Dal 2010 buon 12 maggio del non-sense

ripreso da Bizarre (*)

Buon 12 maggio di tutti gli anni

12 maggio 2010

Benvenuti nel non-sense!

Viene istituita la giornata dei limerick in onore del suo divulgatore, Edward Lear, poeta e illustratore, nel giorno della sua nascita. Un inevitabile tributo allo scrittore che ha lasciato i semi della sua poesia e botanica immaginaria perché fiorissero nella Patafisica di Alfred Jarry e nel Dadaismo di Picabia e Tristan Tzara, nel Surrealismo, in tutte le avanguardie artistiche fino a certe composizioni dei Beatles e ancora più nelle stralunate ballate di Jonathan Richman, nelle canzoni di Robert Wyatt, di Van Dyke Parks , di Joe Bird e dei Tv Personalities

C’eran due giovani donne del Niger  su una tigre
che sorridevano mentre la cavalcavano pigre.
Sono tornate dalla corsa nel centro non sopra la bestia, ma dentro
e a sorrider in volto , stavolta, la tigre.

La giornata celebra sia l’eclettica personalità di Edward Lear (12 maggio 1812-29 gennaio 1888), sia il contenuto, inusuale, deviante del componimento poetico e anche la sua forma, cinque versi, il primo e l’ultimo con lo stesso tema che rimano col secondo mentre il terzo e il quarto rimano tra loro. Sciocchezze, strampalatezze come forma del reale. Non-sense, appunto, che prende nome dal suo luogo di nascita e diffusione del componimento, Limerick.

C’è un Vecchio su una collina che mai si ferma e sempre cammina, anzi corre in giù e pure in su, con la gonna della nonna che s’impiglia per di più, così si abbiglia quel vecchio sulla collina

Il non-sense che confina con l’assurdo, la sciocchezza ricercata vive di un umorismo spiazzante, talvolta persino drammatico, privilegia una sensatezza insensata, surreale, bizzarra, cresce tra la svagatezza e le intuizioni infantili. Usa un linguaggio estraneo al contesto e non si preoccupa nel farlo, si avvoltola in sé stesso e ingarbuglia i significati. Il non detto ha significato quanto il resto. E il disegno quanto il testo.

Sembra strano pensare che in epoca vittoriana potessero convivere una salda concezione progressista e scientifica e qualcosa che sembra celebrare l’irrazionalità. Arte, scienza e visionarietà, con l’eredità di Joseph Priestley e di Erasmus Darwin, , l’alba dell’industrializzazione, l’esplosione urbanistica con concentrazioni operaie e contemporaneamente nuove esplorazioni, il chiuso e l’aperto, il pieno e l’infinitamente dilatato, Edward Lear e Lewis Carroll.

Attratti dalla scuola del non-sense anche noi prendiamo la storia al rovescio e con entusiasmo proviamo a danzare con Edward Lear.

Il 12 maggio 2010, nel 26° anno di celebrazione del Limerick day, Natalie Merchant è sul palco di Colonia, in Germania, tappa del tour europeo per promuovere il suo ambizioso album Leave your sleep. La cantante manca dalle scene da quasi un decennio, ma la sua fama è immutata. Sempre amata per la voce duttile e coinvolgente, per i testi appassionati, per la sua facilità di comunicare da quando circolava con la sua band, 10.000 Maniacs, quando intonava il partecipato Hey, Jack Kerouac, quando cantava Re di Maggio per recitarlo alla cerimonia di addio a Allen Ginsberg, quando si esibiva a fianco di Michael Stipe dei REM e ancora di più nella carriera solista. Merchant è diventata mamma e sua figlia ha sette anni. Il periodo di pausa dalla scena musicale lo ha dedicato a lei e alla gestazione dell’album, doppio, con composizioni poetiche in lingua inglese degli ultimi tre secoli indirizzate ai bambini.

Non poteva mancare un classico di Edward Lear, Colico Pie, arrangiata come una ballad country&western. L’album ha richiesto cinque anni di lavorazione, 130 musicisti e la produzione di David Byrne. Il pubblico rimane spiazzato e perplesso ascoltando l’album, pieno di variazioni musicali, che utilizza ogni genere e ritmo. Ai concerti non va tanto meglio.

Il set è diviso tra una prima parte con solo queste strane ballate per bambini, precedute ciascuna da un monologo, anche quando si tratta di Edward Lear, uno che s’impara a conoscere alla scuola materna e la cui musicalità del verso rimane impressa per sempre. La seconda parte fa rianimare il pubblico con l’esecuzione degli storici brani più conosciuti della cantante. Il tour europeo va così, altalenante,ma lei non si scoraggia,anzi. Crede che rileggere in musica quei componimenti sia una cosa giusta, piacevole e necessaria. Tornata in America affianca il normale tour con alcuni concerti per bambini e ragazzi, qualche centinaio ogni volta, per un numero di quattromila. Quattromila bambini di New York, provenienti da vari quartieri, arrivati in pullman tra i quattro e i nove anni, preparati all’ascolto.

Ho fatto questa straordinaria collaborazione con il 92nd Street YMCA l’anno scorso, e avevano quasi 4.000 scolari a New York di età compresa tra i cinque ei nove anni. Hanno studiato un’unità di poesia e musica basata su “Leave Your Sleep”. Poi sono andata e ho dato un concerto gratuito e i bambini sono stati tutti accompagnati in autobus nel giro di alcuni giorni. È stato sbalorditivo avere tra il pubblico 800 studenti di New York alla volta. E almeno un quarto di loro proveniva da famiglie in cui l’inglese non era la loro prima lingua, una comunità molto multietnica. E stavano urlando per Edward Lear (un artista e poeta britannico presente in “Leave Your Sleep” e che ci ha fatto familiarizzare con il limerick e i suoi non-sense letterari).”

La musica, con la partecipazione di un’orchestra locale ovunque si esibisca, la poesia che diventa canzone ammaliano i bambini, li portano ipnoticamente in altri mondi che riconoscono come altrettanto reali. Il suo lavoro lo dedica a tutti i bambini, con la stessa idea di amore con cui aveva concepito l’album per sua figlia: “Ho cercato di dimostrarle che la parola potrebbe essere il giocattolo più delizioso in suo possesso e che la sua lingua madre è ricca di ritmi e rime musicali”. Questa è l’essenza, il senso ultimo dei limerick di Edward Lear.

Edward Lear aveva costruito una realtà completa che comprendeva lo studio di Charles Darwin e la collaborazione con il naturalista e ornitologo John Gould, il disegno per classificazioni animali, in particolare di uccelli, arrivando a cedere il suo cognome a un pappagallo rappresentato coi suoi pennelli e il ruolo di insegnante di disegno della regina Vittoria. Viaggiatore instancabile per tutta la vita, diventava paesaggista, ricercatore storico, cartografo e giornalista. La stessa realtà comprendeva il disegno di animali fantastici, incroci di specie e generi e una botanica parallela o impossibile che affondava lo spirito in manuali medievali o addirittura dell’età classica greco-romana, facendosi gioco degli schematismi applicati nella propria ricerca scientifica e delle classificazioni di Linneo. Figlia dell’albero che genera agnelli descritto dal beato Odorico da Pordenone (1280-1331) nel suo trattato De Rebus incognitis è la pianta con le foglie a forma di maiale o gli alberi dei pesci e degli uccelli che confermano la visione del botanico Claude Duret (1570-16119 che nella sua Histoire admirable des plantes et des erbes, sostiene attraverso l’osservazione diretta di certe piante che possano generano pesci, quando le foglie cadono in acqua e uccelli quando volano in terra.

Esiste una botanica parallela, non fantastica che lavora sull’inspiegabile, che studia i classici e i filosofi antichi, gioca coi nomi e le classificazioni e ricorda che per esserci un parallelismo occorrono due rette e che nessuna è più retta dell’altra. Senza tirarla troppo con gli studi di Cornelis Kooleman, Max Spinder e Leo Lionni, ci accorgiamo che il non-sense di Edward Lear si nutre di scienza, conoscenza, osservazione e studio. Le sue ricette culinarie dell’assurdo, dove il preparato si ribella, il maiale non si vuol sacrificare e diventare cibo, le sue piante che spazzolano, dipingono o che generano mosconi floreali e tengono ragazzini legati per i piedi a dondolarsi, non contengono metafore, non significano altro da quello che rappresentano, esattamente come i suoi limerick e filastrocche.

Il suo mondo è uno solo e sta nel possibile. Il suo contemporaneo e autore vittoriano di letteratura visionaria, Lewis Carroll mostra invece un mondo e il suo doppio, quello che si affaccia a noi ogni giorno e quello che possiamo intravvedere oltrepassando le porte della percezione. Lear anima i tanti Père Ubu mentre Lewis Carroll i viaggi psichedelici. Il primo lavora su un immaginario pratico e possibile, l’ordinario straordinario, il secondo su figure metaforiche e allucinatorie che stravolgono il reale. Lear è un poeta visivo che implacabilmente spiega col disegno ciò che racconta in poesia. Carroll è fluviale, inarrestabile, accumulatore seriale di storie, lo Snark e i due Alice e soprattutto i due lunghi volumi di Sylvie e Bruno, dove il tutto contiene ogni possibile versione dello stesso tutto.

Natalie Merchant rielabora con fedeltà il non-sense di Edward Lear mentre la musicista della scena dell’avanguardia newyorchese Laurie Anderson se ne serve come metafora incidendo il componimento più famoso del poeta, The Owl and the Pussycat, considerato il poema in lingua inglese per bambini più rappresentativo di tutti i tempi.

Laurie Anderson nel 1994 incide l’album Bright Red, con la produzione di Brian Eno, forse il suo album meno sperimentale ma che ha lasciato perplessi ascoltatori e critica. Oscuro simbolismo, incomprensibile nei testi: le recensi0oni rasentavano la sufficienza o non furono tenere. La sua interpretazione della storia d’amore tra il gufo e la gattina, raccontata e disegnata da Lear ha un prologo: “Sono sdraiata all’ombra del mio albero genealogico / Sono un ramo che si è spezzato / Che ne sarà di me? / Cara mamma, sono sdraiata qui su questo letto queen size / Ripenso a tutte quelle storie che mi hai letto / Ma ora non ricordo più / Cara mamma, come va a finire? ”  La barca color verde pisello vaga dolcemente nell’acqua dell’oceano mentre i due innamorati amoreggiano sino al ritrovarsi al cospetto di un maialino con un anello ornamentale al naso da offrire alla strana coppia. A garanzia di un legame o di una circolarità che porta verso l’infinito, il non determinato e l’interminabile? Il suono della voce di Laurie Anderson, gli effetti sonori, un eco di suoni orientali sembrano suggerire questa seconda lettura. Metafora non leggibile nelle tavole e le parole di Edward Lear che trovava perfettamente romantica la situazione di un maiale che per uno scellino si priva del suo anello al naso per vedere simbolicamente coronarsi un amore tra un uccello rapace e un felino.

Lo scrittore e giornalista Donald  Barthelme in un suo racconto dedicato a Edward Lear scrive: “Poi si è capito qualcosa: che il signor Lear aveva fatto quello che aveva sempre fatto, e quindi, non aveva fatto niente di straordinario. Il signor Lear aveva trasformato lo straordinario nel suo opposto. In effetti, aveva creato un equivoco gentile e geniale. “

Natalie Merchant: Calico Pie https://www.youtube.com/watch?v=nG8A2hY-_N0

Su wwww.bizarrecagliari.com trovate anche alcune immagini tratte dal bellissimo sito dedicato a Edward Lear: http://www.nonsenselit.org/Lear/index.html#toc

(*) www.bizarrecagliari.com  ovvero «Storie della Beat Generation, della Controcultura e altro»: da gennaio racconta OGNI GIORNO vicende, persone, movimenti che il pensiero cloroformizzato e sua cugina pigrizia preferiscono cancellare.

 

MA COSA SONO LE «SCOR-DATE»? NOTA PER CHI CAPITASSE QUI SOLTANTO ADESSO.

Per «scor-data» qui in “bottega” si intende il rimando a una persona o a un evento che il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna deformano, rammentano “a rovescio” o cancellano; a volte i temi possono essere più leggeri ché ogni tanto sorridere non fa male, anzi. Ovviamente assai diversi gli stili e le scelte per raccontare; a volte post brevi e magari solo un titolo, una citazione, una foto, un disegno. Comunque un gran lavoro. E si può fare meglio, specie se il nostro “collettivo di lavoro” si allargherà. Vi sentite chiamate/i “in causa”? Proprio così, questo è un bando di arruolamento nel nostro disarmato esercituccio. Grazie in anticipo a chi collaborerà, commenterà, linkerà, correggerà i nostri errori sempre possibili, segnalerà qualcun/qualcosa … o anche solo ci leggerà.

La redazione – abbastanza ballerina – della bottega

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