Com’è incerto, a volte, il Marte-dì

1) Blog invaso felicemente, non solo di sfi; 2) da Urania “ciroccatevi” con il «Demon» di Varley; 3) il gomitolo dei domani possibili; 4) Futuri: 10 domande; 5) uffa gli Ufo.

1 –

Anche oggi la saga dei «cyborghesi» e le interviste spasariane invadono il blog e io me ne rallegro; invece l’astrofilosofo passa (nel senso del poker, insomma salta un giro). Però questo Marte-dì è assediato dagli altri giorni. Così nel corso della giornata troverete in blog un’intervista a Fritjiof Capra e un post sull’antica “convivenza” fra i grandi sauri e i mammiferi. Vi par poco?

2 –

Trentun’anni son parecchi eppure la qualità della scrittura e l’invenzione non mostrano rughe. Se mantiene le promesse, a gennaio Urania riporterà in edicola la prima parte di «Demon» scritto da John Varley nel 1984 e già pubblicato in due tempi nel 1990 (nella traduzione di Roldano Romanelli). Se siete fans di Varley e soprattutto se avete letto i primi due volumi di questa saga – in italiano «Titano» e «Nel segno di Titano» – può darsi che siate «ciroccati» (magari sciroccati di contorno) dunque è inutile che io vi dia consigli. Sto parlando di Cirocco Jones che all’inizio di «Demon» viene presentata così… da qualcuno che le dà la caccia: «già capitana del vascello interplanetario Ringmaster, ex comandante di Stormo degli Angeli, sub rosa Retromadre dei Titanidi, un tempo Grande e Potente ma ormai da un bel pezzo deposta Maga di Gea, ora detta Demonio». Nel giro della sfi di questa astronauta, fata-strega, forse pianeta e divinità spesso ci si innamora follemente (in senso letterario), più raramente la si detesta ma è segnalato anche un terzo raro caso, definito “scettico db” ovvero una furente passione per la prima Cirocco che via via cala. In un certo senso al suddetto db – che sarei poi io e dunque passo alla prima persona – accadde con Cirocco quel che si verificò con Varley: presi una gran cotta all’inizio soprattutto per i romanzi «Linea calda Ophiucus», «La spiaggia d’acciaio», «Millennium» e appunto «Titano» oltreché per molti racconti, in particolare «La persistenza della visione»; poi mi raffreddai. Però sono handicappato in questo sguardo d’insieme dalla scoperta che molto di Varley non è stato tradotto, compresa una recente trilogia. In ogni caso Varley è sempre superiore alla media soprattutto nel campo delle idee. Insomma ve lo consiglio.

3 –

Quel che db voleva proporvi, nelle “feste” trascorse, è dentro un gomitolo che si colloca fra Marte-dì e gli altri giorni. Per esempio alcune citazioni e/o considerazioni scientifiche, talvolta quasi fanta, tratte da «Il migliore dei mondi possibili: matematica e destino» (di Ivar Ekeland) appena recuperato in edicola e da «Innovazione pop» che mi è stato regalato da poco.

Scritto nel 2000, «Il migliore dei mondi possibili» (cangurato da «Corriere della sera» nella collana “La matematica come un romanzo”) mi è parso pieno di pregi e in misura minore di facili effetti. Ma quel che volevo riassumere qui è una parte delle riflessioni sui mondi possibili che si collocano quasi alla fine del libro.

Dopo aver riassunto come di recente noi (umani) abbiamo turbato i grandi equilibri della Terra, il matematico Ekeland scrive: «I mondi possibili si accalcano d’ora in poi dinanzi alla nostra porta. Essi non sono più possibilità virtuali, prese in considerazione da Dio in un lontano passato e definitivamente scartate o vie che i processi storici, che hanno fatto di noi quello che siamo, avrebbero potuto prendere ma non hanno preso. No, sono possibilità attuali […]. Un mondo possibile oggi è un pianeta più caldo, la cui geografia sarà stata profondamente modificata dall’effetto serra […]. Può essere anche, viceversa, un pianeta freddo ove le polveri rigettate nella stratosfera dalle armi atomiche formano una cortina che mantiene un effetto prolungato. Può essere un pianeta il cui strato dell’ozono, molto in alto nel cielo, sarà sparito […]. Può essere ancora un pianeta denudato dall’uomo […] Può essere infine un pianeta senza pesci […]. Può essere un mondo in cui ognuno acquista i propri figli in un mercato organizzato anziché farli secondo il modo ancestrale […] Può essere un mondo in cui un Paese potente avrà fabbricato virus letali ai quali la sua popolazione sarà stata resa resistente grazie a modificazioni genetiche». E così via. Ma con ogni ragione Ekeland aggiunge: «I mondi possibili non sono nelle mani di Dio ma nelle nostre. […] Nulla e nessuno deciderà per noi: né Dio, né natura né destino e neanche il caso». E nelle ultime pagine l’autore riprende il tema dei molti domani possibili alla luce del «bene comune», della difficoltà di avere uno sguardo lungo rispetto agli egoismi del giorno per giorno. E chiude il suo libro così: «La posta in gioco è diventata planetaria: in ogni istante il mondo oscilla fra diversi strati possibili, e sono le nostre decisioni che fanno pendere la bilancia, spesso in maniera irreversibile. Sta a noi fare in modo che queste decisioni siano consapevoli, alimentate da una vera riflessione e che il mondo ne risulti migliore di quello che conosciamo».

Che accordi e stonature ho trovato fra Ivar Ekeland e «Innovazione pop»? Riprenderò il filo fra 7 giorni … se no questo post diventa troppo lungo. Ma, se volete, al punto successivo c’è comunque una connessione.

4 –

È uscito il quarto numero di «Futuri», la rivista trimestrale dell’Italian Institute for the Future, intitolato «10 domande sul nostro futuro (non troppo) remoto», con i contributi dei partecipanti al Congresso Nazionale di Futurologia organizzato alla Città della Scienza di Napoli lo scorso 8 novembre.


I temi spaziano dalle applicazioni dei futures studies (Carolina Facioni) all’estensione della vita (Bruno Lenzi), dalla fine del lavoro (Vincenzo Moretti) alla resilienza delle città ai cambiamenti climatici (Piero Pelizzaro), dalle megalopoli del futuro (Emmanuele Pilia) all’anticipazione sociale (Roberto Poli), dagli indicatori per le previsioni di lungo termine (Fabiola Riccardini) all’accesso dell’Italia al near space (Gennaro Russo) terminando con una disamina sugli aspetti scientifici, etici e sociali del transumanesimo (Giancarlo Stile e Giuseppe Vatinno).

Ne emerge un quadro che, come scrive nell’editoriale in apertura il direttore Roberto Paura, dimostra quanto sia ormai matura la “scienza del futuro” e quanto sia importante, anche in Italia, introdurre le nuove metodologie di anticipazione offerte dai futures studies.

Tra gli altri articoli del numero, gli Osservatori di ricerca dell’Iif trattano della nuova guerra fredda tra Usa e Cina, del ruolo del metano nel riscaldamento globale, del contributo allo sviluppo economico dei poli tecnologici e parchi scientifici, di economia collaborativa, sistemi di backup della civiltà tecnologica, aumento della popolazione, sfide della nuova politica estera europea.

«Futuri» (64 pagine) è disponibile sia in cartaceo (€ 4,90) che in ebook (€ 2,99), sul sito www.instituteforthefuture.it e su tutte le principali librerie online.

5 –

Ufo sta per “Una frode oltreatlantico”? Ricevo (da Andrea) e posto.

Account twitter ufficiale della CIA: Reports of unusual activity in the skies in the ’50s? It was us.
http://t.co/BKr81M5OUN (PDF 9.26MB)

La Cia ha ammesso: i presunti Ufo avvistati tra gli anni ’50-’60 erano frutto di test segreti compiuti dagli aerei spia U-2.
Nell’account ufficiale Twitter la Cia scrive:
«Le notizie sull’attività inusuale nei cieli negli anni Cinquanta? Siamo stati noi». L’aereo testato dalla Cia era in grado di volare a 70mila piedi, un’altitudine che all’epoca sembrava impossibile all’uomo poter raggiungere, facendo sospettare, specialmente ai piloti, che qualcosa di strano stesse accadendo nei cieli.
«In quegli anni la maggior parte degli aerei commerciali volava a 20mila piedi e quelli militari a 40mila».
«Di conseguenza, una volta che gli U-2 iniziarono a volare sopra i 60mila piedi, i controllori del traffico aereo iniziarono a ricevere testimonianze dell’avvistamento di Ufo».
La Cia, in realta’, fece un controllo incrociato con le segnalazioni e i suoi registri di volo, ma quando capì che si trattava degli aerei spia U-2 mantenne il silenzio.
Il rapporto fa parte dei documenti declassificati nel 2013 che rivelarono l’esistenza della famosa Area 51 nel Nevada, la base top-secret militare dove venivano fatti vari test.
Fonte: Ansa.

Questa notizia meriterebbe un paio di riflessioni e molte ulteriori indagini; ma intanto… se davvero all’Ansa hanno scritto che di Area 51 si parla dal 2013 hanno toppato di grosso.

 

 

Redazione
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4 commenti

  • punto 5… UFO…., Più di un paio le riflessioni che si dovrebbero fare. La CIA, già, la CIA
    L'”ammissione” della CIA non e’ ne’ una novita’ ne’ uno scoop. Basta leggere la letteratura seria (ovvero quella che parla di UFO come “fenomeni” (nota il plurale) e non necessariamente di navicelle spaziali pilotate da ET, per vedere che numerosi rapporti di “avvistamento”, anche relativamente recenti, hanno come generatore prove di volo di velivoli sperimentali oppure di velivoli normalmente in uso ma impegnati in quei momenti in missioni sperimentali per prove delle strutture ingegneristiche e/o di sistemi di ingaggio strategico, ecc. ecc. Del resto nella “saga” dei “dischi volanti” ormai “UFO” (tutto maiuscolo, per cortesia, poiche’ trattasi di acronimo – vedi “Il nuovo manuale di stile” di Roberto Lesina, Zanichelli, 2004) e’ sinonimo di “astronave extraterrestre” e spesso anzi un ometto verde con naso a trombetta assume la definizione di UFO… Ma cio’ e’ palesemente arbitrario.
    Invece di leggere *solamente* autori commerciali, basterebbe leggere l’importante letteratura ufologica di autori che sono anche scienziati: Carl Sagan, J.Allen Hynek, Thornton Page, James McDonald e, guarda caso, Edward Condon, colui che seconda la pubblicistica spicciola viene definito come lo scienziato che ha negato l’esistenza dei *fenomeni UFO* mentre in realta’ ha affermato, in chiusura del suo comitato governativo negli anni ’60, che “… “Gli UFO non rappresentano un pericolo per gli USA… E quindi ogni ulteriore indagine non e’ giustificata.” Una conclusione/raccomandazione firmata e controfirmata dal governo USA e dalla CIA… Non serve essere uomo di scienza per capire che Condon NON ha negato nullo e il suo “Report” di un migliaio di pagine… e’ in realta’ quanto di meglio si possa leggere di ufologicamente interessante. E le sue conclusioni sono palesemente pro esistenza dei “fenomeni UFO”. Gli “ufologi” con serie basi di conoscenza, da anni affermano quanto la CIA ha recentemente ammesso. La “griglia di identificazione” sulla quale poggia l’attivita’ dell’ufologia serie e’ ricchissima di riferimenti a velivoli sperimentali e convenzionali.

  • Non mi sono mai intressato agli UFO, per me materia di scarso interesse. Lo diventano oggi, a causa delle ammissioni della CIA, che non trovo convincenti e prive di motivazione. Perché oggi? E perché a tale livello di semplificazione. Il livello è tale che uno è portato a credere proprio il contrario. E se fosse proprio questo lo scopo? Cioé far credere che gli UFO dell’ufologia esistono e questo sarebbe l’ultimo tentativo per nascondere la realtà?
    Personalmente trovo difficle crede a che mente per lavoro, per vocazione e per professione.

  • nel mio intervento affermavo che non era uno scoop… ma dopo qualche verifica direi che e’ proprio uno scoop tentato dalla nostra agenzia stampa per antonomasia… Dunque, un tweet del 4 luglio dello scorso anno, ribadito da un “cinguettio” del 29 dicembre di un documento del 1998… Tutta roba vecchia se non vecchissima. Il fine? Un sistema ben piu’ sottile del mentire, in uso comune dell’Agenzia USA: Debunking. Si mostra interesse ad un fatto o un argomento e poi si costruisce un’ altra forte argomentazione contraria. Il discredito, insomma, ma raggiunto partendo da un credito… Per gli UFO il primo uso e’ nel credito dato alla commissione Condon (1966-1968). Esce il rapporto Condon e i media parlano di “UFO” che “NON ESISTONO” mentre in realta’ il rapporto, come dicevo nell’intervento precedente.. “non rappresentano un pericolo per gli USA”. Ma la storia e’ molto complessa e vasta. Nel mio archivio sono un metro lineare almeno di pagine… e sono solo la documentazione, non quanto e’ stato scritto e pubblicato che e’ ben piu’ vasto. Gli UFO sono un affare serio.

    • Mi pare di capire che Renzo e altri dicano: questa grande cagnara sul segreto degli Ufo (persone rapite, Area 51 eccetera) ci distrae da un problema serio: nei cieli sopra di noi ci sono alcuni fenomeni ancora non spiegati e persino poco indagati.
      Mi piacerebbe che Renzo, quando ha tempo, ci guidasse nel suo archivio, insomma scrivesse qualcosa.

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