Cose d’Epoca

di Pabuda

 

a logica, non si può vivere

davvero

vecchi parati ammuffiti sovrapposti

in un’epoca diversa

da quella assegnataci

in affidamento

dagli impiegati dell’anagrafe

al momento

della prima registrazione

dei nostri dati identificativi.

non è che

siano dispettosi o cattivi…

ma, almeno, avrebbero

dovuto dir loro qualcosa

i tuoi genitori:

che so… cose tipo:

“guardi che il pupattolo qui

avrebbe una preferenza

per l’epoca rinascimentale”

oppure:

“mi scusi, può segnare

che il neonato qui presente,

a modo suo, dichiara

d’aver maturato

l’assoluta preferenza

per gli anni d’oro dell’hard bop?”.

o, magari:

“di grazia, eccellentissimo

scribacchino comunale

avrebbe il modo di precisare,

oltre al peso, la lunghezza

e quell’orrendo nome col ‘th’ in mezzo

e la ‘v’ doppia in fondo –

magari nello spazio riservato

ai segni particolari…

che la creatura ragnante

presentatasi costì in data odierna

considererebbe uno sballo assurdo

esser contemporanea

di Yuri Gagarin?”

o, ancora, per completare

l’arcobaleno di possibilità:

“oh! testone scalda-sedia,

lo senti il marmocchio che urla

e si dispera? te lo molliamo lì

nello schedario

immediatamente,

con pannolino pieno,

altra cacchetta e ruttino in arrivo,

se non avrai la premura d’indicare

su ‘sto documento del menga

che il super-minorenne pretende

d’esser piazzato,

almeno temporalmente, che so…

in prossimità dei graffitari

delle grotte di Lascaux!”

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Pabuda
Pabuda è Paolo Buffoni Damiani quando scrive versi compulsivi o storie brevi, quando ritaglia colori e compone collage o quando legge le sue cose accompagnato dalla musica de Les Enfants du Voudou. Si è solo inventato un acronimo tanto per distinguersi dal suo sosia. Quello che “fa cose turpi”… per campare. Tutta la roba scritta o disegnata dal Pabuda tramite collage è, ovviamente, nel magazzino www.pabuda.net

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