Dal catalogo delle edizioni AR di Franco Freda spunta una pediatra friulana

di Max Mauro

Freda-conVentura

L’editrice AR (AR inteso come la radice di “ariano”) non è una casa editrice come le altre. Nell’aprile 2012, il sindaco di Roma Gianni Alemanno si trovò in grave imbarazzo quando si venne a sapere che i suoi uffici avevano autorizzato la presentazione di un libro edito dalle edizioni AR in una sala del Municipio. Alcuni organi di informazione segnalarono la cosa e Alemanno fu costretto a cancellare l’iniziativa, ammettendo in una nota che l’autorizzazione era stata concessa «ignorando la matrice ideologica di questa casa editrice, contraria ai princìpi sanciti dalla Costituzione». Insomma, se un politico orgoglioso della sua formazione neofascista giunge a questo, c’è qualcosa di strano in AR.

Non ci vuole molto a comprendere le ragioni dello scandalo. Basta scorrere il succinto catalogo della casa editrice fondata a Padova nel 1961 e attualmente di base ad Avellino. Non conta nemmeno duecento titoli, e fra questi ve ne sono ben cinque (5) firmati da Adolf Hitler, incluso ovviamente il «Mein Kampf». Tra le altre penne d’eccellenza che infiorano il catalogo troviamo sodali del baffetto austriaco quali Joseph Goebbels e Alfred Rosenberg, protagonisti del collaborazionismo nazista francese quali Pierre Drieu La Rochelle, e infuocati simpatizzanti dell’ideologia nazista quali il romeno Corneliu Codreanu. Punto di forza del catalogo AR è prevedibilmente l’ideologo magno del razzismo fascista, Julius Evola, di cui viene pubblicato tutto, anche le note per la spesa settimanale al mercato rionale. Visto che non vogliono farsi mancare nulla in fatto di nerume nazi-fascista e razzista, quelli di AR hanno pensato bene di pubblicare anche uno dei fondamentali dell’ideologia razzista, il «Saggio sull’ineguaglianza delle razze umane» di Arthur De Gobineau.

Tutto questo non deve sorprendere se si rammenta che il fondatore e tuttora titolare della casa editrice AR è Franco Freda, ideologo dell’estrema destra,figura centrale dell’eversione nera nella storia repubblicana. Una delle firme della “strategia della tensione”, Freda si fa vanto di non essere stato condannato per la strage di Piazza Fontana (Milano, 1969: 17 morti, 87 feriti) ma nonostante ciò la Corte di Cassazione ha acclarato che Piazza Fontana fu organizzata da «un gruppo eversivo costituito a Padova nell’alveo di Ordine Nuovo» e «capitanato da Franco Freda e Giovanni Ventura». Freda è stato condannato per una serie di attentati dinamitardi e infine ha trascorso quindici anni in carcere per sovversione ma non ha cambiato le sue posizioni. In una intervista nel 2009 a «La Stampa», confermava la sua «personale venerazione» per Hitler e Mussolini.

Che ci fa una nota dottoressa omeopata friulana, Teresa De Monte, nel catalogo di AR, allora? La domanda mi è sorta spontanea dopo aver trovato il suo «Alimenti e omeopatia» fra i titoli pubblicati da Freda. Non solo, ma il suo volume inaugura una nuova collana, intitolata modestamente «La grande salute». Il fatto lascia un po’ spiazzati se si considera che nel suo lunghissimo CV disponibile in rete, la dottoressa di Artegna segnala di aver ottenuto una laurea in “Diritto umanitario” e perfino un diploma in “Diritto dei rifugiati e delle migrazioni”. Come tutto questo si concilii con la pubblicazione di un libro per un editore che si dichiara il teorico del «razzismo morfologico», beh, è una domanda alla quale è (molto) difficile rispondere.

PS – Sono finito nel sito internet di AR ricostruendo i percorsi del razzismo italiano di ieri e di oggi. Cercando una cosa, ne ho trovato delle altre, alcune ancor più inquietanti del previsto sul livello di penetrazione “culturale” dell’ideologia razzista nell’Italia lacerata dei nostri tempi.

NELLA FOTO: Franco Freda com Giovanni Ventura in uno dei tanti processi (db)

 

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