Come si scrive fantascienza – 10

Dove vai se la documentazione non ce l’hai?

di Giulia Abbate

Bentornata, bentornato! Eccoci qui come ogni mese a parlare delle buone pratiche per leggere e scrivere fantascienza… possibilmente bene!

Nel post di oggi, gli argomenti si sovrappongono: la documentazione è infatti una attività che riguarda tanto la lettura quanto la scrittura.

Si è soliti pensare che il lavoro di documentazione, quando si parla di narrativa e scrittura creativa, riguardi soltanto le opere storiche. […] Ma la documentazione è una necessità costante anche per tutti gli altri, di qualunque genere sia la nostra opera.

Da: Il lavoro di documentazione – sul blog di Studio83

Ovviamente, la fantascienza è un altro genere nel quale documentarsi è quasi obbligatorio. Dico quasi, perché qui dobbiamo distinguere tra le due scuole.

C’è la hard SF, che si batte sul terreno tecnico e scientifico: qui la necessità di documentazione è intrinseca, a meno che tu non sia un ingegnere nucleare che ama scrivere racconti fra un progetto atomico e l’altro. Cosa possibilissima, anzi più che probabile: tra gli scrittori di hard sci-fi ce ne sono tanti che sono per prima cosa scienziati, tecnici, che non hanno studiato lettere o scrittura ma materie scientifiche, e da lì poi arrivano alla fiction. Il che è anche una ragione per la quale in tanti casi la hard sf è scritta così male ma questa è un’altra storia.

Poi c’è la soft sci-fi, ovvero quel tipo di digressione fantascientifica dove la scienza è in secondo piano e può anche essere completamente assente. Parliamo di fantascienza sociale, ad esempio, o di distopia generica, o di space opera “antigravitazionale” (= campata in aria) o di fiction più previsionale o intellettuale, o di paradossi temporali facili, o di una semplice storia ambientata nel futuro. Questo tipo di fantascienza è vista come più scialla, non devi essere fisico quantistico per scriverla, basta ragionarci un po’ su, farti venire un’idea in uno scenario più o meno plausibile. Il che è anche una ragione per cui la soft sci-fi… hai capito.

Quello che voglio dire è che non hai scorciatoie. Devi studiare e basta, le chiacchiere stanno a zero.

Non puoi scrivere basandoti solo sulla tua capacità di sviluppare una bella idea: a un certo punto della tua pianificazione deve esserci un momento in cui fai mente locale, tiri giù una lista delle cose che devi studiare e te le studi.

Leggere. Ecco qui che la lettura torna importante. Devi leggere e cercare sia prima, che durante che dopo la scrittura.

Prima della scrittura devi leggere (e in generale acquisire informazioni: anche film, musica e opere d’arte possono servire in alcuni casi) per acquisire il background di ciò che devi scrivere.

Durante la scrittura devi integrare quello che ti rendi conto di non sapere ancora bene: questa consapevolezza ti arriva mentre scrivi, perché ti confronti con tanti piccoli dettagli ai quali magari non hai pensato in fase di preparazione. È normale. E non farti spaventare: se ti accorgi che ti manca un pezzo importante fermati e cerca, ma se hai dubbi o dettagli da sistemare non interrompere il flusso creativo e dedica alla documentazione integrativa dei momenti separati, magari fra la scrittura di un capitolo e l’altro, così non blocchi la fase creativa del cervello. Metti una X gigante e in grassetto dove ti manca qualcosa e a fine sessione scrittoria riepiloga, integra e aggiungi.

Dopo la scrittura… è tutto finito, giusto? No, manco per niente. Dopo la scrittura c’è la revisione. E durante la revisione, che si basa sulla rilettura, potresti accorgerti di aver trascurato qualcosa, o di aver dato male una certa informazione, o che insomma hai bisogno di sapere delle cose in più per completare e rifinire il quadro come pensi sia giusto.

Quindi, che dire: buona documentazione!

Il discorso sulla documentazione continua nel prossimo post, dove distingueremo fra i vari tipi di documentazione e come sempre vedrò di “buttarla in caciara” con qualche esempio di vita vissuta.

Nel frattempo, ti segnalo un post uscito oggi sul blog di Studio83, sempre sulla documentazione: nello specifico, sui suoi vantaggi anche al di là della scrittura.

La serendipità è quella felice coincidenza che si verifica quando ti imbatti in qualcosa mentre cercavi qualcos’altro. A me capita tantissime volte…

Dal post “Quinta regola del successo per scrittori: studia!” sul blog di Studio83

Ci vediamo qui il mese prossimo! Buone scritture!

Redazione
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