Cromofobia… in Nicaragua

Espulse in Costarica le suore missionarie di Teresa di Calcutta.

di Bái Qiú’ēn

ni se tiñe con sangre de hermanos / tu glorioso pendón bicolor (Salomón Ibarra Mayorga, Salve a ti, Nicaragua!)

Due cose che parrebbero non avere nulla a che fare tra loro, apparentemente lontane anni luce: l’inno nazionale del Nicaragua e le suore missionarie di Teresa di Calcutta.

Eppure…

È un dato di fatto che il glorioso vessillo bicolore, azul y blanco, azzurro e bianco (più correttamente: blu e bianco), dal 2018 ha assunto il valore di opposizione nei confronti della bandiera rosso-nera del Frente sandinista.

Gironzolando in rete si trovano ancora numerosi video nei quali la polizia arresta persone che sventolavano la bandiera nazionale. Interveniva persino nelle feste di compleanno per far togliere i palloncini colorati azzurri e bianchi alternati… Se all’alba volevi fare un po’ di jogging per le strade ancora semideserte di Managua, era meglio evitare le Nike bianche e azzurre…

Due colori che, con il passare del tempo, si sono trasformati in un vero e proprio incubo cromofobico dalle parti di El Carmen. Fino a superare qualsiasi livello stratosferico di paranoia, oltrepassando abbondantemente i confini della nostra galassia.

Gli psicologi e gli psichiatri affermano che la cromofobia, ossia la paura persistente e irragionevole dei colori è generalmente causata dall’associazione inconscia con un evento traumatico. Senza dubbio i fatti del 2018 furono assai sconvolgenti per gli inquilini di El Carmen. La persistente cromofobia ne è un indicatore.

Per sua fortuna, Rubén Darío pubblicò nel 1888 un libro di poesie e racconti intitolandolo semplicemente Azul, se avesse aggiunto y blanco oggi ne sarebbe proibita la vendita. Anche perché il primo racconto è intitolato «El Rey Burgués» e qualcuno potrebbe pensare che sia riferito a…: «C’era in una città enorme e brillante un re molto potente, che aveva costumi capricciosi e ricchi, schiave nude, bianche e nere, cavalli dalla criniera lunga, armi nuove di zecca, levrieri veloci e cacciatori dalle corna di bronzo, che riempivano il vento con le loro fanfare. Era un re poeta? No, amico mio: era il Re Borghese».

Lesa maestà! Attentato alla sicurezza nazionale! Golpe! Ergastolo come minimo! O esilio a vita.

Tutto ciò che ha a che vedere con questi due colori tremendi è fuorilegge nel Nicaragua attuale.

Ne sanno qualcosa le suore missionarie di Teresa di Calcutta, la cui organizzazione è stata di recente soppressa, con il conseguente annullamento delle loro opere di beneficenza e la confisca dei loro beni. Espulse in Costa Rica.

A prescindere dalle accuse ufficiali che vedremo tra poco, sono senza dubbio colpevoli di indossare il semplice e tradizionale sari delle donne indiane, un abito bianco bordato con strisce azzurre, evidente incitamento alla sovversione e al terrorismo. Azul y blanco…

Nel 1986 la suora di origine albanese, Nobel per la pace e in odore di santità si era recata in Nicaragua e si era incontrata con Daniel. Ottenendo la possibilità di operare nel Paese, nonostante fosse palese pure ai sassi la tendenza iper-reazionaria di detto personaggio, ormai trasformato in una icona da una propaganda interessata. Ma quanta acqua è passata sotto i ponti.

Si possono nutrire dubbi sulle attività economiche e finanziarie di questa organizzazione internazionale, si può persino sospettare il riciclaggio di denaro da parte loro, ma ritenerle colpevoli di finanziamento del terrorismo e della proliferazione delle armi di distruzione di massa in base alla Legge n. 977 dell’agosto 2019 applicata nei loro confronti, ci pare un tantino esagerato.

Detta legge prevede che un’organizzazione che riceve fondi dall’estero o da uno straniero, che sia una rupia o un milione di dollari, debba dichiarare con precisione sia la provenienza sia la destinazione: sfidiamo chiunque a indicare l’origine delle monete deposte nella cassetta delle elemosine della propria chiesa di quartiere. E, se non le ha tutte intascate il prete o il sacrestano, occorre specificare per filo e per segno a chi è andato ogni singolo centesimo: 3 euri al fornaio Pippo che ha fornito quattro pagnottelle per altrettanti senza fissa dimora… vattelapesca se Pippo è un terrorista che nel retrobotttega ha immagazzinato alcune bombe atomiche nascoste nei sacchi di farina o se i clochard in realtà sono trafficanti d’armi… sotto copertura, come Rossano Brazzi, che svolgeva opera di intermediazione per materiale bellico tra il governo USA e Siad Barre, ma ufficialmente o per hobby era un attore. Per la cronaca, fu assolto, poiché l’intermediazione tra due Paesi esteri non è considerata un reato nella nostra legislazione.

Tornando alla nostra storia, quante chiese saranno chiuse e quanti parroci saranno prossimamente arrestati o espulsi dal Nicaragua perché non sapranno dire la provenienza esatta di ogni centesimo ricevuto come elemosina dagli stranieri di passaggio che potrebbero essere terroristi o trafficanti internazionali di armi nucleari?

Cari amici lettori, se avete intenzione di viaggiare in Nicaragua, che siate o meno credenti, indurite il vostro cuore e astenetevi dal lasciar cadere qualche moneta in una cassetta per le elemosine oppure, se proprio non potrete farne a meno, allegate un biglietto con le vostre generalità complete, tre foto formato tessera e la fotocopia del vostro certificato penale con tanto di traduzione apostillata corredata da timbri, contro-timbri e marche da bollo. Eviterete di trasformare la vostra carità in un incubo per un povero prete… e povero anche il sacrista… ah beh, sì beh…

Per la cronaca, un altro requisito essenziale per la sopravvivenza di qualsiasi ONG, associazione o fondazione è che il 75% del comitato direttivo sia composto da nicaraguensi e solo il 25% da stranieri. È intuitivo che il comitato direttivo delle suore di Teresa di Calcutta, branca di un’associazione nota come “Vaticano” o “Chiesa cattolica apostolica romana” non abbia ottemperato neppure a detto requisito.

Infine: non si erano registrate come «agenti stranieri», ritenendosi in missione per conto di Dio, come Dan Aykroyd e John Belushi (figlio di immigrati albanesi). E si sa che Dio è l’unico al quale nessuno chiede il permesso di soggiorno… neppure quelli… quelli di via Bellerio.

Redazione
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