Clifford Simak: «Oltre l’invisibile»
db vi consiglia di correre in edicola prima che l’anno finisca
«Colto di sopresa da quella voce, Christopher Adams spostò il peso sulla sedia…». Siamo alle primissime righe e chi legge ha già capito: ecco il protagonista di questo romanzo. Con quel nome così simbolico (fatto di Cristo e di Adamo) rappresenta l’intera umanità. Deduzione astuta ma sbagliata. Non è lui il protagonista e forse – chi legge giudicherà – non rappresenta la razza umana del futuro. Magari varrà la pena farci un pensiero a libro concluso. Perchè questo «Oltre l’invisibile» – del 1951; titolo originale (assai bello) «Time and Again» – di Clifford Simak continuerà, secondo me, a macinarvi dentro. A inizio dicembre Urania lo mandato in edicola in una nuova traduzione (integrale, questa volta) di Davide De Boni: 240 pagine per 6,90 euri. Disponibile per pochi giorni ancora e merita la “caccia”.
Il destino, il tradimento, i rapporti fra gli umani e tutto il resto, nuove e vecchie concezioni… C’è grande filosofia nascosta nelle avventure e nei colpi di scena che portano Asher Sutton fra le stelle e nelle pieghe del tempo. La bravura di Simak è di costruire una trama perfetta (complicata ma stupenda) e allo stesso tempo di indurci a riflettere sulle grandi questioni, a partire dalla definizione di umanità.
Non tutti hanno apprezzato la scrittura di Simak ma qui c’è da ricredersi: farti fermare su un grillo o uno scoiattolo mentre intorno si scatena di tutto è pura magia. Perfino l’uomo che lancia graffette nel calamaio per un attimo ci incanta. E chi legge si ritroverà a pensare se da qualche parte dentro di sé c’è un «Johnny» con cui poter dialogare.
Alcune definizioni o frasi resteranno in mente a lungo: «succhiare le stelle»; «non uccidere è stato screditato»; «astrazioni simbiotiche»; «il destino appartiene a tutte le creature viventi; non solo all’Uomo ma a ogni forma di vita». Chissà se condividete questo concetto: «Non sono le creature aliene in sé a preoccuparmi ma quando un umano si trasforma in alieno». Oppure: «il tempo è una cosa davvero strana; fa di un essere umano una serie di nodi». E ancora: «prima di raggiungere le stelle l’Uomo dovrebbe imparare a vivere sulla Terra». E vi piacerebbe andare alla «Casa dello Zag» con «SOGNI SU ORDINAZIONE»?
Soprattutto c’è l’inizio di un libro misterioso – e rivoluzionario – che i «Revisionisti» vogliono riscrivere, non potendolo cancellare: «Non siamo soli. Nessuno è mai solo. Fin dal primo flebile movimento compiuto dal primo palpito di vita […] non c’è mai stato un singolo organismo che abbia camminato, gattonato o strisciato da solo lungo il sentiero della vita». Una nuova religione? No… ma altro non posso svelarvi.
Qui Simak è ai suoi massimi livelli. Non lo straordinario ipnotizzatore di «City» – o «Anni senza fine» se preferite l’altro titolo di quel romanzo – ma per la semplice ragione che «City» è fra i 10 libri più belli del secolo scorso, praticamente inarrivabile. (*) Quando con il mio socio Riccardo Mancini ragionavamo sui 10 titoli di fantascienza che tutte/i avrebbero dovuto leggere c’erano accordi e disaccordi ma «City» era al di sopra di ogni discussione. Con questo «Oltre l’invisibile» sfioriamo l’asticella.
(*) In bottega qui il mio «City»: un libro i m p e r d i b i l e mentre qui Ancora su «City» di Simak: per ripensare la fantascienza ne ha scritto Giuliano Spagnul.
Simak è geniale, I suoi personaggi sono nudi, cercano quasi un punto di contatto emotivo e intimo col lettore, si offrono come specchio, come confidenti, e le sue descrizioni tagliano la trama, la armonizzano, creando una spirale di curiosità. L’Urania collezione grazie alla versione integrale restituisce il rispetto alla densità narrativa e agli equilibri magici di uno dei più grandi scrittori della fantascienza di sempre. Da non perdere. Grazie della segnalazione.