Cromofonie
di Annalisa Giovani
Il Comune di Castelnuovo Berardenga ha sposato da alcuni anni i progetti di cooperazione proposti dall’associazione Ulaia Artesud nei campi profughi palestinesi in Libano.
Il comune del Chianti senese ha cominciato con il progetto “Scorribanda chiama guirab” che riguarda un gemellaggio fra una banda di fiati di Montespertoli e le guirab (cornamuse) palestinesi, per poi approdare alle scuole con il progetto “cercastorie fra Libano e Italia” scambi di favole e disegni, per finire con CROMOFONIE che si è tenuta nel mese di ottobre 2013 al museo del Paesaggio. Dei disegni in cammino, dei bambini da ascoltare… Un viaggio dalla minuscola realtà di una biblioteca di un campo profughi palestinese in Libano, alla ricerca di luoghi e persone che vogliano scoprire i messaggi insiti nelle tele dei piccoli artisti di Burj al Shemali (Tyro). ULAIA ne ha fatto un progetto narrativo, tra disegni, cinema e letteratura per incontrare scolaresche ed adulti e squarciare il velo di silenzio che copre una delle peggiori realtà in cui, da 65 anni, vivono i Palestinesi che affollano i campi del Libano. C’è tutto questo ed anche di più in CROMOFONIE, la mostra allestita da Simonetta Lambertini per ULAIA Arte Sud onlus, l’Associazione che collabora permanentemente con l’ONG palestinese Beit Atfal Assumoud e con l’Associazione di volontariato Al Houla.Si tratta di progetti culturali che hanno come filo conduttore l’idea di libertà che deve necessariamente partire dalla conoscenza delle problematiche, dalla denuncia di una situazione taciuta, come taciuta e mal narrata è tutta la questione israelo-palestinese e di tutto il vicino oriente. Anche quando la si affronta lo si fa troppo spesso con la superficialità del posizionamento antistatunitense che rientra nella logica degli stereotipi, della contrapposizione e dell’identità politica di una certa sinistra fatta più di clichè che di contenuti.Da qui nasce l’urgenza del racconto, quello vero dei bimbi, ma anche delle donne e degli adulti in genere. La segregazione nei campi profughi esiste ed molto più complessa di una partita di calcio.
La questione del vicino oriente richiede soluzioni e impegno da parte di tutti, perchè di quel conflitto siamo parte e poi di quelle segregazioni, di quelle guerre…a stare ben attenti, aprendo la finestra…ne sentiamo il rumore.
La mostra è ancora in corso, fino a domenica!