Curdi in sciopero della fame: è tempo di agire

di Ufficio d’Informazione del Kurdistan in Italia, Comunità Curda in Italia e Rete Kurdistan Italia

Tempo di agire – Sciopero della fame

di attiviste e attivisti curdi in tutto il mondo

 

Perché uno sciopero della fame?

Lo sciopero della fame come strumento di protesta politica spesso viene rifiutato e spesso incontra incomprensione. Nella storia del movimento democratico di opposizione in Turchia tuttavia gli scioperi della fame hanno una tradizione. Spesso vengono usati dalle carceri contro la repressione da parte dello Stato come ultima possibilità di protesta. Il 7 novembre 2018 la deputata dell’HDP (Partito Democratico dei Popoli) e co-Presidente dell’associazione della società civile DTK (Congresso Democratico dei Popoli), Leyla Güven, nel carcere di Amed (Diyarbakir) ha iniziato uno sciopero della fame a tempo indeterminato. La politica 54enne chiede che venga revocato l’isolamento di Ab­dullah Öcalan sll’isola carcere di Imrali. Il 25 gennaio 2019 Leyla Güven è stata rilasciata dal carcere. Da allora continua lo sciopero della fame nella sua abitazione ad Amed.

Leyla Güven ha iniziato un movimento di protesta al quale si sono unite migliaia di persone. Dato che in Turchia non c’è più alcuno spazio per un’articolazione politica aperta, alle attiviste e agli attivisti politici non resta che il tentativo di risvegliare l’opinione pubblica internazionale attraverso uno sciopero della fame a tempo indeterminato e di costruire pressione sul governo turco perché rispetti le proprie leggi e le norme giuridiche internazionali.

Quali sono le richieste delle attiviste e degli attivisti in sciopero della fame?

Le richieste comuni delle attiviste e degli attivisti in sciopero della fame hanno come obiettivo la rimozione dell’isolamento totale nei confronti di Abdullah Öcalan. Il 22 marzo 2019 è stata pubblicata una dichiarazione delle prigioniere e dei prigionieri politici con sette richieste. Nella dichiarazione viene esplicitato che lo sciopero della fame andrà avanti fino a quando le richieste verranno esaudite:

  1. La legislazione attuale della Turchia afferma che il nostro Presidente ha il diritto di ricevere regolarmente visite dei suoi famigliari. Questo diritto non deve essere sospeso.

  2. Devono essere permesse visite regolari degli avvocati del nostro Presidente sull’isola carcere di Imrali. Questo diritto non deve essere sospeso.

  3. Nell’ambito della legislazione vigente, il nostro Presidente ha il diritto di fare telefonate con i suoi famigliari. Inoltre ha il diritto di inviare e ricevere lettere e telefax. Questi diritti non devono essere sospesi.

  4. Il diritto del nostro Presidente di guardare la televisione, ascoltare la radio, ricevere giornali, riviste e libri che desidera, non deve essere limitato in alcun modo.

  5. Gli incontri regolari del nostro Presidente con gli altri detenuti presenti sull’isola non deve essere limitato.

  6. Per garantire l’incolumità fisica e la salute del nostro Presidente vanno create condizioni in cui siano consentite visite regolari da parte di medici indipendenti.

  7. Perché il nostro Presidente possa svolgere il suo ruolo per una soluzione democratica e pacifica della questione curda e per la democratizzazione del Medio Oriente, vanno rimossi gli ostacoli attualmente esistenti a questo proposito. Devono essere create le condizioni perché possa vivere e lavorare liberamente.

Perché Abdullah Öcalan è al centro dello sciopero della fame?

Il precursore del Movimento di Liberazione Curdo Abdullah Öcalan, dalla sua deportazione lesiva della legislazione internazionale nel febbraio 1999, si trova sull’isola carcere turca di Imrali. Per undici anni è stato l’unico prigioniero sull’isola – sorvegliato da oltre mille soldati. L’ultima visita dei suoi avvocati ha avuto luogo il 27 luglio 2011. Con questo da quasi otto anni gli viene negata qualsiasi assistenza legale. Öcalan detiene il „record europeo“ di detenzione senza accesso agli avvocati. Dopo l’ultima visita dei famigliari avvenuta l’11 settembre 2016, suo fratello Mehmet Öcalan è tornato a Imbrali per la prima volta il 12 gennaio 2019 per un colloquio della durata di 15 minuti. La libertà di Öcalan è essenziale per una soluzione pacifica e politica della questione curda. Il comportamento dello Stato turco nei confronti di Abdullah Öcalan è sempre lo specchio della sua politica nei confronti della popolazione curda. Prima che i colloqui di pace tra Öcalan e rappresentanti dello Stato turco alla fine del luglio 2015 venissero dichiarati definitivamente conclusi, l’AKP già nell’aprile 2015 puntava a un nuovo isolamento totale di Öcalan. All’isolamento a partire dal 5 aprile 2015, è seguita una guerra complessiva dello Stato turco nelle città del Kurdistan del nord.

Öcalan continua ad essere molto influente. È riconosciuto come voce di pace e per la società curda è considerato portavoce legittimo. Lo sciopero della fame vuole ottenere la fine dell’isolamento di Öcalan perché possa di nuovo impegnarsi per la pace in Turchia e in Medio Oriente.

Quante persone sono in sciopero della fame?

7 novembre 2018: Leyla Güven inizia il suo sciopero della fame nel carcere di Amed. Dal suo rilascio continua lo sciopero della fame nella sua abitazione.

21 novembre 2018: L’iscritto HDP Nasır Yağız entra in sciopero della fame a Hewlêr (Kurdistan del sud/Iraq del nord).

16 dicembre 2018: 331 prigionieri politici in 67 diverse carceri turche si uniscono allo sciopero della fame.

17 dicembre 2018: 14 attiviste e attivisti politici curdi, tra cui anche il co-Presidente della confederazione curda a livello europeo „Congresso della Società Democratica del Kurdis­tan in Europa“ (KCDK-E) Yüksel Koç, l’ex deputata HDP Dilek Öcalan e la giornalista Gülistan İke iniziano uno sciopero della fame a Strasburgo (Francia).

17 dicembre 2018: L’attivista curdo İmam Şiş entra in sciopero della fame in Galles.

13 gennaio 2019: L’attivista curdo Yusuf İba entra in sciopero della fame a Toronto (Canada).

13 gennaio 2019: L’attivista curdo Mustafa Tuzak entra in sciopero della fame a Duisburg (Germania).

15 gennaio 2019: La deputata HDP e co-Presidente del „Partito Democratico delle Regioni“ (DBP) Sebahat Tuncel e l’ex deputata HDP Selma Irmak entrano in sciopero della fame nel carcere turco di Kandıra.

27 gennaio 2019: L’attivista curdo Şiyar Xelil entra in sciopero della fame a Norimberga (Germania).

19 gennaio 2019: L’attivista curdo Hüseyin Yıldız entra in sciopero della fame a L’Aia (Paesi Bassi).

20 gennaio 2019: L’attivista curdo Hasbi Çakıcı entra in sciopero della fame a L’Aia (Paesi Bassi).

29 gennaio 2019: Gli attivisti curdi Ömer Bağdur e Cemal Ko­banê entrano in sciopero della fame a Kassel (Germania).

1 febbraio 2019: Gli attivisti curdi Şivan Ağaoğlu e Sultan Yiğit entrano in sciopero della fame a Vienna (Austria).

20 febbraio 2019: L’attivista curdo Mehmet Ali Koçak entra in sciopero della fame a Ginevra (Svizzera) davanti alla sede delle Nazioni Unite.

1 marzo 2019: Lo sciopero della fame si estende a tutte le carceri turche. Con questo secondo rapporti dei media sono in sciopero della fame circa 7000 prigioniere e prigionieri politici in carcere.

3 marzo 2019: La deputata HDP Dersim Dağ e gli iscritti HDP Salih Cansever, İsmet Yıldız, Sevican Yaşar, Salih Tekin e Bilal Özgezer entrano in sciopero della fame.

8 marzo 2019: I due deputati HDP Tayip Temel e Murat Sarısaç e gli iscritti HDP A. Halik Kurt e Yusuf Ataş entrano in sciopero della fame.

14 marzo 2019: Le attiviste e gli attivisti Na­hide Zengin, Mehmet Sait Yılmaz e Ali Poyraz a Londra aderiscono allo sciopero della fame iniziato dalla politica HDP Leyla Güven.

20 marzo 2019: L’attivista curdo e rifugiato politico in Italia Erol Aydemir entra in sciopero della fame a Cagliari.

Qual è la risonanza dello sciopero della fame?

Mentre lo Stato turco è impegnato a impedire con la violenza ogni azione pubblica efficace legata allo sciopero della fame, in Europa prevale il silenzio. Sono sempre di più le persone che si uniscono allo sciopero della fame, tuttavia manca una percezione pubblica e politica. Anche se la Comunità Curda in Europa e in particolare i famigliari delle attiviste e degli attivisti in sciopero della fame ha dato vita ad innumerevoli manifestazioni e iniziative di sciopero della fame a staffetta, l’appello a stento trova attenzione nei media. Alcuni governi europei (Germania, Paesi Bassi, Francia) e lo stesso Parlamento Europeo alle numerose sollecitazioni hanno dato risposte evasive. Mentre numerosi importanti rappresentanti della società civile, tra cui 50 Premi Nobel, hanno manifestato la loro solidarietà con lo sciopero della fame, finora mancano azioni politiche concrete da parte dei governi.

Ufficio d’Informazione del Kurdistan in Italia

Comunità Curda in Italia

Rete Kurdistan Italia

 

Kongreya Neteweyî ya Kurdistanê – Kurdistan National Congress

Dossier

Per la pace e la democrazia in Turchia, l’isolamento di Abdullah Öcalan deve finire urgentemente

Aprile 2019

Kurdistan National Congress (KNK) Rue Jean Stas 41, 1060 Brussels, Belgium

www.kongrakurdistan.netE-Mail: kongrakurdistan@gmail.com

Telephone 0032 2 647 30 84, Fax 0032 2647 68

PER LA PACE E LA DEMOCRAZIA IN TURCHIA

L’ISOLAMENTO DI ABDULLAH OCALAN DEVE FINIRE URGENTEMENTE

Il leader del popolo curdo Abdullah Öcalan, prigioniero nel carcere di massima sicurezza di Imrali dal 1999, non può incontrare i suoi avvocati dal 27 luglio 2011. Dal 2015 in poi, la sua famiglia lo ha visitato una sola volta, l’11 settembre 2016.

Dal 21 luglio 2016 il Tribunale Esecutivo di Bursa ha dichiarato lo stato di emergenza nel Paese, negando tutti i suoi diritti fondamentali. Tutti i metodi di comunicazione come lettere, fax, messaggi o chiamate sono stati vietati a tempo indeterminato e senza eccezioni. Le misure dell’isolamento a Imrali sono state rese note e denunciate al CPT, Comitato per la Prevenzione delle Torture.

Il significato dellisolamento di Öcalan come limite per la pace e la democrazia in Turchia

L’isolamento assoluto o l’isolamento solitario riguarda l’approccio che la Repubblica di Turchia utilizza tutt’ora contro Abdullah Öcalan, detenuto in una prigione sull’isola di Imrali, nel Mar di Marmara.

Öcalan è il principale negoziatore dei colloqui di pace tra lo Stato turco e il PKK. Il fatto che non abbia potuto incontrare i suoi avvocati dal 2011 e la sua famiglia dal 2015 è una violazione del suo diritto alla visita, che è uno dei diritti fondamentali di un detenuto.

Il leader del popolo curdo Abdullah Öcalan ha ottenuto una significativa fiducia nella società civile turca, grazie alla sua sincerità e ad una visione comunitaria comprendente tutti i popoli, nonché alle iniziative durante il processo di pace 2013-2015 ed alle soluzioni pragmatiche su problemi di difficile soluzione. Gli incontri tra Öcalan e la delegazione dello stato turco avevano portato a un periodo di cessate il fuoco, alla creazione di un’atmosfera politica per la discussione di una risoluzione del conflitto e ad una piattaforma socio-politica pluralista e tollerante. La Turchia ha urgente bisogno di tutto questo. Purtroppo queste opportunità vennero vanificate a causa dell’opportunismo politico, sciovinistico e nazionalista. Oggi è importante far rivivere la visione e le idee di Öcalan affinché non vengano dimenticate. La responsabilità di ciò ricade su intellettuali, attivisti politici, giornalisti, leader della società civile per ricordare alla Turchia e al mondo che un altro quadro sociale e politico è possibile.

Il processo di pace continuato dall’isola di Imrali fino all’aprile 2015 è stato sostituito da una guerra sanguinosa iniziata a luglio 2015. Da quella data dialogo, discussione politica, pluralismo e diritti fondamentali hanno subito un duro colpo.

Qualcuno si potrà chiedere: perché Öcalan, perché non qualcun altro? In politica lo sviluppo di un leader si verifica nel corso di un periodo storico in cui chi emerge, costruisce rispetto e reputazione tramite azioni e idee tra il popolo. Coloro che cercano di creare un’alternativa a questa leadership si stanno imbarcando in un’impresa futile. Öcalan ha accumulato esperienza politica e si è impegnato in una sincera ricerca della pace fin dal 1993. Tramite i suoi scritti, ha mostrato di essere un intellettuale le cui visioni e politiche potrebbero formare il futuro della Turchia e dei suoi popoli.

Molte organizzazioni politiche e sociali possono svolgere un ruolo nella costruzione della pace. Essere il leader fondatore della pace è un’altra cosa. Per questo nulla può accadere senza Öcalan, è un dato di fatto. I problemi fondamentali della Turchia non saranno risolti se il suo isolamento a Imrali continua. L’escalation del conflitto ha coinciso con il totale isolamento del leader del movimento di liberazione curdo Abdullah Öcalan, che dalla sua cella solitaria è stato un protagonista cruciale e una voce che ha con coerenza chiesto la pace.

L’Isola carcere di Imrali

Il carcere di massima sicurezza di tipo F dell’isola di Imrali, che si trova sotto il controllo della Turchia nel Mar Bosforo, è un carcere amministrato in violazione dei diritti e delle libertà fondamentali, dei principi universali e degli standard e dei valori democratici. Le leggi introdotte dopo il tentato colpo di stato hanno aperto la possibilità di diffusione delle ingiuste misure implementate nell’isola di Imrali dal 2005 a tutto il Paese. Queste sono: divieto di visite legali tra detenuti, limitazione del tempo con i rappresentanti legali, presenza di ufficiali governativi agli incontri tra detenuti e avvocati, confisca di documenti legali e registrazione degli incontri con gli avvocati. Queste misure, pur non avendo base legale, sono state implementate sull’isola di Imrali tra il giugno 2005 e il 27 luglio 2011. La legittimazione di questi provvedimenti approvati tramite decreti legge introdotti dopo il luglio 2016 mostra quanto gli stessi fossero effettivamente illegali, e che l’isola di Imrali è sempre stata governata sotto lo stato di emergenza.

La liberazione di Abdullah Öcalan, come contributo vitale alla risoluzione del conflitto, è quindi inevitabile. Continuare a silenziare e isolare Öcalan vuol dire ignorare la questione curda in Turchia; ciò significa fallire nel fare passi concreti verso riforme politiche e verso una democratizzazione. Fallire nell affrontare questa questione secondo le norme e i valori legali internazionali mette in evidenza che la Turchia non ha intenzione di rispettare i diritti umani universali nel proprio paese.

Leyla Güvendeputata dell’HDP

Leyla Güven è la co-Presidente del DTK (Congresso della Società Democratica) e deputata dell’HDP (Partito Democratico dei Popoli), ed è stata anche sindaca. È stata arrestata il 22 gennaio 2018 per le sue critiche all’invasione dell’esercito turco ad Afrin nel nord della Siria e per altre dichiarazioni fatte in qualità di politica curda in Turchia. Rischia 31 anni e sei mesi per aver cercatodi rappresentare il suo popolo.

Al terzo processo del suo caso, in un tribunale di Diyarbakir, il 7 novembre, Leyla Güven ha detto: “Oggi le politiche di isolamento su Öcalan non sono imposte solo a lui, ma anche al suo popolo. L’isolamento è un crimine contro l’umanità. Io faccio parte di questo popolo. Inizierò uno sciopero della fame a tempo indeterminato per protestare contro l’isolamento di Öcalan. Non porterò alcuna difesa in tribunale d’ora in poi. Continuerò la mia protesta fino a quando la giustizia metterà fine alle sue decisioni illegittime e verrà messo fine alle politiche di isolamento. Se necessario, porterò avanti questa protesta fino alla morte”.

Diffusione degli scioperi della fame

L’azione di sciopero della fame si è diffusa dentro e fuori le carceri, vedendo la partecipazione di persone in tutto il mondo, unite con lo slogan “La richiesta di Leyla Güven è la nostra richiesta”. Oltre ai prigionieri politici in Turchia e Kurdistan, i curdi e i loro amici hanno lanciato scioperi della fame in solidarietà, manifestazioni e azioni in tutto il mondo.

Secondo l’Agenzia Mesopotamica (MA), scioperi della fame a tempo indeterminato vengono effettuati in 23 carceri da 91 detenuti:

8 novembre 2018

  • 1 persona nel carcere chiuso di tipo D di Diyarbakir

16 dicembre 2018

  • Carcere Chiuso femminile di Gebze: Hacer Halil Yusuf, Ruhşan Bozan, Özlem Özdemir, Ayten Gülsüm, Özlem Söyler.

  • Carcere Chiuso di Kandıra, Tipo F n. 1: İbrahim Kaya, Umut Çamlıbel, Yusuf Başaran, Güven Süvarioğlu, Rıdvan Güven, Necla Atak.

  • Carcere Chiuso di Patnos, Tipo L: Mehmet Bozdağ, Cengaver Aykul, Atilla Coşkun Özer, Ömer Kabul, Abdullah Kızılkaya.

  • Carcere Chiuso di Elazığ: Metin Serhat, Harun Alkan, Musa Candemir.

  • Carcere Chiuso di Diyarbakir, Tipo D: Sercan Gümüş, Rıdvan Kaya, Nimetullah Cinkılıç, Hayati Uzman, Cüneyt Aslan.

  • Carcere Chiuso di Van, Tipo F: Cihan Tamur, Barış Kahraman, Şahin Öncü, Azim Sökemen, Bahtiyar Kemal Hasan.

  • Carcere Chiuso femminile di Bakırköy: Esma Başkale, Belgin Kanat, Zozan Kutum, Reyhan Coşmuşlu.

  • Carcere Chiuso di Diyarbakır, Tipo E: Leyla Güven, Evin Kaya, Kibriye Evren, Hilal Ölmez.

  • Carcere Chiuso di Trabzon Beşikdüzü, Tipo T: Ali Bektaş, Dılgeş Yaşar, Abdullah Aydın.

17 dicembre 2018

  • Carcere Chiuso di Tekirdağ, Tipo F: Ahmet Osman, Seyhan Kurt, Yakup Kaymaz.

  • Carcere Chiuso di Kandira, Tipo F: Sadettin Yaşar, Turan Günana, Mesut Atış.

  • Carcere Chiuso di Edirne, tipo F: Ramazan Çeper, Zerdeşt Oduncu, Adem Arslan.

  • 14 attiviste e attivisti politici curdi, tra cui anche il co-Presidente della confederazione curda a livello europeo „Congresso della Società Democratica del Kurdistan in Europa“ (KCDK-E) Yüksel Koç, l’ex deputata HDP Dilek Öcalan e la giornalista Gülistan İke iniziano uno sciopero della fame a Strasburgo (Francia).

  • L’attivista curdo İmam Şiş entra in sciopero della fame in Galles.

20 dicembre 2018

  • Carcere di Burhaniye, tipo T: 4 donne

26 dicembre 2018

  • Carcere chiuso di Ödemiş Tipo T: Uğur Çiçek, Abdurrahman Yılmaz, Mehmet Kaplan, Serhat Güzel.

  • Carcere chiuso di Smirne (Aliağa-Şakran) Tipo T: Mehmet Durak, Tanju Yıldırım, Nihat Ekmez, Yakup Güneş, Ramazan Atalay.

  • Carcere Chiuso femminile di İzmir: Rahşan Aydın, Ebru Güden, Gülten Akgün.

  • Carcere Chiuso di Kırıklar, Tipo F: Erdal Polat, Abdullah Oral, Sami Öztürk, Ozan Alpkaya, Halis Dağhan.

  • Carcere di Tekirdağ, Tipo F: Sinan Çelik, Rıdvan Turan, Burhan Barut, Erhan Aydın, Ali İlhan Bayer, Serdar Şahin, Ahmet Sürme, Ümit Akgümüş, Ahmet Arif Yöyler, Roger Tirej Özalp.

  • Carcere di Silivri n.5: Zafer Sağlam, Abdulselam Akdoğan, Hamza Doğrul, Yusuf Bayram, Halil Ay, Şiyar Yıldırım.

  • Carcere di Silivri n.9: Seyhan Çiçekli.

  • Carcere Chiuso di Kırıkkale Tipo F: Sedat Alçiçek, İsa İpekli, Davud Önder, Emrah Ubik, Kerem İmrak.

  • Carcere Chiuso di Bafra, Tipo F: Abdullatif Teymur.

  • Carcere Chiuso di Düzce, Tipo T: Süleyman Benzer, Mehmet Erbey.

28 dicembre 2018

  • 12 detenuti che hanno iniziato lo sciopero della fame da 29 giorni nel carcere di Kırıkkale, hanno dichiarato che continueranno lo sciopero a tempo indeterminato a partire dal 28 dicembre.

13 gennaio 2019: L’attivista curdo Yusuf İba entra in sciopero della fame a Toronto (Canada).

  • L’attivista curdo Mustafa Tuzak entra in sciopero della fame a Duisburg (Germania).

15 gennaio 2019:

  • La deputata HDP e co-Presidente del „Partito Democratico delle Regioni“ (DBP) Sebahat Tuncel e l’ex deputata HDP Selma Irmak entrano in sciopero della fame nel carcere turco di Kandıra.

27 gennaio 2019:

  • L’attivista curdo Şiyar Xelil entra in sciopero della fame a Norimberga (Germania).

19 gennaio 2019:

  • L’attivista curdo Hüseyin Yıldız entra in sciopero della fame a L’Aia (Paesi Bassi).

20 gennaio 2019:

  • L’attivista curdo Hasbi Çakıcı entra in sciopero della fame a L’Aia (Paesi Bassi).

29 gennaio 2019:

  • Gli attivisti curdi Ömer Bağdur e Cemal Kobanê entrano in sciopero della fame a Kassel (Germania).

1 febbraio 2019:

  • Gli attivisti curdi Şivan Ağaoğlu e Sultan Yiğit entrano in sciopero della fame a Vienna (Austria).

20 febbraio 2019:

  • L’attivista curdo Mehmet Ali Koçak entra in sciopero della fame a Ginevra (Svizzera) davanti alla sede delle Nazioni Unite.

1 marzo 2019:

  • Lo sciopero della fame si estende a tutte le carceri turche. Con questo secondo rapporti dei media sono in sciopero della fame circa 7000 prigioniere e prigionieri politici in carcere.

3 marzo 2019:

  • La deputata HDP Dersim Dağ e gli iscritti HDP Salih Cansever, İsmet Yıldız, Sevican Yaşar, Salih Tekin e Bilal Özgezer entrano in sciopero della fame.

8 marzo 2019:

  • I due deputati HDP Tayip Temel e Murat Sarısaç e gli iscritti HDP A. Halik Kurt e Yusuf Ataş entrano in sciopero della fame.

14 marzo 2019:

  • Le attiviste e gli attivisti Nahide Zengin, Mehmet Sait Yılmaz e Ali Poyraz a Londra aderiscono allo sciopero della fame iniziato dalla politica HDP Leyla Güven.

20 marzo 2019:

  • L’attivista curdo e rifugiato politico in Italia Erol Aydemir entra in sciopero della fame a Cagliari. Adesso a Centro Soccio Culturale ad ARARAT

Nasir Yagiz, Hewler (Kurdistan del sud, Iraq)

Nasir Yagiz del Kurdistan settentrionale (Turchia) è stato arrestato e incarcerato per attività politica nell’agosto 2016 e non è stato rilasciato fino al febbraio 2017. Dopo la sua prima liberazione, Yagiz è stato arrestato 5 volte. Dopo l’ultima detenzione nel febbraio 2018 è stato costretto a trasferirsi nel Kurdistan meridionale (Iraq). Yagiz continua i suoi sforzi politici come membro del Partito Democratico dei Popoli (HDP) a Hewler (Erbil), e ha iniziato lo sciopero della fame a tempo indeterminato il 21 novembre 2018.

Nella sua dichiarazione ha detto che si sta radicando una dittatura fascista in Turchia e ha continuato: “Se le forze della democrazia creano un’unità nella base, sarà possibile respingere il fascismo. In questo senso, gli scioperi della fame hanno una missione e un’opportunità storiche. Purché siano sostenuti da un abbraccio sociale e nutriti con vari metodi di lotta. Il regime di Imrali è un regime inumano con aspetti internazionali. Tutti i poteri internazionali sono complici di questo regime. Il carcere di Imrali è gestito al di fuori delle norme legali universali attraverso la pirateria e la barbarie.

İmam Şiş, Newport (Galles)

Imam Şiş, è un attivista politico che si è trasferito in Galles cinque anni fa; ha iniziato uno sciopero della fame indefinito il 17 dicembre 2018 e ha dichiarato in un’intervista “Vogliamo che Abdullah Öcalan sia rilasciato. Non ha fatto nulla di sbagliato, oltre a mettere al primo posto la sua gente. Il CPT (Comitato Europeo per la prevenzione della Tortura), la CEDU (la Corte Europea dei Diritti Umani) o un membro della sua rappresentanza legale devono entrare in contatto con Öcalan.

Sciopero della fame indeterminato e senza alternanza a Strasburgo

Il 17 dicembre 2018 14 politici curdi hanno iniziato uno sciopero della fame a tempo indeterminato e senza alternanza a Strasburgo. Nella loro dichiarazione hanno detto quanto segue:

Con l’isolamento del leader del popolo curdo Abdullah Öcalan, la politica di guerra del dittatore turco Erdoğan e del governo fascista AKP / MHP è ulteriormente aggravata. Mentre l’intera opposizione democratica e rivoluzionaria è sottoposta a una spietata repressione, il sistema di isolamento di Imrali viene esteso a tutto il paese e al Medio Oriente. Dobbiamo rompere l’isolamento su Imrali. Ciò è necessario per garantire lo sviluppo della libertà e della democrazia in Turchia, per fermare i massacri del regime di Erdoğan in Kurdistan, per promuovere la libertà e l’uguaglianza tra i popoli e risolvere tutti i problemi esistenti attraverso il dialogo. Salutiamo il Congresso della Società Democratica (DTK) la co-Presidente Leyla Güven. Gli scioperi della fame che si svolgono all’interno e all’esterno delle carceri hanno già creato attenzione, ma il CPT (Comitato per la Prevenzione della Tortura e delle Pene o Trattamenti Inumani o Degradanti) e altre istituzioni devono ancora rompere il loro silenzio sulla situazione di Abdullah Öcalan. Dobbiamo rompere l’isolamento per raggiungere la libertà dei popoli del Kurdistan e della Turchia e per fermare la guerra. Questo è un processo che richiede un prezzo e un sacrificio. Per questo motivo stiamo facendo uno sciopero della fame a tempo indeterminato e senza alternanza“.

Qual è la risonanza dello sciopero della fame?

Mentre lo Stato turco è impegnato a impedire con la violenza ogni azione pubblica efficace legata allo sciopero della fame, in Europa prevale il silenzio. Sono sempre di più le persone che si uniscono allo sciopero della fame, tuttavia manca una percezione pubblica e politica. Anche se la Comunità Curda in Europa e in particolare i famigliari delle attiviste e degli attivisti in sciopero della fame ha dato vita ad innumerevoli manifestazioni e iniziative di sciopero della fame a staffetta, l’appello a stento trova attenzione nei media. Alcuni governi europei (Germania, Paesi Bassi, Francia) e lo stesso Parlamento Europeo alle numerose sollecitazioni hanno dato risposte evasive. Mentre numerosi importanti rappresentanti della società civile, tra cui 50 Premi Nobel, hanno manifestato la loro solidarietà con lo sciopero della fame, finora mancano azioni politiche concrete da parte dei governi.

Quali sono le richieste delle attiviste e degli attivisti in sciopero della fame?

Le richieste comuni delle attiviste e degli attivisti in sciopero della fame hanno come obiettivo la rimozione dell’isolamento totale nei confronti di Abdullah Öcalan. Il 22 marzo 2019 è stata pubblicata una dichiarazione delle prigioniere e dei prigionieri politici con sette richieste. Nella dichiarazione viene esplicitato che lo sciopero della fame andrà avanti fino a quando le richieste verranno esaudite:

  • La legislazione attuale della Turchia afferma che il nostro Presidente ha il diritto di ricevere regolarmente visite dei suoi famigliari. Questo diritto non deve essere sospeso.

  • Devono essere permesse visite regolari degli avvocati del nostro Presidente sull’isola carcere di Imrali. Questo diritto non deve essere sospeso.

  • Nell’ambito della legislazione vigente, il nostro Presidente ha il diritto di fare telefonate con i suoi famigliari. Inoltre ha il diritto di inviare e ricevere lettere e telefax. Questi diritti non devono essere sospesi.

  • Il diritto del nostro Presidente di guardare la televisione, ascoltare la radio, ricevere giornali, riviste e libri che desidera, non deve essere limitato in alcun modo.

  • Gli incontri regolari del nostro Presidente con gli altri detenuti presenti sull’isola non deve essere limitato.

  • Per garantire l’incolumità fisica e la salute del nostro Presidente vanno create condizioni in cui siano consentite visite regolari da parte di medici indipendenti.

  • Perché il nostro Presidente possa svolgere il suo ruolo per una soluzione democratica e pacifica della questione curda e per la democratizzazione del Medio Oriente, vanno rimossi gli ostacoli attualmente esistenti a questo proposito. Devono essere create le condizioni perché possa vivere e lavorare liberamente.

Agite per la pace e la democrazia in Turchia

L’isolamento di Abdullah Ocalan e la criminalizzazione di qualsiasi espressione dell’attività politica curda, dimostrano la discesa della Turchia verso il neofascismo e la barbarie. Chiediamo alla comunità internazionale di alzare la voce e al Consiglio d’Europa e al CPT – Comitato per la Prevenzione della Tortura di intervenire con il governo turco per chiedere la fine dell’isolamento di Abdullah Ocalan.

Individual Supporters

Leila Khalid, Member of Popular Front for the Liberation of Palestine

Pascale Martin, Chairperson of Les Femmes Solidaires de Dordogne, France

Marichuy, Maria de Jesus Patricio Martinez – Spokesperson of CIG/CNI (National Indegenous Congress), Mexico

Nora Morales de Cortinas – Mothers of Plaza de Mayo, Linea Fundadora, Argentine

Lilian Galan – Deputy from Uruguay, Parliament of ParlaSur

Daniella Simonnet, member of the Paris Metropolitan Municipality, France

Amineh Kakabaveh, MP of Swedish Left Party, Sweden

Angela Yvonne Davis, Academician and Rights Defender, USA

Rita Laura Segato – Anthropologist, Emerita Professor of University of Brasilia

Monica Benicio – Human Rights Defender and comrade of Marielle Franco, Brasil

Ana Maria Falú – National University of Córdoba & Regional Director of UN Women until 2009,Argentina

Ela Gandhi – Peace-Activist, South Africa

Selay Ghafar – Spokesperson-Solidarity Party (Hambastagi) of Afghanistan

Malala Joya – Political activist (former MP), Kabul Afghanistan

Elfriede Jelinek – Writer and Winner of the Nobel Prize in Literature, Austria

Dr. Shirin Ebadi – Nobel Peace Prize Laureate 2003, Human Rights Lawyer

Arundathi Roy – Writer, Peace and Human Rights Activist, India

Nancy Fraser – Loeb Professor of Philosophy and Politics, New School for Social Research, Visiting Research Professor, Dartmouth College, Global Justice Chair, Collège d’études mondiales,Paris

Eleonora Forenza – Activist, MEP and member of FEMM EP Committee, Italy

Luisa Morgantini – former vice president of European Parliament,Italy

Francesca Gargallo – writer, Mexico-Italy

Ida Legenmark, Chairperson of the Left Party Group from Borås City Council, Sweden

Martina Anderson – MEP Sinn Féin and member of FEMM EP Committee

Julie Ward – MEP Labour and member of FEMM EP Committee, Patron Peace in Kurdistan

Prof. Kariane Westrheim – EUTCC chair & University of Bergen, Norway

Radha D‘Souza – Reader in Law, University of Westminster

Margaret Owen – O.B.E lawyer, Patron Peace in Kurdistan. Director widows for peace through democracy

Wendy Lyon – Human Rights Lawyer, Ireland

Colette Níc Alasdair – Sinn Féin Ireland, Representative for Glenravel, Political Advisor to Martina Anderson

Simonetta Crisci – Democratic Jurists, Legal Team, Women and Justice, Italy

Sylvia Marcos – University of Mexico

Rosella Santi – Democratic Jurists, Italy

Silvia Baraldini – Human Rights activist, ex-prisoner in USA, Italy

Giuliana Sgrena – Journalist, Italy

Lisa-Marie Taylor – CEO FiLiA, UK

Mithu M. Sanyal – Journalist and Writer, Germany

Jin Hajo, Member of the Gävle City Council, Sweden

Margot Müller – federal spokeswomen Feministische Partei DIE FRAUEN, Germany

Sylvia Gabelmann – MdB die LINKE, Germany

Gabriele Zimmer – Chair of the Confederal Group of the European United Left – Nordic Green Left of the European Parliament

Janet Biehl, writer and tranlator

Rosamaria Garofalo – Coordinamento 21 luglio, Italy

Maria Flavia Zucco – biologa già Dirigente di Ricerca CNR e Associazione Donne e Scienza, Italy

Houzan Mahmoud –London based Kurdish feminist campaigner

Nadje Al-Ali –Robert Family Professor of Middle East Studies Brown University, R.I., USA

Coni Ledesma – International Spokesperson of the women‘s revolutionary organization MAKIBAKA, Philippine

Debbie Bookchin – journalist, Steering Committee member of the Emergency Committee for Rojava, USA

Dr Sarah Glynn Dundee – Scottish Solidarity with Kurdistan, Scotland

Rahila Gupta – Southall Black Sisters,UK

Eleanor Finley – Ph.D. Student, University of Massachusetts, Amherst Institute forSocial Ecology, USA

Meredith Tax, Writer,USA

Victoria Bridges, Aunt of Anna Campbell, Helin Qerecox, UK

Angela Mickley, Prof. for Peace Education, Conflict Resolution and Ecology at Potsdam University of Applied Sciences, Germany

Steve Sweeney, International Editor, Morning Star

Nazan Üstündağ, Women for Peace and Academics for Peace, Germany

Enrica Rigo, Associate Professor in Legal Philosophy Universty of Roma Tre, Italy

Federica Giardini, Prof. of Political Philosophy, Departement of Philosophy, Università Roma Tre , Italy

Teresa Cunha, Centro de Estudos Sociais, University of Coimbra, Portugal

Stefania Barca, Centro de Estudos Sociais, University of Coimbra, Portugal

Lucia Fernandez, Centro de Estudos Sociais, University of Coimbra, Portugal

Lorena Cabnal, Maya-xinka, Feminista comunitaria Territorial, Integrante de la Red de Sanadoras Ancestrales del Feminismo Comunitario Territorial, Iximulew – Guatemala

Lucia Giusti, Towards Kurdistan Association, Italy

Liliana Frascat, CGIL (Italian General Confederation of Work),Italy

Francesca Koch, President of the International Women’s House,Italy

Nicoletta Pirotta, President of IFE Italy

Alessandra Mecozzi, President of Culture and Freedom Association, Italy

Patrick Huff , Associate Lecturer in Birkbeck’s Department of Geography, England

Nadia Palozza Natolli, President of PinkNetwork Association, Italy

Maria Vittoria Migaleddu, President of the Cultural Association ACRASE, Maria Lai, The Sardinians in Rome, Italy

Giuliana Giusti, Professor of Linguistics, Italy

Susanna Poole, Reader at the Orientale Universitarian Institute, Italy

Angelo Baracca, Professor at the University of Florence, Italy

Laura Corradi, Gender Studies and Intersectional Methodology Università della Calabria, Italy

Lia Migale, Writers and University Professor, Italy

Claire Monod, Regional Council, Île de France Paris, France

Martina Pignatti Morano, Peacebuilding Officer Un ponte per, Italy

Donatella Franchi, Teacher and Artist, Italy

Cecilia Luc, Visual Artist, Italy

Chiaretta Celli, Psychologist, Italy

Valentina Degano, Teacher, Women in Black National Network, Italy

Antonella De Biasi, Journalist, Italy Monique Agius, Journalist, Malta

Laura Quagliuolo, Editor, Italy

Alba Robustelli, Translator, Italy

Antonella Caforio, Teacher, Italy

Emilia Mostarda, Teacher, Italy

Laura Anania, Teacher, Italy

Nelly Bocchi, Farmacist, Kurdistan Network, Italy

Nicoletta Bernardi, Computer Scientist, Italy

Elena Tonnini, Movimento del Consiglio Grande e Generale, Republica di San Marino

María Rubio Tobalina Andrés, Spain

Evelyne Dromer, France

Zeynep Güneş Yıldırım, Urban Planner

Dilan Okuoglu, PhD Candidate and Teaching Fellow Political Studies Queens University

Dario Azzellini, Cornell University, Ithaca, USA

Ali Sarı, PhD Candidate Sociologie Politique, École des Hautes Êtudes en Sciences Sociales, Paris, France

Çağrı Kurt, MA Center for Middle Eastern Studies, Lund University, Sweden

CPT – Council of Europe


F – 67075 Strasbourg Cedex, Tel +33 (0)3 88 41 22 79 Fax +33 (0)3 88 41 27 72

Executive Secretary of CPT, Mr. Regis BRILLAT, E-Mail: Regis.BRILLAT@coe.int

Head of Division for Turkey of CPT, Mr. Michael NEURAUTER, E-Mail: Michael.NEURAUTER@coe.int

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NELLE FOTO: Leyla Guven e Nasir Yagiz

 

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

2 commenti

  • Daniele Barbieri

    PROSEGUE a ROMA LO SCIOPERO DELLA FAME “A STAFFETTA” IN SOLIDARIETA’ CON IL POPOLO CURDO,PER L’USCITA DALL’ISOLAMENTO CARCERARIO DI OCALAN.
    A Roma, Vincenzo Miliucci (dopo Sveva Haertter e Giovanni Russo Spena), insieme ad altri giovani curdi c/o il Centro Culturale Ararat per coadiuvare Erol Aydemir giunto al 20° giorno; mentre sono sempre più problematiche le condizioni di salute dei prigionieri curdi in sciopero della fame da oltre 100 giorni. Per giungere al risultato positivo dell’uscita dall’isolamento di Ocalan, per cui in tutto il mondo più di 7000 stanno lottando con lo sciopero della fame, c’è bisogno ora di una straordinaria partecipazione e prese di posizione,oltre alla massima divulgazione nei territori, con l’affissione di manifesti, striscioni, bandiere e iniziative di solidarietà che testimoniano questa lotta.
    A Roma,nel fine settimana circolerà una “vela” che girerà nelle periferie e nel centro storico, passando ripetutamente davanti le sedi del governo, dei giornali e dell’ambasciata turca con la scritta “Sostegno ai 7000 in sciopero della fame per Ocalan”.
    Rete kurdistan Roma

  • Alberto Campedelli

    comincio lo sciopero anch’io

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