Cosa è la Fantascienza secondo Alessandra Daniele (e Dick)

Sono decenni che, senza trovare ascolto, mi sgolo per estromettere il profetismo dalle caratteristiche attribuibili alla fantascienza. Finalmente incontro qualcuno le cui idee coincidono con le mie. Incontro l’Alessandra Daniele protagonista dei mercoledì (ore 9) di questo blog. La quale è possibile che riceva maggiore considerazione di quella che è toccata al sottoscritto. Possibile la riceva per la migliore approssimazione al tema e per la splendida sua perenne capacità di dire maggior cose con il minor numero di parole.
Grazie Alessandra Daniele. E fai sentire la tua voce ogni tanto (su questo blog o sul mio – di domenica – non ha importanza). Ci renderai felici.

Mauro Antonio Miglieruolo

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26novPEJZAZ PODWODNY

“Lo scopo della fantascienza non è prevedere il futuro. Al contrario di quanto sembrano credere i suoi principali detrattori, l’sf, quella vera, parla per metafore innanzitutto del presente, esasperandone le tendenze dominanti – a volte fino all’iperbole allegorica – per farle risaltare, svelarne le autentiche dinamiche, e le radici che affondano nell’eterno substrato inconscio dell’umanità. Ma proprio per questo diventa così spesso profetica, come un uomo che dalla cima d’una montagna riesca a vedere più in là di chi resta a valle, per il merito d’essersi scelto il miglior punto d’osservazione, la visuale più ampia.”
A. Daniele 2007

“La fantascienza è una forma d’arte sovversiva, che richiede scrittori e lettori con pessime abitudini come quella di chiedersi ’perché?’ ‘come mai?’ ’chi l’ha deciso?’ ”
Philip K. Dick 1978

Miglieruolo
Mauro Antonio Miglieruolo (o anche Migliaruolo), nato a Grotteria (Reggio Calabria) il 10 aprile 1942 (in verità il 6), in un paese morente del tutto simile a un reperto abitativo extraterrestre abbandonato dai suoi abitanti. Scrivo fantascienza anche per ritornarvi. Nostalgia di un mondo che non è più? Forse. Forse tutta la fantascienza nasce dalla sofferenza per tale nostalgia. A meno che non si tratti di timore. Timore di perdere aderenza con un mondo che sembra svanire e che a breve potrebbe non essere più.

  • Concordo con Alessandra e con il vecchio Phil… e la fantascienza non è mai venuta meno a questa premessa. Di solito la vena profetica viene messa in luce, anche con intenti completamente denigratori, da parte di coloro che la snobbano o peggio la criticano per nascondere le proprie inettitudini.
    Jules Verne non era di certo uno scrittore di fantascienza perchè parlava di macchine mirabolanti ma perchè descriveva l’effetto della tecnologia sulle persone. Come Wells, come tutti coloro che sarebbero venuti. Isaac Asimov ben lo sapeva. E cosi tutti gli altri, uniti appunto in questo comune obiettivo che caratterizza la fantascienza… indagare con metodo speculativo gli effetti della conoscenza riguardo al quotidiano delle persone, sia nel mondo esteriore che in quello interiore, non è altro che praticare la filosofia a livello profondo. La fantascienza non è dunque allegorica o profetica… la fantascienza è una conseguenza di una forte e consapevole pratica filosofica… come ha notato pure Giuseppe Lippi, parlando del fatto di quanto siano labili ormai i paletti che delimitano il genere… poichè egli non comprende che la fantascienza è un modo di espressione conseguente alla pratica filosofica quotidiana, esattamente come i dialoghi di platone non sono un genere ma la conseguenza della pratica filosofica. Quindi Platone era il primo vero scrittore di fantascienza, a cui non solo Dick è fortemente debitore, ma tutta la filosofia e la conseguente fantascienza occidentale. Anzi, per parafrasare un acuto e profondo commento del filosofo Alfred N. Whitehead, la fantascienza occidentale non è altro che una chiosa e un commento alla filosofia di Platone.
    Ovviamente questa è una riflessione personale e il movente essenziale per il quale io sono l’Astrofilosofo e non un filosofo da salotto o da talk show, non vuole assolutamente essere legge o regola per altri che amano il genere, grandioso, della fantascienza tout court.
    Però è interessante vedere come il filo rosso messo messo in risalto da Alessandra e da Dick sia veramente presente e fondamentale per ogni scritto di fantascienza. Anche per “Star Wars”, che Lippi tanto aborre in quanto luogo trito e ritrito, forse dimentico appunto della fondamentale metafora che l’ha ispirato, ovvero “Il signore degli anelli” di Tolkien, notoriamente esso stesso allegoria della prima e della seconda guerra mondiale, a cui Tolkien medesimo partecipò in prima persona.
    E concludo facendo i miei complimenti ad Alessandra e con una citazione da Borges:”La filosofia e la teologia sono, lo sospetto, due generi della letteratura fantastica. Due generi splendidi”.
    Quindi se la fantascienza è un genere della letteratura fantastica, allora teologia e filosofia sono sorelle gemelle, forse non omozigote.

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