Claude Cahun al secolo Lucy Renée Mathilde Schwob

di Fabrizio Melodia

Chi era Claude Cahun? Una donna vestita da maschio? Un’artista surrealista a cui piaceva dare scandalo per i modi eccentrici? Una rivoluzionaria pioniera del cosiddetto Gender Fluid, ovvero una persona che, secondo le moderne definizioni, non vuole essere etichettata in nessun schema di sessualità predefinito?
Era tutto questo e molto di più. Andiamo a scoprire Claude Cahun, al secolo Lucy Renèe Mathilde Schwob, nata a Nantes il 25 ottobre 1894 (da Victorine Mary Antoinette Courbebaisse e Maurice Schwob, nipote dello scrittore francese Marcel Schwob) e morta l’ dicembre 1954.
Il padre, oltre ad essere saggista, era proprietario di una nota rivista molto diffusa per il suo tempo, “Le Phare de la Loire”. La madre, invece, soffrì di malattie mentali. A inizio secolo, con la psicanalisi freudiana ancora a livelli embrionali che muoveva timida i primi passi tra mille difficoltà e ostacoli, era assai problematico per le donne manifestare disagi psicologici profondi: difatti Victorine si ritrovò internata nel 1898.
Dopo quel traumatico evento, la piccola Lucy fu affidata alle cure della nonna, ma il padre Maurice fu consapevole, essendo ebreo, del crescente antisemitismo e del fatto che la figlia Lucy stesse diventando un bersaglio facile per il bullismo così la mandò dunque a studiare in Inghilterra, con la speranza che potesse crescere in un ambiente maggiormente protetto.
Nel 1909, la piccola Lucy, ormai una bella e intelligentissima quindicenne, tornò a Nantes, scoprendo che suo padre si era rifatto una vita con una donna che aveva già un’altra figlia, Suzanne Malherbe. Tra le due fu un vero colpo di fulmine sia affettivo che intellettuale: diventarono inseparabili compagne di vita e di arte.
Lucy si dedicò assai presto alla fotografia – il suo primo autoritratto è datato 1913, ad appena 19 anni – mettendo in luce un profondo e appassionato interesse per le differenze di genere, usando il proprio corpo come vero e proprio terreno di sperimentazione vivente.
Una ricerca pratica, vera e propria dichiarazione personale e politica, allo stesso tempo volta ad esplorare fuori da ogni schema le labili differenze di genere, imposte dai costumi e dalla morale corrente.
Poco tempo dopo intraprese anche la strada della scrittura, insieme all’amatissima Suzanne Malherbe, scrivendo insieme un articolo che vedrà la luce sulla rivista letteraria “Mercure de France”. Le due coraggiose si firmeranno con pseudonimi che diventeranno nomi di battaglia: Lucy assunse il nome di Claude Corlis e Suzanne quello di Marcel Moore.
Lucy diventerà una scrittrice articolista assai prolifica, soprattutto recensendo molti scrittori importanti, usando molti altri nomi maschili, fino a quando, nel 1917, trovò quello che le calzava a pennello: Claude Cahun.
Questo definitivo cambio di nome, come se avesse trovato la reale identità, l’avrebbe portata anche a un cambiamento fisico e di stile di vita radicale: Claude si sarebbe rasata completamente la testa e avrebbe dichiarato di rifiutare nel modo più categorico possibile ogni morale di comportamento all’epoca vigente ma soprattutto d’identità sessuale.
Trasferita a Parigi, anche Suzanne avrebbe adottato per sempre il nome di Marcel Moore. Vissero ogni giorno della loro vita sempre insieme, una simbiosi fatta di amore profondo, scrittura, fotografia, fotomontaggi e collage arditi.
Si fece strada sempre più l’idea che l’identità sessuale fosse qualcosa di assai instabile e mutevole, come Lucy/Claude sperimenta ogni giorno con il suo corpo, ora vestito da maschio, ora da donna, ora da androgina. A scattare i suoi autoritratti c’era spesso la mano di Marcel/Suzanne. Tali foto avrebbero avuto come protagoniste Dalida, Cenerentola, Elena di Troia, Saffo, Salomè e Giuditta, raccolte in una narrazione per immagine dal titolo “Heroine” e pubblicate sempre nel “Mercure de France”.
Nel 1928 Lucy/Claude conosce l’opera dello psicanalista inglese Havelock Ellis Ellis, sull’omosessualità e l’identità sessuale, rimanendone profondamente ispirata.
La sua prima opera tradotta e pubblicata in inglese fu “Aveux non avenus. Illustré d’héliogravures composées par Moore, d’après les projets de l’auteur” (1930) dove testo e fotografie – di Cahun e Moore – mettevano in luce il percorso travagliato e non di certo terminato sull’identità di genere e il suo essere di natura assai labile e indistinto.
Nel 1932 avvenne una svolta decisiva. Lucy/Claude Cahun entrò a far parte dell’ “Association des Écrivains et Artistes Révolutionnaires” e poco dopo incontrò Andre Breton, fondatore del Surrealismo, aderendo con entusiasmo al movimento che poneva l’inconscio come motore primo di tutta la creazione e fruizione artistica.
Altra bella esperienza per Claude Cahun nel 1933 sarebbe stata fondare – insieme allo scrittore, filosofo e saggista francese Georges Bataille – il gruppo politico e radicale “Contre-Attaque”, un’avventura breve ma molto intensa.
Il 1939 la vide tra le file della “Fédération Internationale de l’Artistes Révolutionna Indépendents” fondata da Andrè Breton, Diego Rivera e Leon Trotsky, movimento di stampo nettamente antifascista e vicino al comunismo (non stalinista) senza mai dimenticarsi di essere una fotografa.
Con l’arrivo della guerra e la violenza nazifascista, Cahun e Moore fuggirono da Parigi, rifugiandosi nell’isola di Jersey, in Inghilterra, dove avevano già trascorso periodi di vacanza.
I nazisti arrivarono anche lì ma tutt’altro che intimorite, Cahun e Moore passarono al contrattacco, unendosi alla resistenza e stampando volantini (che distribuirono in modo capillare) con il satirico titolo “Soldato senza nome”, una chiara irrisione dei nazisti.
Cahun e Moore continuarono nella loro missione antinazista, fino a quando non furono scoperte, imprigionate e condannate a morte.
Ma quando l’isola venne liberata, nel 1945, la condanna a morte non era ancora stata eseguita così Cahun e Moore, inseparabili nella vita e nella lotta, festeggiarono la liberazione, Claude Cahun non mancò di fare un autoritratto con lei che stritolava un distintivo militare nazista.
Purtroppo la prigionia aveva provato duramente nel fisico Claude Cahun, che morì l’8 dicembre 1954. Moore nel 1971 si tolse la vita. Tutte le opere di Cahun e di Moore andarono disperse all’asta. Ma negli ultimi anni si è capito quanto le loro ricerche sul gender fluid, identità di genere e libertà furono all’avanguardia. 

Per approfondire:

– Silvia Mazzucchelli, “Oltre lo specchio : Claude Cahun e la pulsione fotografica“, Milano, Johan & Levi, 2013;

– Assia Petricelli e Sergio Riccardi, “Cattive ragazze – Quindici storie di donne audaci e creative“, Milano, Sinnos 2014

MA COSA SONO LE «SCOR-DATE»? NOTA PER CHI CAPITASSE QUI SOLTANTO ADESSO.

Per «scor-data» qui in “bottega” si intende il rimando a una persona o a un evento che il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna deformano, rammentano “a rovescio” o cancellano; a volte i temi possono essere più leggeri ché ogni tanto sorridere non fa male, anzi. Ovviamente assai diversi gli stili e le scelte per raccontare; a volte post brevi e magari solo un titolo, una citazione, una foto, un disegno. Comunque un gran lavoro. E si può fare meglio, specie se il nostro “collettivo di lavoro” si allargherà. Vi sentite chiamate/i “in causa”? Proprio così, questo è un bando di arruolamento nel nostro disarmato esercituccio. Grazie in anticipo a chi collaborerà, commenterà, linkerà, correggerà i nostri errori sempre possibili, segnalerà qualcun/qualcosa … o anche solo ci leggerà.

La redazione – abbastanza ballerina – della bottega

 

L'astrofilosofo
Fabrizio Melodia,
Laureato in filosofia a Cà Foscari con una tesi di laurea su Star Trek, si dice che abbia perso qualche rotella nel teletrasporto ma non si ricorda in quale. Scrive poesie, racconti, articoli e chi più ne ha più ne metta. Ha il cervello bacato del Dottor Who e la saggezza filosofica di Spock. E' il solo, unico, brevettato, Astrofilosofo di quartiere periferico extragalattico, per gli amici... Fabry.

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