Messico: colpevoli di rendere visibili i femminicidi

A Saltillo una brutta storia di censura e repressione contro un murales che riproduce i volti di tre donne assassinate

di Maria Teresa Messidoro (*)

Nella città di Saltillo, capitale dello stato messicano di Coahuila,  a nord di Città del Messico, ha fatto scalpore  la notizia che il 18 febbraio la giunta comunale ha iniziato un procedimento sanzionatorio contro un murales che riproduce i volti di tre donne assassinate: Serymar Soto, a Torreón; Brenda González a Piedras Negras e Elisa Loyo, a Filipinas.

Le autorità municipali hanno semplicemente applicato il regolamento che si riferisce agli annunci pubblicitari nel centro storico, considerata una zona protetta; con il paradosso di considerare il murales come una forma di pubblicità, con l’aggravante che il viola è proibito come colore in quella zona. Chi sono le colpevoli? La padrona della casa, sul cui muro è stato dipinto il murales, Jacqueline Campbell, attivista nella difesa dei diritti delle donne, e l’autrice, Daniela Pérez Molina.

Jaqueline, stupita quando ha ricevuto la notifica del procedimento numero 20 del 2020 del Comune, che la invita a presentarsi entro otto giorni dalla ricezione dell’atto giudiziario, condanna decisamente questa assurda procedura, affermando che stanno vittimizzando per la seconda volta quelle donne che hanno perso la propria vita proprio per la mancanza di sicurezza, che dovrebbe essere garantita in prima persona dalle autorità locali e federali. Jaqueline inoltre pensa che non si possa stabilire una similitudine tra un murales e un annuncio pubblicitario, che molte volte “vende” le persone, le espone e suggerisce gesti deplorevoli, segni di una cultura machista che non scompare.

Daniela invece, in quanto autrice del murales, ha ricevuto in dicembre, mentre dipingeva l’opera, la notifica dei propri “crimini”, con l’invito a sospendere l’opera. E che invece ha terminato.

Secondo l’artista, ancora una volta, di fronte ad una situazione grave che registra dieci femminicidi almeno al giorno nel paese, la reazione delle autorità è quella di schierarsi contro chi osa ribellarsi e denunciare quanto continua a succedere,  chi diventa portavoce del dolore e della indignazione dei familiari delle vittime.

Ma chi è Jaqueline Campbell?

Jaqueline da anni è assessore nel campo dei diritti umani del Vescovo della Diocesi di Saltillo, Frate Raúl Vera Sanchez; attualmente si occupa in particolare della difesa della terra nei comuni di General Cepeda e Parras de la Fuente, dove si è installato un immondezzaio tossico,del progetto  Ciudad Modelo Derramadero che danneggerà le falde acquifere della zona dove dovrebbe essere costruita e più in generale del problema della privatizzazione dell’acqua.

Per questo, appena lo scorso novembre, è stata oggetto di una violenta campagna diffamatoria, con pericolosi attacchi al suo diritto alla privacy, come hanno denunciato in una lettera pubblica La Red Nacional de Defensoras de Derechos Humanos en México (RNDDHM) e la Iniciativa Mesoamericana de Mujeres Defensoras de Derechos Humanos (IM-Defensoras).

Lettera in cui si ricorda che già nel 2007 Jackie era stata oggetto di diffamazione, quando aveva scelto di accompagnare tredici donne, vittime di violenza sessuale perpretrata da un gruppo di militari; lo stesso è successo nel 2014, quando alti funzionari del governo di Coahuila cercarono di farla abbandonare l’accompagnamento giuridico a persone che avevano subito torture in carcere; e ancora nel 2016 e 2017, quando le stesse associazioni per la difesa dei diritti umani, esprimevano preoccupazione per la sicurezza fisica e l’integrità psicologica di Jackie, sottoposta a nuove calunnie.

 

Quanta è lunga la strada verso una giustizia nei confronti delle donne.

https://www.unotv.com/noticias/estados/coahuila/detalle/mural-sobre-feminicidio-en-saltillo-crea-polemica-esto-dicen-autoridades-237493/

– https://im–  defensoras.org/2019/11/carta-publica-organizaciones-expresamos-preocupacion-por-los-ataque-de-desprestigio-e-invasion-a-la-privacidad-dirigidos-a-la-periodista-y-defensora-de-derechos-uumanos-jaqueline-campbell/

(*) vicepresidente associazione Lisangà Culture in movimento

Teresa Messidoro

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