due film: lo sguardo dell’oppressore e quello dell’oppresso

uno dal punto di vista dell’oppressore e l’altro dal punto di vista dell’oppresso, dell’umiliato, dell’offeso.

Happy End – Michael Haneke

un’impresa familiare, un mondo alla fine della sua potenza sta per uscire di scena, non ce la può fare.
altri verranno, questione di tempo.
l’uscita di scena è sempre terribile, sia per un mondo che per le persone che si avviano al disfacimento, e da più in alto si cade più fa male.
non c’è niente da ridere, l’ottimismo non è possibile, siamo stati abituati a crescere, non ci si prepara all’uscita di scena, sarà che si pensa tocchi sempre agli altri, sarà per un (piccolo o grande, chissà) delirio di onnipotenza.
grandi attori, dalla più giovane al più vecchio.
un Haneke minore, dicono alcuni, non è vero, secondo me.
comunque un film da non perdere, al cinema.

http://markx7.blogspot.it/2017/12/happy-end-michael-haneke.html

 

Sami Blood – Amanda Kernell

solo chi vissuto, almeno in parte, situazioni nelle quali alcuni dispositivi (nel senso di Michel Foucault) potenti, immateriali, vivissimi, implacabili hanno condizionato (riuscendoci o non riuscendoci o riuscendoci solo in parte) la vita, entra in sintonia con questo film, qualche miliardo di persone sono quelle che possono capire questo film, gli altri possono intuire.
si tratta della vergogna e del rifiuto di se stessi, di quello che si è, del proprio popolo, della propria lingua, della propria famiglia, dell’amputazione di una parte di sé, per aderire a modelli diversi, che si sono autodefiniti migliori, con una potenza di convinzione, manu militari, quando il lavaggio dei cervelli non è sufficiente.
Lombroso traccia la via, dappertutto, il razzismo è implacabile.
come dice Terenzio :”Nulla di ciò che è umano mi è estraneo”, quindi Sami Blood è per ciascuno di noi.
il film è solo in 10 sale, in tutta Italia, eppure bisognerebbe proiettarlo in tutte le scuole.

film dal punto di vista dell’oppresso, dell’umiliato, dell’offeso, imperdibile, e sconvolgente

http://markx7.blogspot.it/2017/12/sami-blood-amanda-kernell.html

redaz
una teoria che mi pare interessante, quella della confederazione delle anime. Mi racconti questa teoria, disse Pereira. Ebbene, disse il dottor Cardoso, credere di essere 'uno' che fa parte a sé, staccato dalla incommensurabile pluralità dei propri io, rappresenta un'illusione, peraltro ingenua, di un'unica anima di tradizione cristiana, il dottor Ribot e il dottor Janet vedono la personalità come una confederazione di varie anime, perché noi abbiamo varie anime dentro di noi, nevvero, una confederazione che si pone sotto il controllo di un io egemone.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *