Constantinos Kavafis: «Aspettando i barbari»
48esimo appuntamento con “la cicala del sabato” (*)
Aspettando i barbari
Cosa aspettiamo qui riuniti al Foro?
Oggi devono arrivare i barbari
Perché tanta inerzia al Senato?
E i senatori perché non legiferano?
Oggi arrivano i barbari
Che leggi possono fare i senatori?
Venendo i barbari le faranno loro
Perché l’imperatore si è alzato di buon’ora
e sta alla porta grande della città, solenne
in trono, con la corona sulla fronte?
Oggi arrivano i barbari e il sovrano
è in attesa della visita del loro
capo: anzi, ha già pronta la pergamena
da offrire loro in dono
dove gli conferisce nomi e titoli
Perché i nostri due Consoli e Pretori
stamane sono usciti in toga rossa ricamata?
Perché portano bracciali con tante ametiste
e anelli con smeraldi che mandano barbagli?
perché hanno in mano le rare bacchette
tutte d’oro e d’argento rifinito?
Oggi arrivano i barbari
e queste cose ai barbari fan colpo
Perché non vengono anche i degni
oratori a perorare come sempre?
Oggi arrivano i barbari
e i barbari disdegnano eloquenza e arringhe
tutto a un tratto perché questa inquietudine
e quest’agitazione? Oh, come i visi si son fatti gravi
Perché si svuotano le vie e le piazze
e tutti fanno ritorno a casa preoccupati?
Perché è già notte e i barbari non vengono
è arrivato qualcuno dai confini
a dire che di barbari non ce ne sono più.
Come faremo adesso senza i barbari?
Dopotutto, quella gente era una soluzione
[da «Cinquantacinque poesie», a cura di Margherita Dalmati e Nelo Risi]
(*) Ricordo che qui, il sabato, regna “cicala”: libraia militante e molto altro, codesta cicala da una quindicina di anni invia ad amiche/amici per 3 o 4 giorni alla settimana i versi che le piacciono; immaginate che gioia far tardi la sera oppure svegliarsi al mattino trovando una poesia. Abbiamo raggiunto un accordo: lei sceglie ogni settimana fra le ultime poesie che ha inviato quella da regalare alla “bottega” e io posto. Perciò ci rivediamo qui fra 7 giorni. [db]