CUT – UP per ENRICO GHEDI
di Sandro Sardella
parole percuotono la tastiera de “Il pianoforte di Einstein e nuovi versi”
lasciando onde accadute come cose fiorite e sfiorite .. nuvole tra i denti
fulminano l’aria di un mattino gelato di febbraio ..
sforbiciate lampi dalle prefazioni e postfazioni del libro di poesie di Enrico
Ghedi .. (Brescia, 1960) .. musicista e drammaturgo .. dal 1985 al 2002 è
stato tastierista e voce della rock band Timoria .. ha condiviso i palchi con
tanti artisti come Lawrence Ferlinghetti, Dan Fante e Jack Hirschman (che
lo ha tradotto con Lapo Guzzini e pubblicato nel 2017 per Marimbo Ed. in
San Francisco) .. dal 2005 si occupa anche di ethical hacking ..
“ .. poeta che solca e scava le profondità dell’animo umano, con la
presenza del rock, della multimedialità e delle esperienze borderline che
il rock degli anni 90 gli hanno fatto vivere. .. E’ una rockstar prestata alla
poesia che amplifica l’alienazione umana.” (Igor Costanzo)
“ .. Non c’è da stupirsi se una consumata rockstar come Enrico frequenti
il mondo degli insetti. Il rock’n’roll si è evoluto attraverso i Grilli di Buddy
Hollie, gli scarabei beat di Lennon & McCartney, le Api dei fratelli Gibb,
le Formiche di Adam, le Farfalle di Ferro psicadeliche, il Pungiglione dei
Police, la Mosca dei Red Hot Chilly Peppers. “ (Matteo Guarnaccia)
“ .. parafrasando Hemingway, ho pensato che sia stupido non pensare.
E credo che sia peccato. Tutto finisce affinché tutto ricominci, tutto
muore affinché tutto viva. Questa è la poetica di Enrico Ghedi.”
(Massimo Tantardini)
“ .. Enrico Ghedi .. naufrago della musica .. della poesia .. in variazioni
nere su improvvisazioni rock e jazz .. nelle strade della scrittura .. nella
frontiera crudele .. un’altra storia .. la parola è farfalla di breve durata
di lunga volata .. ogni parola è come un merletto che ha sentito sulle
sue fibre pesi e passaggi .. nel paese di temporali e papaveri .. risorto
per passione .. salva l’anima nel danzare nella tempesta .. “ (S. Sardella)
“ .. Ma caro lettore, per guadagnarsi le sue altitudini non si deve
soffrire di vertigini, altrimenti lascia stare e gira l’angolo della tua
libreria del cuore. Se fosse cinema sarebbe Greenaway o la Montagna
Sacra di Jodorowsky, se fosse musica sarebbe Mike Patton, se fosse
pittura sarebbe Il giardino delle delizie di Bosch, se fosse vita sarebbe
Pasolini. .. “ (Omar Pedrini)
sforbiciate .. lampi d’avvicinamento …
*
Rocce rosse
Passeggiando
le vie degli orti
e le malghe di pietra
mi fermo tra antichi troni
di natura
e scelgo
mirare sterminati
paesaggi e infinite
vallate mentre sei nel mio ventre cascate in volo
da vette dove
brucia indisturbato
il fuoco
in ghiaccio e silenzio
e riposa finalmente
il mio pensiero
Ventimila anni di gocce
che scavano rocce
in grida da fermare
il fiato in gola.
Sfioro quel teschio
preso a calci da soldati ubriachi, la vita che sfugge
e il dolore che affiora
ad ogni alba in ammanti
di sangue.
Chiusa nel ghiaccio
la roccia pende,
ondula per poi inerpicarsi dimentica del
tempo
il giorno è breve attimo
e lui farfalla
tra i sibili del vento.
Ora le follie
degli uomini appaiono amabili e gli spari nei quartieri
son sale nella mia
bocca di fiori
acqua e rocce
han doglie,
son vecchio
l’ultimo millennio
è da poco trascorso
tra le forme del caos l’occaso rapisce i colori
ho speranza
i miei nipoti mi chiedono
se ho mai
ucciso qualcuno.
Davvero molto bella anche questa poesia. Grazie a te, Mastro Sandro, per tutte queste poesie che ci fai conoscere con la tua rubrica.