Con l’elmetto in testa anche 100 anni dopo?

     «La Grande Menzogna. Tutto quello che non vi hanno mai raccontato sulla I guerra mondiale» a Roma: venerdì 13 novembre, ore 18.

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  Ci saranno gli autori – Valerio Gigante, Luca Kocci e Sergio Tanzarella – con Sandro Portelli presso la libreria Anomalia e Centro di documentazione anarchica (in via dei Campani, 73: 06 491335, www.libreriaanomalia.org).

Come spiega la presentazione «In questi scampoli di 2015, anniversario del centenario dell’ingresso dell’Italia nel I conflitto mondiale, questo libro costituisce un’occasione molto critica e diversa per ricordare i motivi della nostra adesione». E magari per iniziare a discutere sulle nuove facce del militaruismo che sta spingebdo l’Italia in un nuovo abisso.

«Sono trascorsi 100 anni dall’inizio della Prima guerra mondiale […] orgoglio e unità nazionale, identità europea, sacrificio eroico di vite umane. Ancora dopo un secolo in Italia non conosciamo se non approssimativamente il numero dei soldati morti, di quelli feriti, dei civili deceduti direttamente e indirettamente e di coloro che in seguito agli stenti della guerra furono più esposti all’epidemia della “spagnola”. Così si impone la spiegazione della guerra con un disegno superiore e alto – Italia ed Europa – e rispetto ad esso si continua a tacere della morte di oltre 650.000 soldati italiani, di 500.000 feriti gravi, di 600.000 prigionieri abbandonati dall’Italia – senza aiuti e assistenza – perché considerati disertori e codardi, di errori strategici pacchiani, di 40.000 soldati impazziti, di un indebitamento che si è estinto solo negli anni ’80, di una truffa colossale sulle spese di guerra con imputati generali, politici, industriali – tra cui i grandi gruppi Ansaldo e Ilva – tutti rimasti impuniti. Quella guerra fu soltanto una catastrofe nazionale totale che ancora viene presentata ed edulcorata con la patriottarde parole di “eroico sacrificio”, riproponendo così dopo un secolo la mistica di guerra della propaganda.

L’effettiva necessità di un’adesione dell’Italia alla prima guerra mondiale è solo la prima di una serie di questioni affrontate nel pamphlet La Grande Menzogna. Attraverso microsaggi, densi e al contempo scorrevoli, vengono presi in esame altri controversi argomenti attorno al primo conflitto mondiale degli italiani: gli interessi della grande industria, lo scandalo delle forniture militari, il macrosistema di corruzione e corruttele che ne derivò ma che fu impossibile scoperchiare fino in fondo; il ruolo giocato dalla Chiesa con – da un lato – l’inflessibile e costante condanna della guerra di papa Benedetto XV e – dall’altro – l’apporto decisivo dei cappellani militari nel consolidamento di un’ideologia filobellica assieme alla mobilitazione patriottico-religiosa del capitano medico Agostino Gemelli; la gestione del tempo libero al fronte, con prostitute segregate a forza in case d’appuntamento previste esclusivamente per i soldati al fine di tutelarli da possibili malattie infettive che ne avrebbero minato l’integrità fisica; l’azione arbitraria dei tribunali militari, che, con il pretesto dell’emergenza, di fatto ammettevano il restringimento di qualunque diritto degli imputati fino alla giustificazione della famigerata pratica della decimazione; l’impazzimento di circa 40.000 soldati superstiti, i cosiddetti “scemi di guerra”; la prigionia di massa, uno degli elementi caratteristici della Prima guerra mondiale: circa 8 milioni e 500.000 detenuti, di cui 600.000 italiani, una percentuale altissima, se paragonata agli altri Stati vincitori, che combatterono un anno in più e con eserciti di gran lunga più numerosi; la costruzione del mito della guerrada tragedia a epopea – attraverso luso politico della memoria – dall’edificazione di monumenti ai caduti e sacrari militari sino alla simbologia potentissima del milite ignoto.

Rigettando senza se e senza ma la tesi dell’inevitabilità della partecipazione italiana al primo conflitto mondiale e denunciandone le brutture, il libro degli storici Gigante, Kocci e Tanzarella rigetta l’idea che la guerra in generale resti un’alternativa possibile pur nella sua drammaticità, e ammonisce a difendersi più che mai da tale “narrazione”».

DEL LIBRO SI E’ PARLATO PIU’ VOLTE IN “BOTTEGA”, A ESEMPIO QUI: Mormorò il Piave: bugie lunghe 100 anni (2)

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Valerio Gigante, Luca Kocci, Sergio Tanzarella, Alessandro Portelli, libreria Anomalia, Roma, prima guerra mondiale, Ansaldo, Ilva, Benedetto XV, cappellani militari, Agostino Gemelli, prostitute, soldati, generali, tribunali militari, decimazioni, milite ignoto,

danieleB
Un piede nel mondo cosiddetto reale (dove ha fatto il giornalista, vive a Imola con Tiziana, ha un figlio di nome Jan) e un altro piede in quella che di solito si chiama fantascienza (ne ha scritto con Riccardo Mancini e Raffaele Mantegazza). Con il terzo e il quarto piede salta dal reale al fantastico: laboratori, giochi, letture sceniche. Potete trovarlo su pkdick@fastmail.it oppure a casa, allo 0542 29945; non usa il cellulare perché il suo guru, il suo psicologo, il suo estetista (e l’ornitorinco che sonnecchia in lui) hanno deciso che poteva nuocergli. Ha un simpatico omonimo che vive a Bologna. Spesso i due vengono confusi, è divertente per entrambi. Per entrambi funziona l’anagramma “ride bene a librai” (ma anche “erba, nidi e alberi” non è malaccio).

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