Cristo si è fermato a Ebola?
di ******
(ricevo questo messaggio da un’amica al lavoro in Africa)
Ora non che io mi preoccupi dell’Ebola, mi spaventa ben di più l’uomo e l’espansione di guerre e omicidi e infanticidi in giro per il mondo… ma care e cari sappiate questo.
Anche per chi abita o ha viaggiato nelle zone colpite il rischio di infezione da virus Ebola è estremamente basso, a meno che vi sia stata esposizione diretta ai liquidi corporei di una persona o di un animale contagiato, vivo o morto.
Un contatto casuale in luoghi pubblici con persone che non mostrano segni di malattia non trasmette Ebola. Non si può contrarre la malattia maneggiando denaro o prodotti alimentari o nuotando in piscina. Le zanzare non trasmettono il virus Ebola.
Quanto è resistente il virus?
Il virus Ebola viene ucciso facilmente da sapone, candeggina, luce solare o asciugatura. Il lavaggio in lavatrice di indumenti contaminati da liquidi è sufficiente a distruggere il virus Ebola. Il virus sopravvive solo per breve tempo su superfici esposte alla luce solare o secche.
Quindi concentriamoci sul rischio di morte da piombo e armi non convenzionali; non facciamo (vedi sotto) di tutta l’Africa un solo Paese e non spargiamo panico inutile.
Sappiate che tornerò in Italia con qualche abito molto sporco. Non so se sperare di essere ricoverata in quarantena (evvai… 40 giorni di riposo) o che questa faccenda prenda davvero le dimensioni – importanti peraltro – che ha senza scivolare nella paranoia totale.
Ripeto: ci dovremmo invece occupare di tutti coloro che muoiono in questi giorni uccisi per mano d’uomo?
Ieri sera qui abbiamo visto per un attimo “France 24”: califfati che uccidono, israeliani che uccidono… che angoscia, visto da qui dove la guerra è ancora un ricordo freschissimo se non una realtà.
Porca zozza (per non dire di peggio): la piantiamo di preoccuparci solo di noi stessi e con reazioni isteriche assurde e cominciamo a renderci conto del mondo?
Ieri sera dormire è stato affar serio per le scene dall’Iraq e dal Kurdistan, nei giorni scorsi quelle da Gaza: ospedali, luoghi di culto, devastati…. bimbi che vivono fra le bombe… Cosa speriamo di lasciare al domani? generazioni di ragazzi massacrati nello spirito, se non anche nel corpo?
E poi le guerre di cui nessuno parla…la Siria e il Centrafrica; con Obama che aiuta con 5 milioni di dollari all’anno per 5 anni 6 Paesi africani per sviluppare l’esercito!
Sono esasperata. Meno male che qui, con tutti i casini che hanno, la vita vince e viene accolta ogni giorno con una benedizione e una gran capacità di gioia.
PS: questo sfogo è stato provocato dalla lettura di questo articolo:
http://www.abruzzoweb.it/contenuti/ebola-rischio-epidemia–prof-aquilano-tiberti–africa-chiuda-frontiere/552081-327/
Senza nulla togliere alla gravità del problema, questo clima di caccia alle streghe mi ricorda il panico per la Sars per non parlare della influenza aviaria….
Aggiungo una riflessione di Enzo Bianchi (priore a Bose): «Nella tragedia irachena è in gioco la nostra risposta al lancinante interrogativo posto da Primo Levi 70 anni fa: chiediamoci “se questo è un uomo”, se siamo esseri umani noi che ci abituiamo a seguire queste vicende protetti da uno schermo, sempre pronti a cambiare canale, se sono degni dell’autorità e del potere loro conferito quanti chiudono gli occhi e pensano ad altro o, peggio ancora, si ingegnano a trovare opportunità di guadagno nelle catastrofi che si abbattono sugli altri. Chiediamoci che crescita economica è quella alimentata dai mercanti d’armi e dai profittatori di ogni risma; che diplomazia è quella che si preoccupa solo di equilibrismi, di non ingerenza, di rispetto di zone di influenza; che politica è quella che ha perso il senso della polis e del mondo come spazio comune. “Se non ora quando” ci decideremo a lavorare con risoluta pazienza per un disarmo delle menti, dei cuori, delle braccia? Quando ci ricorderemo che chi ha pronunciato la terribile frase “sono forse il custode di mio fratello?” era in realtà il suo assassino?».