«Cosa resta»

una poesia di Nunzio Di Sarno (*)

 

Nunzio-immagine

Gli anni trascorsi al di qua e al di là della cattedra sono valsi a comporre un quadro vivido,

che spesso è sconosciuto nei dettagli a chi la scuola poco la conosce.

Da incosciente e male armato, invece di rivendicare i propri diritti, si scaglia su quelli degli altri.

Apparecchia la tavola al potere, che manco più si sporca le mani.

A lui sono rivolti questi versi.

A chi parla senza sapere. A chi sa e non parla. A chi non ascolta. A chi distrugge con metodo.

A chi non sfida la corrente per risalire. A chi è dentro e a chi è fuori.

“Non usare il telefono.

La gente non è mai pronta a rispondere.

Usa i versi.”  Jack Kerouac

 

     COSA RESTA

Oltre concorsi prove e ricorsi

Oltre i lamenti ed i rimorsi

Oltre i lavori solo rincorsi

 

Oltre le truffe dei sindacati

Oltre i colleghi disinformati

Oltre i docenti già rassegnati

 

Oltre gli scioperi fatti a comando

Oltre la Vita di contrabbando

Oltre la noia che sta montando

 

Oltre i contratti non rinnovati

Oltre le ferie non consumate

Oltre i permessi recuperati

 

Oltre la boria dei dirigenti

Oltre la foia degli attendenti

Oltre la lingua stretta tra i denti

 

Oltre i collegi di propaganda

Oltre le palle dei riformisti

Oltre la puzza degli arrivisti

 

Oltre gli scandali al ministero

Oltre chi spera ed accende un cero

Oltre chi pensa sia tutto vero

 

Oltre il martirio dei missionari

Oltre le prediche dagli altari

Oltre le liste negli schedari

 

Oltre il controllo e la delazione

Oltre l’obbligo di formazione

Oltre le chiacchiere senza azione

Oltre chi teme la soluzione

 

Oltre chi delega per paura

Oltre lo stato senza natura

Oltre la finta legislatura

Oltre i sorrisi di copertura

 

 

Oltre chi giudica senza sentire

Oltre chi parla e sa di mentire

Oltre chi è in alto ad impoverire

Oltre chi è stanco di compatire

 

Oltre i figlioli dimenticati

Oltre i bisogni non rispettati

Oltre i palpiti inascoltati

Oltre i ragazzi disadattati

 

Oltre i disturbi dell’attenzione

Oltre la farsa dell’inclusione

Oltre l’atavica sottomissione

Oltre il denaro che è religione

 

Oltre le nevrosi dei genitori

Oltre il discredito dei professori

Oltre l’ignoranza dei direttori

 

Oltre il metodo e la didattica

Oltre la cultura asettica

Oltre un’istruzione asfittica

 

Oltre i registri da compilare

Oltre le lezioni da preparare

Oltre le verifiche da controllare

 

Oltre le classi sovraffollate

Oltre le smanie incontrollate

Oltre le note inascoltate

 

Oltre chi crede sia sempre poco

Oltre chi muove e dirige il gioco

Oltre chi non può sentire il fuoco

 

Oltre l’azienda chiamata scuola

Oltre un bonus che non consola

Oltre lo strazio senza parola

 

Oltre la pancia che oscura il cuore

Oltre chi non sussultando muore

Oltre chi è al soldo del creditore

 

Oltre l’idiota che non provoco

Oltre la rabbia che non evoco

Oltre la gioia che non soffoco

 

Oltre ma sempre

Giù fino al collo

 

(*) Terzo appuntamento con una “mini-serie” di 4 belle poesie, in attesa della «cicala del sabato» e della “neuropoesia” domenicale. La poesia dilaga? Evviva-evviva-evviva, buttiamo giù gli argini e nuotiamo. L’IMMAGINE, scelta da Nunzio, è il quadro «Senza titolo» di Anna Maria Saviano. (db)

 

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