Dal fascio allo sfascio
La galassia neofascista italiana ai tempi della pandemia
di Antonella Barranca (*)
Scissioni, figuracce mediatiche e tanta propaganda. Dopo il basso profilo tenuto nei due mesi e mezzo del lockodown i gruppi neofascisti italiani più strutturati tentano ora di tornare sul territorio con l’intenzione di fomentare il malcontento di alcune categorie -soprattutto commercianti, ristoratori e piccole imprese- contro la “dittatura sanitaria” in atto. L’inizio della Fase 2 coincide con l’implosione di Forza nuova e l’abbandono di interi gruppi di quadri regionali in aperta opposizione alla dirigenza e in particolare al segretario nazionale Roberto Fiore. Pesanti le accuse: “incoerenza e inaffidabilità della segreteria nazionale” anche sulla “linea generale divenuta oramai antitetica allo stile ordinato e disciplinato che ci ha sempre contraddistinto”. Ancora è presto per avanzare ipotesi ma l’inchiesta della trasmissione Report sulle origini delle fortune economiche di Fiore e la presenza di soggetti dal passato e presente imbarazzante come il romano Giuliano Castellino possono aver determinato la situazione attuale. Anche le iniziative di piazza durante la quarantena, dalla presenza a Roma la mattina di Pasqua al tentativo di infiltrarsi tra chi ha tentato di promuovere una mobilitazione il 25 aprile per violare le disposizioni anti contagio si sono rivelate fallimentari.
Dalla Puglia alla Lombardia, dal Trentino Alto Adige all’Emilia Romagna (dove è cominciata la scissione) passando per il Veneto i militanti rilanciano lo stesso comunicato in cui si afferma che “sono venuti meno i presupposti per continuare la lotta inquadrati nella struttura guidata da Roberto Fiore” una decisione definita “dolorosa” avvenuta “nel momento in cui le scelte del segretario nazionale e di alcuni alti dirigenti, nei fatti, non possono più considerarsi coerenti con i valori fondanti di Forza Nuova”. Se ne vanno dirigenti storici con un passato ventennale e i militanti fuoriusciti convergono in un nuovo soggetto, le Comunità militanti forzanoviste. Fiore ha annunciato il congresso per il 18 luglio e nel mentre procede a rimpiazzare chi ha lasciato il partito.
Di ben altro tenore il ritorno in piazza di Casapound che cela il viso dietro le Mascherine tricolori. Pagine facebook, accont twitter e instagram e canali telegram aperti alla fine di aprile hanno come simbolo l’immagine di un volto che veste una mascherina con i colori della bandiera italiana, la stessa che indossano i parlamentari di Fratelli d’Italia. Tra gli iscritti i dirigenti nazionali del movimento e molti quadri locali che inseriscono in blocco decine di contatti nelle chat. Sul social russo il canale nazionale ha superato i 6000 partecipanti.
L’obiettivo è quello di manifestare, seguendo le direttive di sicurezza contro il contagio, ogni sabato in diverse piazze italiane per arrivare a una manifestazione a Roma. Una specie di marcia come già qualche militante con fascio littorio, celtica e tartaruga al collo, ha specificato nel gruppo Tutti a Roma con le mascherine tricolori collegato alla pagina principale. La protesta, cominciata il 2 maggio, ha l’obiettivo di coinvolgere commercianti, ristoratori e piccoli imprenditori, categorie corteggiate anche da Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Non mancano la solita campagna anti Europa e l’appoggio alle teorie complottiste. Rare, soprattutto durante le settimane più dure dell’emergenza sanitaria, le collette per soli italiani in difficoltà ricomparse da pochi giorni con la consegna di pacchi di generi di prima necessità a favore di obiettivo fotografico. Altro segnale di un ritorno all’attività l’occupazione di uno stabile di proprietà dell’Aeronautica Militare a Ostia, il X municipio di Roma, ribattezzato Area 121 dai camerati di Gianluca Iannone. Come riporta Fanpage Casapound si sarebbe presentata a occupazione già avvenuta con l’intenzione di farne un centro politico e organizzativo del movimento.
Sul fronte Hammerskin Federazione, la rete nazionale di Lealtà azione, ha dedicato energie alla distribuzione di alimenti alle famiglie italiane rimediando a Milano una pessima figura. Grazie alle segnalazioni dell’ANPI e delle realtà antifasciste sono state bloccate due raccolte alimentari (una delle quali appoggiata dal presidente del Municipio 7) promosse dall’associazione Bran.co nei supermercati Conad e Unes. Le due catene della grande distribuzione hanno pubblicamente preso le distanze con comunicati ufficiali.
Sottotono, come prevedibile, anche le commemorazioni annuali del 29 aprile in ricordo di Sergio Ramelli: un video e un concerto online e la posa di una corona di tre rappresentanti di Casapound, Lealtà azione e Forza nuova multati per violazione delle normative antivirus.
(*) Fonte: http://www.rifondazione.it/