro sul mestiere del pilota di droni.

http://markx7.blogspot.it/2016/08/il-diritto-di-uccidere-eye-in-sky-gavin.html

 

( e qui una specie di classifica dei film dell’anno che mi hanno colpito di più)

redaz
una teoria che mi pare interessante, quella della confederazione delle anime. Mi racconti questa teoria, disse Pereira. Ebbene, disse il dottor Cardoso, credere di essere 'uno' che fa parte a sé, staccato dalla incommensurabile pluralità dei propri io, rappresenta un'illusione, peraltro ingenua, di un'unica anima di tradizione cristiana, il dottor Ribot e il dottor Janet vedono la personalità come una confederazione di varie anime, perché noi abbiamo varie anime dentro di noi, nevvero, una confederazione che si pone sotto il controllo di un io egemone.

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