Colombia: ancora brutte notizie per la Comunità di Pace di San Josè di Apartadò

riceviamo dai volontari del gruppo 208 di Amnesty e da Nelly Bocchi 

Oggi 2 febbraio 2016 inizia ufficialmente a Bogotà, capitale della Colombia, il 16° Word Summit of Nobel Peace Laureates. E’ riconosciuto, a livello internazionale, come il più importante evento annuale nel campo della costruzione della pace. Proprio oggi, 2 febbraio i volontari sono invece impegnati nell’accompagnare come scorta civile nonviolenta alcuni membri della Comunità di Pace di San Josè di Apartadò laddove la pace non è mai arrivata, laddove persiste la presenza di gruppi paramilitari che si autoproclamano appartenenti alle Autodefensas Gaitanistas de Colombia (AGC) e che stanno occupando sempre più rapidamente i territori lasciati liberi dalla guerriglia delle Farc. Armati, fortemente armati, minacciano la popolazione civile, tra cui i membri della Comunità di Pace che nonostante ciò, non rinunciano a denunciare, a denunciare una triste e drammatica verità: la guerra in Colombia non è finita, la violenza non è cessata, questo gruppo armato illegale nelle zone rurali è più presente che mai e non c’è ancora stata nessuna risposta da parte dello stato colombiano. Proprio quest’anno ricorrono i 20 anni dalla nascita della Comunità di Pace. “Stiamo facendo memoria di quanto successo nel 1997” ripetono i contadini. Non lasciamoli soli. Nonostante le denunce pervenute al governo colombiano da parte anche delle Nazioni Unite, il ministro della difesa Villegas ha dichiarato che “in Colombia non c’è paramilitarismo”. E’ estremamente preoccupante che il governo colombiano non riconosca la presenza di gruppi paramilitari e che non abbia, al momento, dato le dovute garanzie ai difensori dei diritti umani in Colombia arrivati già alle terrificante cifra di 16 persone uccise dall’inizio del 2017.

I para militari violentano una minorenne in San José de Apartadó
La nostra Comunità di Pace eleva un grido alla comunità nazionale ed internazionale per la grave situazione dei diritti umani alla quale è sottoposta quotidianamente la nostra comunità e la popolazione del nostro ambiente geografico e sociale, di fronte ad uno Stato che ha cessato di essere Stato, per convertirsi in una macchina di repressione sociale appoggiandosi al suo braccio criminale, ormai non più clandestino, ma pubblico, i paramilitari. I fatti sono:
domenica 22 gennaio 2017, verso le 70 un gruppo di paramilitari entrò nel villaggio de la Esperanza, nella proprietà di Reinaldo Areiza, non trovandolo, annunciarono che non ammetteranno “nessun rospo” nella zona e chi non collaborerà con loro o sene dovrà andare o morirà, perché loro sono l’autorità nella regione, avendo ricevuto l’approvazione della forza pubblica, con la quale stanno sviluppando progetti congiunti e lo faranno sopra chiunque. I paramilitari trattennero la famiglia Muñoz per molte ore con ricatti e minacce, dove inoltre mostrarono un elenco di persone con i quali, secondo loro avevano dei conti da regolare, tra loro membri della nostra Comunità che abbiamo avvertito.
La stessa domenica 2 di gennaio, attorno alle 15 un contingente militare si presentò nel villaggio di Mulato Medio, nei pressi del campo sportivo della frazione. Nuovamente i paramilitari annunciarono che non vogliono “rospi” nella regione e che non permetteranno, nella zona, che si informi la HP circa le azioni che loro portano avanti nella regione. Secondo i paramilitari è stata programmata una riunione di comandanti paramilitari nella frazione la Esperanza, per definire le linee da imporre nella regione, dal punto di vista politico, militare, economico e il controllo sociale che hanno concordato con la forza pubblica.
Lunedì 23 gennaio 20 nel villaggio di la Hoz del municipio di San José de Apartadó i paramilitari violentarono una minorenne in casa sua, minacciandola di ucciderla se li avesse denunciati.
Venerdì 27 gennaio verso le 6 un gruppo di paramilitari entrò in casa di Diana Guisao, che minacciarono di morte per essere familiare di un membro della Comunità di Pace. Le mostrarono una lista di persone da assassinare, nella quale comparivano nomi di membri della nostra Comunità di Pace del villaggio di pace “Luis Eduardo Guerra” nella frazione Mulato.
Lo stesso venerdì 27 gennaio verso le 8 per più di un’ora un contingente di paramilitari fece irruzione nel Villaggio della Pace, “Luis Eduardo Guerra”, insediamento della Comunità di Pace di Mulato. I paramilitari hanno proceduto a fotografare i membri della nostra comunità, annunciando che uccideranno i “rospi”, e che la popolazione civile è obbligata ad accettare la loro presenza nella zona; hanno anche annunciato che stanno facendo un lavoro di infiltrazione e di rottura del rapporto e fiducia che esiste tra la popolazione civile della regione e la Comunità di Pace. L’ira dei paramilitari si manifestò affermando che avevano pistole e arsenale di guerra per umiliare le famiglie della Comunità. Questa incursione paramilitare ha avuto luogo alla presenza degli osservatori internazionali che erano nel sito al momento dei fatti.
Domenica 28 gennaio cinque paramilitari entrarono nella proprietà della nostra Comunità di Pace nell’insediamento La Esperanza, dove arrestarono due membri della Comunità per diversi minuti, annunciando che non ammetteranno “rospi” nella regione e imponendo loro di lasciare la Comunità. Secondo le informazioni da residenti di quel villaggio, i paramilitari hanno aumentato le rimesse ai loro uomini che sono presenti nella zona. Tali rimesse provengono dalla città di Nuevo Antioquia, dove c’è la presenza della forza pubblica, ma lì nessuno vede, nessuno sente o non dice nulla circa la quantità di rimesse che colonne di muli portano ai paramilitari.
La nostra comunità di pace, la popolazione civile della regione e la presenza di diverse organizzazioni internazionali che ci supportano sono stati testimoni dell’invasione, incursione e minacce dei paramilitari nelle ultime settimane nei villaggi nel comune di San José e nei nostri spazi di vita e lavoro comunitario. Il governo rimane sordo e muto davanti al clamore internazionale per la barbarie a cui siamo sottoposti, senza compassione per la gente.
Nuovamente apprezziamo la solidarietà di molti e molte persone che da tutto il mondo ci sostengono con la loro incorruttibile forza morale e volontà di stare insieme davanti alla barbarie a cui siamo costantemente sottoposti.
Comunidad de Paz de San José de Apartadó
Febrero 1 de 2017

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

3 commenti

  • Riportiamo un aggiornamento, purtroppo caratterizzato da brutte notizie, da Nelly Bocchi e dal gruppo 208 di Amnesty:
    “È entrato l’esercito a Mulatos, i paramilitari sono a 5 minuti, pronti ad attaccare. La popolazione civile si sta rifugiando tutta all’ Aldea di Mulatos per l’altissimo rischio di combattimento tra i due gruppi”.

  • Diciamo che la pressione internazionale è servita perché fino ad ora, sabato 15,30,nonstante la presenza delle 2 parti armate , non sta accadendo nulla di violento. La grande domanda è quando l’esercito se ne andrà, che ripercussioni avranno i civili? C è la reale volontà da parte dello stato colombiano di combattere il paramilitarismo?

  • Purtroppo l’ esercito colombiano , senza dare nessun tipo di spiegazione, voleva detenere e farlo portar via in elicottero, Germán, il rappresentante legale della Comunidad, e il comandante ha chiaramente detto che NON faranno nulla contro i paramilitari . A breve uscirà il comunicato della comunità, che velocemente tradurremo e posteremo qui

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