Competizione globale sullo sfondo della globale catastrofe

Il futuro poco rassicurante che ci aspetta.

di Roberto Rosso (*)

L’analisi dei processi di trasformazione dell’attuale modo di produzione evidenzia contraddizioni che si intrecciano, si accavallano, i cui effetti non si sommano, ma producono effetti secondo logiche non lineari che si manifestano al superamento di determinate soglie. Lo scenario da descrivere è sterminato, sono possibili e necessari livelli di analisi molto differenziati in termini di profondità e di ampiezza dell’oggetto. La sequenza di articoli che stiamo producendo costituisce un cammino di esplorazione questa realtà, in cui cerchiamo di mettere in relazioni l’innovazione tecnologica trainata dalle tecnologie dell’informazione che investono in modo pervasivo tutte le filiere in primo luogo le tecnologie della vita e rendono sempre più autonomi e astratti i circuiti finanziari monetari, trasformano il confronto strategico militare caratterizzato dallo sviluppo della tecnologia definita come warfare. Sulla trasformazione delle strategie e delle tecnologie militari, indotte dal digitale può essere illuminante il documento dalla Rand Corporation sulla trasformazione delle strategie e delle tecnologie cinesi1.

Particolarmente significativo è il seguente passaggio “Chinese military publications indicate that the PLA has recognized that war is no longer a contest between particular units, arms, services, or even specific weapons platforms of competing adversaries, but rather a contest among numerous adversarial operational systems. This mode of fighting is unique to modern warfare, as are the battlefields on which conflict is waged. This is referred to as systems confrontation [体系对抗]. Systems confrontation is waged not only in the traditional physical domains of land, sea, and air, but also in outer space, nonphysical cyberspace, electromagnetic, and even psychological domains.”

Il confronto con la Cina costituisce la posta in gioco fondamentale della politica statunitense il confronto strategico fondamentale dei prossimi decenni, sempre per avere un punto di vista di parte americana si può prendere visione di un altro rapporto della RAND Corporation2. Nel mese di marzo l’amministrazione Biden ha istituito la ‘China Task Force’3.

Non stiamo prendendo in esame il ruolo della Russia che non è certo di poco conto per il livello quantomeno dei suoi armamenti, benché il suo peso economico sia ben al di sotto di quello cinese, oltre nella produzione di idrocarburi dove gioca un ruolo nell’OPEC allargata. Il riavvicinamento tra Cina e Russia, segnali di un avvio di collaborazioni strategiche -anche sul piano militare e dell’intelligence- indicano che il gioco si sta riaprendo e preoccupa non poco l’amministrazione Biden4 nonostante la capacità russa di intervenire in cotesti regionali di importanza strategica come in Medio Oriente. Siamo di fronte ad uno sviluppo che va oltre la ormai assodata la complementarietà tra due economie, una affamata di materie prime quella cinese, e l’altra che invece ne è ricca.

Gli orizzonti trasformativi, gli orizzonti di crisi radicale -ovvero di rottura di equilibri mai stabilizzati-

di cui l’intreccio tra innovazione tecnologica e crisi climatica costituisce un nodo ed una sintesi- non vengono affrontati in una sorta di ideale agorà globale, ma sono oggetto di una competizione globale, sempre più feroce dove la posta in gioco è  il controllo sulla riproduzione della vita a livello globale – a partire dal controllo e dall’appropriazione sul suolo fertile che diventa una risorsa sempre più scarsa e della cui fragilità non siamo consapevoli- sul controllo e l’estrazione di valore dalle relazioni sociali tramite i media sociali.

In generale diventa una risorsa scarsa la costruzione di un territorio che sia socialmente ed ambientalmente ‘abitabile’.

La vicenda della pandemia da Sars-Cov-2 , l’assenza di un agire strategico che impatti lo sviluppo del contagio a livello globale per evitare il ritorno di nuove varianti nelle regioni già vaccinate è la dimostrazione più lampante dell’incapacità di agire globalmente, di realizzare strategie di sopravvivenza che riguardino l’insieme del genere umano. È indubbiamente una strategia suicida quella che accumula centinaia di milioni di dosi vaccinali in Europa e Negli Stati Uniti mentre miliardi persone ne sono private, contemporaneamente lale potenzialità produttive non vengono utilizzate mettendo a disposizione il know how dei processi produttivi dei vaccini. Una situazione analoga si realizza nei confronti della crisi climatica e ecologica indotta dal riscaldamento globale, essa è ormai unanimemente riconosciuta, ma costituisce il terreno privilegiato della competizione globale, nei suoi diversi aspetti diventa parte dei contesti operativi del confronto strategico, citato dal rapporto della RAND Corporation quando analizza le dottrine militari dell’esercito cinese, che considera parte del nuovo warfare in generale. Per farsi una idea basta leggere il documento del Ministero della Difesa italiano “Concetto SCENARI FUTURI: tendenze ed implicazioni per la Sicurezza e la Difesa”5.

Nella competizione globale gli Stati Uniti temono di essere superati dalla Cina sul piano economico e soprattutto tecnologico6, questo timore ha spinto Democratici e Repubblicani a superare la logica dello scontro di questi mesi in senato su tutti i provvedimenti della amministrazione Biden, arrivando ad approvare provvedimenti straordinari per finanziare con 50 miliardi di dollari la produzione di semiconduttori, assieme ad un altro provvedimento che dovrebbe generare una spesa di 250 miliardi di dollari, in gran parte nei primi 5 anni.  All’interno dei provvedimenti – che debbono completare il percorso legislativo tornando alla Camera dei Rappresentanti prima di essere pronti per la firma del presidente –  è prevista la creazione di un nuovo direttorato la cui azione sarà focalizzato sulle applicazioni di Intelligenza Artificiale e Quantum Computing.

Per altro il confronto tra Usa e Cina si sviluppa nel contesto di relazioni commerciali ampie, nonostante il deterioramento  indotto dalla politica dell’amministrazione Trump e il mantenimento di provvedimenti che cercano di favorire la ripresa dell’economia nazionale e tendono in particolare a controllare l’uso di tecnologie, applicazioni e dispositivi digitali cinesi; nel mese di marzo il deficit da parte americana è cresciuto del 22 % raggiungendo 36,9 miliardi di dollari7. La Cina è stata la prima economia a riprendersi dall’urto della pandemia, ma ormai si è nel pieno di una ripresa globale delle economie ‘vaccinate’ con i problemi che peraltro che sono emersi proprio nella disponibilità di semiconduttori, di materie prime strategiche8 e semilavorati oltre che nella disponibilità di container.

In particolare nel settore dei semiconduttori si manifesta la contraddizione più eclatante “L’insufficienza di offerta che da metà 2020 si registra nel mercato mondiale dei microprocessori è dovuta a tre ragioni: la crescita della domanda di chip per la produzione di computer e smartphone nel periodo di smart working e di virtualizzazione di molte attività; un calcolo errato dell’industria automobilistica, che è tra i maggiori utilizzatori di microprocessori, e che ha sbagliato le previsioni su quello che sarebbe stato l’andamento del mercato, sottovalutando la ripresa della domanda; l’accaparramento di scorte di microchip da parte della Cina, come misura preventiva rispetto al decoupling per garantire l’operatività di aziende come Huawei e di settori come l’automotive (nel 2020, la Cina ha importato microprocessori per un valore di 380 miliardi di dollari, una quota rilevante di tutto l’import).” 9.

Sempre nello stesso articolo di Luca Balestrieri leggere: “L’Executive Order on American Supply Chains10, firmato dal presidente Biden il 14 febbraio scorso, avvia un’azione ad ampio spettro di consolidamento e riorganizzazione delle filiere nei settori cruciali per la leadership tecnologica, la ricostruzione industriale e la sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Vi è indicato un orizzonte di brevissimo termine, cento giorni, per avere dei piani di intervento su aree dove il tema della vulnerabilità delle supply chains ha urgenza politica: la filiera farmaceutica, ovviamente, per mettere in sicurezza la produzione dei vaccini, ma anche i superconduttori, le batterie ad alta capacità e l’approvvigionamento di minerali strategici. Nel breve-medio termine, un anno, dovranno essere poi predisposti piani per l’insieme della base industriale degli Stati Uniti: le industrie legate alla difesa, l’energia, l’ICT e i dati, i trasporti, l’alimentare, il complesso dei beni e servizi necessari alla sicurezza sanitaria.” In questo contesto si comprendono meglio i motivi degli ingenti finanziamenti in corso di approvazione di cui sopra.

Siamo di fronte alla più classica politica di potenza, nel cui contesto è sempre più stretto il nesso tra innovazione tecnologica, strategie militari e produzione di armamenti nel senso più ampio del termine inglese warfare, particolarmente evidente negli Stati Uniti nel rapporto tra il dipartimento della difesa (DOD) e Dipartimento dell’Energia11 per il ruolo che quest’ultimo è venuto via via assumendo nella produzione di nuove tecnologie oltre che nel settore delle energia e del nucleare in particolare.

“DOE also funds research initiatives in sustainable and alternative energies, AI and machine learning, quantum computing, and even genomics, one of the more controversial areas of its scientific endeavors. According to the “Genomics” section on Energy.gov, the Human Genome Project was initially launched by DOE to better understand the genetic effects of radiation exposure, “but there was clear awareness that success in the project would have much broader consequences for both science and society.” “

In buona sostanza in questa competizione globale assistiamo ad un incremento delle diseguaglianze ad un aumento dei conflitti per l’accaparramento di risorse strategiche, è quanto abbiamo sottolineato nel precedente articolo “La perdita della ragione di uno sviluppo smisurato.”

Viene spontaneo chiedersi quale sia in questo contesto il ruolo dell’Europa o meglio dell’Unione Europea, stiamo analizzando a fondo strategie, studi e provvedimenti nel campo dell’innovazione digitale e tecnologica, una amplissima produzione, uno work in progress che cerca di tener dietro al ritmo frenetico della trasformazione in corso; questo sito mantiene costante il focus sule vicende europee, del continente, dei singoli paesi e delle istituzioni comunitarie.

L’impressione, che in queste poche righe non approfondiamo, è che l’Unione sia un vaso di coccio tra vasi di ferro, senza distinguersi con una logica alternativa per un diverso modello di sviluppo; essendo coerente con il modello globale, sembra incapace comunque di darsi un indirizzo strategico unitario. La critica radicale che noi esprimiamo nei confronti dell’attuale modello di sviluppo capitalistico, nelle sue varianti regionali e continentali in particolare al ‘modello europeo’, non ci può esimere da una analisi della situazione determinata in cui gli assetti politici e istituzionali europei sembrano avvitarsi su sé stessi, lasciando l’intera Unione sempre più subordinata a rapporti di forza, che si sviluppano in conflitti di cui l’Europa è sempre più un attore minore. Ciò non significa auspicare la nascita di una vera e propria politica di potenza europea, ma dare un fondamento più solido alla propria critica e alla propria azione politica, dove l’analisi ‘interna’ è strettamente connessa a quella del contesto globale in un groviglio inestricabile di contraddizioni. Il post Covid dopo l’intervento dei vaccini, sempre che non si subiscano seri contraccolpi da nuove varianti del corona virus, si apre sotto il segno di una accelerazione straordinaria dei processi di ristrutturazione dei rapporti sociali di produzione; c’ è bisogno di un analogo ed adeguato salto nella nostra analisi ed azione politica.

NOTE
  1. https://www.rand.org/pubs/research_reports/RR1708.html qui il report può essere scaricato[]
  2. https://www.rand.org/pubs/research_reports/RRA447-1.html []
  3. https://www.defense.gov/Explore/News/Article/Article/2519254/china-task-force-begins-work-dod-makes-progress-on-covid-19/ []
  4. https://www.lowyinstitute.org/the-interpreter/russia-china-unholy-alliance)) Il gioco ovviamente è molto complesso e si articola su vari levelli dal regionale al globale e su vpiani diversi del confronto strategico dove il ruolo della Russia appare subordinato alla polarizzazione USA-Cina  https://thediplomat.com/2021/06/the-modern-china-russia-us-triangle/  []
  5. http://www.difesa.it/SMD_/Staff/Reparti/III/CID/Dottrina/Pagine/default.aspx []
  6. https://www.theguardian.com/world/2020/dec/26/china-to-overtake-us-as-worlds-biggest-economy-by-2028-report-predicts []
  7. https://www.theguardian.com/business/2021/may/27/us-china-hold-first-candid-trade-talks-under-biden-tenure []
  8. https://www.pandorarivista.it/articoli/le-terre-rare-l-era-digitale-e-il-grande-gioco-sulla-tavola-periodica/  []
  9. https://luissuniversitypress.it/sicurezza-supply-chains-politica-industriale/ []
  10. https://www.whitehouse.gov/briefing-room/presidential-actions/2021/02/24/executive-order-on-americas-supply-chains/ []
  11. https://www.thedrive.com/the-war-zone/35197/the-department-of-energy-may-be-the-best-place-to-keep-a-secret l’articolo, molto esauriente anche dal punto di vista storico, curiosamente è pubblicato in una sezione ‘specializzata ‘War zone’ di un sito TheDrive.com  che si occupa come dice il nome di argomenti attinenti al mondo dell’auto []

 

(*) Link all’articolo originale: https://transform-italia.it/competizione-globale-sullo-sfondo-della-globale-catastrofe/

Redazione
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