David Lifodi: Ivone Gebara e il volto materno di Dio

Scuote la testa e mostra una certa sorpresa. Ivone Gebara si chiede (e ci chiede), con un misto di stupore e meraviglia, perché non conosciamo la Teologia della Liberazione al femminile. Poi, trascorsi alcuni minuti e rassegnatasi al fatto che la platea è piuttosto digiuna sulla materia (comprese quelle persone che da anni fanno su e giù tra Italia e America Latina), è un fiume in piena, ne spiega la radicalità e le differenze rispetto alla Teologia della Liberazione declinata al maschile, conosciuta, questa sì, dall’uditorio. Eppure non basta. Ivone Gebara, teologa brasiliana, già collaboratrice di Dom Helder Camara e adesso di Frei Betto,Thomas Balduino e Leonardo Boff (con cui condivide la condanna al silenzio da parte della Chiesa), esponenti di spicco della Teologia della Liberazione, tiene molto a esporre quel percorso così ricco di differenze tra la visione maschile (e per certi aspetti patriarcale e quasi autoritaria in certe sue connotazioni) e quella femminile della Teologia stessa, che, dopo il culmine raggiunto negli anni ’80, rappresenta ancora la coscienza critica della politica e della Chiesa sudamericana.

Paradossalmente il titolo dell’incontro di Siena (tappa di una lunga serie che l’ha portata anche alla comunità di base fiorentina delle Piagge e allo storico circolo America Latina delle Vie Nuove sempre a Firenze) si intitola “Il volto materno di Dio”, che prende spunto da un’opera dello stesso Leonardo Boff. In realtà, spiega Ivone, i teologi della Liberazione hanno sempre avuto problemi a rapportarsi con la Teologia al femminile: un tema che ricorrerà spesso non in chiave contrapposta o di polemica fine a se stessa, ma allo scopo di sollecitare una maggiore apertura all’inclusione sociale nei confronti dei colleghi maschi e una più connotata collocazione politica e di genere.

Proprio all’insegna delle differenze di genere era nata e si era diffusa l’idea femminista in Brasile, poco accettata anche dalla corrente “principale” della Teologia della Liberazione, quella maschile, che per anni ha considerato la rotta intrapresa dal femminismo come frutto dell’imperialismo nordamericano e del neocolonialismo europeo. Lo stesso contesto storico e l’humus politico-militante latinoamericano, precisa Ivone (dolendosene), per anni non ha dato molto peso alle sofferenze che hanno dovuto sopportare le donne durante gli anni ’70-’80, quando le dittature militari la facevano da padrone in quasi tutto il continente, soprattutto nel Cono Sur. Da poco tempo in Brasile sono stati aperti gli archivi storici della dittatura, ed è emerso uno scenario per certi versi inaspettato e inquietante: la violenza contro le donne verbale, politico-ideologica, ma nella maggior parte dei casi contro la loro figura e il loro corpo, veniva anche da organizzazioni di sinistra in lotta contro il regime. E’ da qui che il movimento femminista brasiliano si è reso autonomo e parallelamente lo stesso è avvenuto all’interno della Teologia della Liberazione.

Uno dei primi contrasti con le gerarchie ecclesiastiche è sorto quando la Chiesa ha inteso occuparsi, tramite una propria interpretazione delle Scritture ritenuta infallibile e senza possibilità di contraddittorio, di aspetti quali la depenalizzazione dell’aborto o la violenza domestica sulle donne. Contemporaneamente nel 1980 nasce e si sviluppa ufficialmente la Teologia della Liberazione al femminile, che aveva come punto di partenza l’esperienza di donne provenienti da una vita vissuta interamente nei quartieri popolari delle cinture industriali delle grandi città, a esempio San Paolo, è il caso della stessa Ivone. Fin dall’inizio la Teologia femminile, o femminista, come ama dire Ivone, si caratterizza per l’apertura al confronto e al dialogo senza farsi portatrice di fratture all’interno del cristianesimo: collaborano con luterani e metodisti e nel tempo si aprono anche al sincretismo e ai riti afro-brasiliani. La violenza compiuta contro il corpo femminile rappresenterà uno dei principali aspetti su cui fin dall’inizio è incentrata la Teologia della Liberazione letta in chiave femminista. Non si tratta solo di denunciare la violenza fisica, ma anche quella simbolica di cui è fortemente permeata la Chiesa. Altra forte rottura rispetto al punto di vista della Chiesa allineata riguarda la concezione della sofferenza e del dolore del Gesù crocifisso. Non è una critica all’uomo Gesù, ci tiene subito a precisare Ivone, quanto a tutto ciò che c’è stato costruito intorno e che giustifica il potere maschile come unica rappresentazione di Dio.

Qui si entra in un tema cruciale della Teologia della Liberazione al femminile, che si caratterizza “per riprendere quello spirito della Bibbia utilizzato strumentalmente per rafforzare il potere maschile”. La prospettiva di riscatto del testo biblico in chiave femminista emerge nella volontà di evidenziare quelle violenze sulle donne raccontate dalla Bibbia stessa, ma passate in secondo piano di fronte alla sofferenza dell’uomo Gesù sulla croce. In questo senso la Teologia femminista si propone di superare la visione maschile secondo la quale Dio è necessariamente Padre: può essere anche Madre, o comunque non apparire come un’immagine fissa, quanto come qualcosa che si può coniugare. In una parola: non basta riflettere sui temi della giustizia sociale, sostiene Ivone, e nemmeno è sufficiente che queste riflessioni siano condotte a livello ecclesiastico, per quanto possano provenire dalla stessa Teologia della Liberazione, come avveniva ai suoi albori negli anni ’70. Spetta all’essere umano in generale, e alle donne vittime delle violenze in particolare, compiere una riflessione approfondita sulle lotte per la giustizia sociale. Questo passaggio risulta particolarmente difficile per la sfiducia generale nell’essere umano, dovuta, secondo Ivone, alla società capitalista: non solo la donna ha paura dell’uomo e viceversa, ma le donne hanno paura di altre donne e la stessa cosa accade per gli uomini. Questa tendenza ha preso piede anche all’interno di certi gruppi di tendenza spiritualista in America Latina, mentre la Teologia della Liberazione femminista vuol eliminare la mancanza di fiducia tra gli esseri umani, dovuta anche al messaggio del Cristo solitario che muore sulla croce e di un Dio individuale che non aiuta ad avere una comune percezione sociale della realtà. Se questo è lo schema che da anni cerca di trasmettere la religione ufficiale, è chiaro che la necessità di uscire dall’individualismo per potere credere nell’altro che si imbatte di fronte  a noi risulta essere un’eresia per le gerarchie.

“Tutto questo”, conclude Ivone, “non significa cancellare la tradizione, ma è necessario compiere passi avanti affinché la Teologia della Liberazione al femminile sia maggiormente condivisa e rispettata”, cosa che già avviene in America Latina grazie al suo lavoro di alimentazione reciproca con i movimenti sociali.

Redazione
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40 commenti

  • ginodicostanzo

    Però! Un punto di vista a me sconosciuto… le cose sono sempre più complesse e variegate di ciò che sembrano a noi, (a me, che vivo lontano da queste realtà). Tenchiù
    😉

  • Luis Moscardò

    Posizioni non cattoliche. Vere e proprie eresie propalate a poveri fedeli ignoranti, pecore e pecoroni da circolo parrocchiale.
    Ognuno è libero di dire ciò che vuole, ci mancherebbe, ma si chiarisca che questa roba NON E’ CATTOLICA e mai lo potrà essere.

    • 1)”Ivone Gebara si chiede… con un misto di stupore e meraviglia, perché non conosciamo la Teologia della Liberazione al femminile”.
      1B)SAREBBE GIA’ TROPPO CONOSCESSERO QUELLA AL MASCHILE

      2)”…già collaboratrice di Dom Helder Camara e adesso di Frei Betto,Thomas Balduino e Leonardo Boff”
      2B)CHE PESSIME COMPAGNIE …
      3)i teologi della Liberazione hanno sempre avuto problemi a rapportarsi con la Teologia al femminile
      3b)NO. HANNO AVUTO PROBLEMI A RAPPORTARSI CON LA VERA FEDE
      4)… quando la Chiesa ha inteso occuparsi, tramite una propria interpretazione delle Scritture ritenuta infallibile e senza possibilità di contraddittorio, di aspetti quali la depenalizzazione dell’aborto o la violenza domestica sulle donne
      4B)LA CHIESA NON HA UN MAGISTERO INFALLIBELE, CE L’HANNO LE TEOLOGHESSE
      5)Fin dall’inizio la Teologia femminile, o femminista, come ama dire Ivone, si caratterizza per l’apertura al confronto e al dialogo senza farsi portatrice di fratture all’interno del cristianesimo: collaborano con luterani e metodisti e nel tempo si aprono anche al sincretismo e ai riti afro-brasiliani
      5B)CIOE’ DIALOGONO CON CHI LA PENSA COME LORO E INFATTI NON PRODUCONO DIVISIONI A DIFFERENZA DELLA CHIESA CATTOLICA CHE NON LA PENSA COME LORO
      6)”Altra forte rottura rispetto al punto di vista della Chiesa allineata riguarda la concezione della sofferenza e del dolore del Gesù crocifisso. Non è una critica all’uomo Gesù, ci tiene subito a precisare Ivone, quanto a tutto ciò che c’è stato costruito intorno e che giustifica il potere maschile come unica rappresentazione di Dio”
      6B)A LEI NON IMPORTA DELLE SOFFERENZE DI GESU’E DEL LORO VALORE REDENTIVO (ANCHE X LEI). A LEI IMPORTA E DISPIACE CHE SIA MASCHIO…E POI “CHIESA ALLINEATA”, MA A CHI?
      7)”“per riprendere quello spirito della Bibbia utilizzato strumentalmente per rafforzare il potere maschile””
      7)QUESTA AFFERAMZIOEN DIMOSTRA LA SAGGEZZA DELLA CHIESA CHE NON VOLEVA DARE EL SACRE SCRITTURA IN MANO A CANI E PORCI, CHE PRIMA O POI AVREBBERO SPARATO STR…. DEL GENERE
      8)”mentre la Teologia della Liberazione femminista vuol eliminare la mancanza di fiducia tra gli esseri umani, dovuta anche al messaggio del Cristo solitario che muore sulla croce e di un Dio individuale che non aiuta ad avere una comune percezione sociale della realtà”
      8b)ERA MEGLIO SE EBREI E ROMANI FACEVANO UNA BELLA STRAGE COLLETTIVA CON GESU’, APOSTOLI E PIE DONNA, MADONNA IN TESTA. COSI’ SI FACEVA VENIVA FUORI UNA BELLA MORTE COLLETTIVA E SOLIDALE CHE AVREBBE AIUTATO GLI UOMINI AD AVERE PIU’ FIDUCIA TRA LORO
      9)Tutto questo”, conclude Ivone, “non significa cancellare la tradizione, ma è necessario compiere passi avanti affinché la Teologia della Liberazione al femminile sia maggiormente condivisa e rispettata”
      9)CON QUESTA AFFERMAZIONE TESSERA AD HONOREM NEL PD DI VELTRONI IL CUI MOTTO ERA “MA, ANCHE” CON BUONA PACE PER IL POVERO PRINCIPIO DI IDENTITA’ E NON CONTRADDIZIONE

      10) FORSE ALLA FINE DELLE SERATE DEL TOUR LA SIGNORA GEBARA CONCLUDEVA CON UN “SIETE SU SCHERZI TEOLOGICI A PARTE” CON GRANDE SOLLIEVO DELLA PLATEA

  • vedo che, sia pure con ritardo, la discussione si accende
    sarebbe un bene se ci fosse la voglia di confronto, invece i due interventi “tradizionalisti” (non so se la definizione è esatta ma l’unica altra che mi viene è maschiocentrici però non so se a scriverla si sente il tono ironico) scherniscono, qua e là offendono, chiudono la porta a ogni dialogo
    triste ma interessante
    spero che la discussione continui ma con aperture e voglia di confrontarsi anche con chi ha un diverso sentire
    per quel che mi riguarda (sono una persona che non si riconosce in nessuna religione organizzata) qui in Italia ho trovato sempre nei valdesi una grande capacità di ascolto mentre molto spesso nella maggior parte dei cattolici avverto una rigidità che mi pare nasca da un mix di fanatismo e paura; ci sono è ovvio eccezioni… ho incontrato nel grande mondo cattolico credenti, preti, suore, persino un vescovo con i quali è stato un piacere incamminarsi (anche in luoghi difficili): temo che se facessi i loro nomi, sia Moscardò che “Cuib 66” ghignerebbero: “i soliti cattocomunisti”. Punti di vista. Non c’è dubbio che l’atteggiamento verso i non cattolici (e più in generale i non cristiani o i non credenti) di un Martini o di un Biffi, tanto per fare due nomi notissimi, sia molto diverso. Questo induce alcune persone a una riflessione mente altre sono spinte a schierarsi, arroccarsi.
    Resto qui a vedere cosa succede. (db)

  • Francesco Bernardini

    Io vorrei parlare della liberazione al femminile per la bambine uccise con l’aborto … ma siamo sicuri che loro vogliano essere liberate dalla loro vita ?
    Oppure l’aborto è permesso solo per i maschietti?
    Poi vorrei capire perchè dobbiamo avere una “comune percezione sociale della realtà” ma è proprio necessario? e le differenze ? e per chi non ci riesce è previsto un periodo di rieducazione?
    Perchè questo mio è un arrocco e per altri una riflessione? chi giudica?

  • Luis Moscardò

    L’unica mia premura è che si chiarisse che queste sortite non sono cattoliche e che è pericoloso portarle alle orecchie dei cattolici che già son sufficientemente disorientati dai tanti “dialoghi”.
    “Scusi per la Vita Eterna?” “Giri a destra, poi al terzo semaforo a sinistra; anzi, mi dice qua il vicino che ci può andare anche andando subito a sinistra e poi dopo un semaforo a destra. Però, aspetti, facciamo una via di mezzo: passi due semafori e giri prima a destra poi a sinistra”… tu dove andresti di fronte a un cartello gigantesco (il bimillenario magistero di Santa Romana Chiesa) che dice di andare a dritto?
    Questo nostro tempo ha bisogno di santi sacerdoti, di santi laici, di ortodossa Dottrina non di teologi bricoleur che spuntano con idee folkloristiche a illuminare gli stolti.
    Per il resto, se si sta bene coi valdesi, lo si faccia; ma non diciamo che ciò è cattolico.

    • SE BEN CAPISCO Luis propone etichette non idee; certezze non dubbi; santi non persone; molte lettere maiuscole; tappi e bavagli o forse museruole (“pericoloso portarle alle orecchie”)invece di dialogo
      effettivamente sì, se questo è il quadro poso confermare che io di solito sto MEGLIO con i valdesi, con i laici, con i pochi buddisti e animisti che conosco ma anche con certi cristiani (cattolici e non), ebrei e musulmani che contrariamente alle tre famose scimmiette ascoltano, guardano e parlano (db)

      • Luis Moscardò oggi campione del Mondo di calcio

        ECCO: non ben capisci, e sottintendi offensivamente. Ma ti perdono e ti prego di volerti convertire e uscire dal Circorfèi. Una prece.

    • Gesù Cristo x fortuna non era né cristiano, né cattolico!!

  • Interevengo a voce bassa, con lettere minuscole e con parole d’altri; senza l’arroganza di chi sa solo intultare e provocare (ma l’umilta’ non era una “virtus”?); e soprattutto senza la presunzione anticristiana (ma forse cattolica nella Chiesa di Benedetto XVI) di sapere “di che cosa ha bisogno questo tempo” e di definire “che cosa e’ cattolico e che cosa non lo e'”:

    La Divinità è mia madre (Angelus Silesius, mistico cristiano)

    La Divinità è madre e antenata dei suoi rami/I cui polloni/danno tanto frutto (Margherita Porete, mistica cristiana)

    Si coricò nella santa Trinità come un bambino si avvolge nel mantello di sua madre e si stringe al suo seno (Mechtld di Magdeburgo, mistica cristiana)

    I frati vadano per il mondo a due a due e uno sia la madre dell’altro e a sua volta questo sia la madre del primo (Francesco d’Assisi)

    Io rischio di dire una stupidata, ma la dico; si dice sempre che Dio è Padre. Per me Dio è madre (Giovanni Paolo I)

  • Francesco Bernardini

    anch’io intervengo, anzi riintervengo a voce bassa e con le parole di un Altro.
    “Io sono la Via, la Verità e la Vita”
    ” Tu sei Pietro e su questa pietra fonderò la Mia Chiesa a te darò le chiavi del regno … e tutto quello che legherai sulla terra sarà legato anche nei cieli, e tutto quello che scioglierai sulla terra sarà sciolto anche nei cieli”

    Io scusate,non riesco ancora a capire, dopo tanti anni questo amore per il dubbio, l’unica cosa che non è accettabile per certa teologià è la Verità, ma scusate l’ignoranza la filosofia e la teologia non dovrebbero essere lo studio della verità? In 30 anni dalla mia conversione mi sarà sentito dire, con disprezzo, perlomeno 500 volte che avevo la verità in tasca … mi sono guardato nei pantaloni è ho trovato una Croce.

    • “Io scusate non riesco proprio a capire (…) questo amore per il dubbio”

      Sì, credo anch’io che il problema sia quello. Da una parte il dubbio che ha attanagliato in modpo pressante ogni cristiano DOPO la conversione (basta rileggere Ambrogio, Girolamo o Agostino), dall’altra la certezza imamovibile dell’idolatra. Oggi come ieri.

  • X Raffaele- mi hai illuminato:ora ho finalmente capito perché la signora Gebara si è incomodata e
    da Recife ed è giunta sino in Italia. Con la rivelazione di queste Verità di un Dio un po’ Androgino e un po’ femminino, che Gesù si era inopinatamente scordato di rivelarci, possiamo senz’altro viaggiare più sicuri verso la salvezza.

    X DB: dialoga, dialoga, dialoga e ancora dialoga: puoi aumentare la quantità di informazioni, puoi imparare tante cose, ma se non ti converti non hai concluso nulla. Se Gesù fosse venuto ai giorni nostri, per accettarlo lo avreste dovuto vedere dibattere in un salotto televisivo tipo il Maurizio Costanzo Show e purché evitasse di dire Io sono la via la verità e la Vita. Ovviamente avrebbe dovuto evitare anche di dire: tu sei Pietro e su questa pietra fondrò la mia Chiesa e le porte dell’inferno non prevarranno. La vita è il luogo delle scelte nelle quali ci si prepara a conquistare o perdere la salvezza eterna e non il luogo di un interminabile e inconcludente dibattito. Non che non si debba discutere, ma i fautori del dibattito ad oltranza non hanno il fine di cercare la Verità, ma solo il dibattito fine a se stesso. Nel momento in cui, nel dibattito, qualcuno affermasse di aver trovato al verità su Dio o sull’uomo verrebbe immediatamente messo fuori dal gioco come intollerante e presuntoso.
    Sull’umiltà- chi proclama la verità cattolica non proclama la sua verità ma quella che Cristo ha annunciato, chi la rifiuta proclama la sua verità.
    Ora dei due chi è più umile?

    • Se qualcuno L’ha illuminata dalle parole del mio scritto sono stati semmai Giovanni Paolo I e S. Francesco (sono in vacvanza e ho citato solo i testi che conosco a memoria. Ma le riflessioni sul carattere femminile della divinità sono migliaia anche limitandoci alla patristica). Eretici? Relativisti? Teologi da Maurizio Costanzo Show? Ma ovviamente Lei si rifiuta di confrontarsi con i testi. A proposito:lo sa che la traduzione della frase di Bereshit/Genesi “Lo spirito di Dio aleggiava sulle acque”) e’ in realta’ “Il respiro di Dio covava le acque”). Ah, questi giudei!

  • X Raffaele: certo che il dubbio può accompagnare momenti della vita, anche quella dei santi,a un conto è arrendersi al dubbio e paralizzare la propria vita intelletuale e spirituale e un conto è carcare la verità. con animo sincero e mente aperta e cercarla soprattutto là dove Qualcuno ha pensato di lasciarla in custoodia per intero.
    L’idolatra è colui che adora un falso Dio. nell’incertezza del dubbio no è possibile stabilire se esiste un dio vero o falso per cui non esistono idolatri. Questo nella prospettiva del relativista. E siccome non solo la natura aborre il vuoto ma ha fatto sì che l’uomo fosse animale naturalemnte religioso costui idolatra se stesso: chi il vente, chi il basso ventre chi il proprio io o il proprio pensiero.

    Riguardo alle citazioni direi che non occorre scomodare s. francesco o le Scritture per dimostrare che Colui che tutto ha creato contiene anche l’elemento femminile (così come il maschile)pur essendo il Totalemnte altro. E resta anche che la seconda persona della trinità ha scelto di incarnarsi come maschio.Il problema è che per 20 secoli non si è sentito l’esigenza di costruirci una teologia rivendicazionista sopra come fanno femministe irrancidite come la Gebara il cui scopo è unicamente proporre se stessa e il suo pensiero su un tema che non solo non agevola la comprrensione di dio e della sua volontà in ordine alla salvezza, ma probabilmente lo offusca e lo confonde anche perché è evidente la sua finalità vera è di attaccare il Magistero e la Tradizione, che se mi permetti sono un attiminimo più saldi,importanti e certificati del suo pensiero.
    Anche la ricerca della verità ha le sue regole e la prima è l’umiltà. Chi propone se stesso contro la tradizione e il Magistero mi sembra evidente che sia quanto meno un presuntoso (anche perché il Magistero non è campato in aria, ha evidenti basi scritturistiche e razionali): come la parabola del cieco che guida i ciechi e finiscono nel precipizio.

  • Questo è un intervento colto, equilibrato e decisamente interessante, anche se non lo condivido quasi per niente (al di là del richiamo al Totalmente Altro, che però è un concetto non solo cattolico- basta pensare a Horkheimer o a Bonhoeffer). Quale differenza pero’ rispetto alla presunzione, arroganza e maleducazione del Suo primo post. Quante cose abbiamo tutti da imparare, vero?

  • Anche se, rileggendolo, noto che mi era sfuggito quel “femministe irrancidite”. Lei proprio non riesce a parlare senza offendere, è una specie di riflesso condizionato. Peccato. (ma non dovrebbe essere la Verità a imporsi, e non il narcisismo di chi la propone=)

    • Luis Moscardò oggi campione del Mondo di calcio

      “parlare senza offendere”… scusi o buon Raffaele, lei non ha il minimo di humor. Se nota una ineleganza altrui la rimbrotta con concetti offensivi tipo il ragionare a “riflesso condizionato” e l’accusa di narcisismo. Lei sarà pure dialogante ma, come tale, alquanto intollerante.
      Detto questo saluto gli interlocutori.

  • David Lifodi (che sarà in vacanza per qualche giorno) mi ha pregato di inserire queto suo commento.
    Dal tono di buona parte dei commenti (chissà come mai proprio adesso a così tanto tempo di distanza) ho idea che arrivino dalla parte più reazionaria e intollerante della Chiesa. In ogni caso la stessa Ivone non è nuova a critiche simili: all’incontro ha detto più volte di essere stata tacciata di eresia. Quel che non mi piace di questi commenti è una certa violenza verbale e un gusto della provocazione fine a se stessa che mal si concilia con le posizioni di accoglienza del cristianesimo, a maggior ragione quello di stampo sociale, e soprattutto la volontà di arrogarsi il diritto di decidere chi è cattolico e chi no, chi è buono e chi è cattivo. Ho l’impressione che queste persone siano più interessate allo scontro che al confronto, per quanto si possa essere su posizioni diverse e mi chiedo anche come sono capitate su questo blog che fa della intercultura, dei diritti umani e sociali la propria bandiera. Fra l’altro gli organizzatori dell’incontro con Ivine Gebara sono persone che si riconoscono nella Chiesa, ovviamente nella sua parte progressista. Molti sono stati più volte in America Latina anche in contesti non facili (ad esempio le comunità popolari in resistenza in Guatemala) e in Africa (nella bidonville di Korogocho con padre Moschetti). Mi sarebbe piaciuto che lettori e lettrici, soprattutto appartenenti a comunità di base o ad altre fedi, fossero intervenuti per allargare civilmente la discussione, cosa che invece non sembra accadere(a parte i pacati interventi di Mantegazza).
    Vorrei precisare un’ultima cosa: Ivone Gebara, comunque la pensiate, va avanti nel solco dell’opzione per gli oppressi della Teologia della Liberazione sudamericana. Alcuni interventi hanno definito Frei Betto, Leonardo Boff ecc. come pessime compagnie. Considerate pessimi anche suor Dorothy Stang, suora statunitense assassinata anni fa dai fazendeiros brasiliani perché impegnata nella difesa della terra e dei campesinos o il missionario comboniano Ezechiele Ramin, ucciso nel 1985 sempre in Brasile per gli stessi motivi? Giudicate pessimi tutti i militanti della Pastorale Sociale della Terra, tanto per rimanere in America Latina, da monsignor Romero ai catechisti massacrati dalla dittatura guatemalteca all’inizio degli anni ’80 per il loro impegno a difesa dei poveri e dei diseredati del loro Paese?

    • Una non risposta è una bella risposta e mi riferisco al commento di sopra. Ci manca solo che mi accusiate di essere al soldo dei fazendeiros e siamo a posto. Quanto alla Gebara se “va avanti nel solco dell’opzione per gli oppressi della Teologia della Liberazione sudamericana” … beh, contenta lei contenti tutti (voi). A me le contorsioni private trasformate in “evento pubblico” sulla fede e sulla Chiesa, soprattutto alla luce dei loro risvolti, effettivamente mi producono reazioni abbastanza energiche.Tanto più se queste elucubrazioni più che affannarsi di chiarire Verità divine in ordine alla salvezza, sono argomenti pretestuosi e/o irrilevanti per seminare zizzania nella già incasinata Chiesa. Da qui la mia reazione. Ma devo dire che sebbene vi dichiariate dialoganti, quanto all’uso di aggettivi qualificativi in negativo non credo che mi siate secondi. Ma non per questo mi lamento,i consnesi “ecumenici” non mi interessano. Cerchiamo e viviamo la Verità stando nella fede che la Chiesa ciha sempre insegnato, il resto, come nel s’ sì no no viene dal maligno e certamente non ci aiuta.

  • Francesco Bernardini

    Caro DB ma se ci mettiamo a contare i martiri, l’elenco che potre fare io sarebbe praticamente infinito, martiri della Fede (con la F maiuscola perchè unica), e non di una idea o ideologia a cui ormai non crede più nessuno, se non qualche nostalgico
    e reazionario di origine pseudo-cristiana. Una delle tante cose che mi mandano in bestia è l’uso a fine polemico del martirio, che a qualunque campo appartenga martirio sempre è, anche se i martiri della Fede se permetti sono un poco diversi. I martiri hanno dato la vita per quello che, nel bene o nel male credevano come verità, non credo si possa dare la vita per il dubbio, per il forse e sebbene, per una mediazione a tutti i costi, per qualcosa a cui si crede fino ad un certo punto. Il martirio non è cosa da anime belle e gentili, ma solo per combattenti convinti e che ritengono di avere la verità in tasca, qualunque essa sia

  • veramente questi prevalenti interventi polemici “da destra” non li capisco, mi scoraggiano
    Ivonne Gerbara è espressione di filone di riflessione che parte dal vangelo e che dice cose anche nuove e diverse dalfilone principale , quello della teologia della liberazione in senso stretto. Cerchiamo di ascoltarla , è una voce che innova anche in campo progressista.E’ possibile che non si possa discutere senza animosità, accuse di eterodossia e cose di questo genere. E’ capitato anche a me con il sito di Noi Siamo Chiesa, sono quasi stato costretto a chiudere i commenti
    Grazie a Daniele per il Blog . E’ un contributo importante nel tenere aperto una spazio libero

  • Caro Bellavite, non accettando nè le premesse, né le conclusioni, nè quelle che credo siano le finalità reli della signora Gebara, almeno non mi voglia ridurre al silenzio, di che cosa si lagna se, una volta ascoltata, la confuto rifiutanmdola e invitando a rifiutarla nettamente?
    Riguardo all’animosità tutto dipende dalla posta in palio e siccome qui mi pare oggettivamente alta l’animosità è necessaria. E comunque sempre meglio di chi fa del vittimismo e si straccia le vesti perchè dopo aver fatto per una ventina d’anni il bello e il cattivo tempo adesso è posto nella marginalità che tutto sommato e figlia della devastazione a cui ha posto mano.

  • Francesco Bernardini

    Penso caro DB che non ci possano essere dubbi su un fatto: uno di noi è eterodosso. Non è una accusa, ne un rinvio a giudizio, ma un fatto, visto l’abisso che separa i nostri modi di pensare. Far finta che l’eterodossia, preferisco chiamarla apostasia, non esista è un far torto alle nostre (mia e sua) intelligenze. Prendiamo atto e andiamo avanti magari ognuno per la propria strada, ma non nascondendo il viso sotto la sabbia, chiamando le cose con il loro nome, e le nostre (mie e sue) parole siano “si,si .. no,no”

  • Caro Daniele, io credo che lo scambio sia sempre una cosa positiva. Personalmente sono debitore convinto e riconoscente del femminismo in tutte le sue versioni, in particolare il pensiero della differenza e le teologie femministe.
    A proposito di teologia: io penso che non centri nulla con la Verità, ma che si tratti piuttosto di sana speculazione filosofica intorno a tutto ciò che riteniamo “soprannaturale”, a cominciare dalla divinità (di cui nessuno e nessuna, per altro, ha esperienza diretta). Quindi si sposa benissimo con la realtà materiale della “parzialità”, incarnata da ogni uomo e da ogni donna che viene al mondo, dall’inizio del tempo e fino al suo consumo ultimo. Chi stabilisce che il proprio pensiero diventi dogma, dottrina universale, di cui non è lecito dubitare (non ci sono più i roghi, ma le condanne alla fame sì…), è una persona che non riconosce la propria parzialità, individuale e di genere, ma si autonomina rappresentante unico e indefettibile del Dio onnipotente, onnisciente, immenso, eterno, ecc. ecc… M dove si trovano tutte queste definizioni? Nel catechismo di santa romana chiesa, scritto da uomini (persone umane di sesso maschile) che così hanno issato se stessi sul trono dell’adorazione ( = idolatria).
    Femminismo e teologie femministe mi aiutano a considerarmi “solo un uomo” in mezzo ad altri uomini e alle donne; tutti e tutte in cerchio alla pari: anche papa vescovi e preti dovrebbero scendere dal piedestallo su cui si sono issati e partecipare al cammino dell’umanità intera (= cattolicità) verso il Regno di Dio, che è, secondo me, una bellissima espressione per significare il regno dell’amore vissuto, della giustizia praticata, della convivialità di tutte le differenze. non è questo che predicava Gesù?
    Teologia è quindi, per me, ricerca quotidiana insieme a tutti e tutte coloro che camminano sugli stessi sentieri. ricerca, non della Verità, ma della giustizia, della convivialità, delle forme concrete per vivere reciprocamente l’amore, il rispetto, la solidarietà…
    In particolare, una forma concreta che ha assunto, nella mia vita, questa ricerca è la consapevolezza del cambiamento radicale che deve coinvolgere le modalità di stare al mondo di noi uomini: il linguaggio maschile universale, il maschiocentrismo dominante nella chiesa cattolica, il dominio maschile nell’economia capitalistico-finanziaria, la guerra come forma di dominio della politica patriarcale, ecc…
    Grazie alle donne dell’arcipelago femminista, che mi hanno aiutato ad aprire gli occhi e mi accompagnano nella ricerca.
    E grazie a voi, che accettate di scambiare pensieri e parole con me.

  • Francesco Bernardini

    Caro Beppe e perchè non ci mettiamo anche l’imperialismo americano, la gloriosa lotta del popolo cambogiano , la lunga marcia di Mao tra le cose da ricordare e il dominio dell’uomo bianco (la donna bianca?) ? Mi sembra il tuo un linguaggio, scusa se te lo dico, un poco datato, ti ringrazio perchè mi hai fatto tornare con lo spirito a quaranta anni fa, sono vecchio, quando all’Università di Pisa sentivo gli stessi discorsi, pari pari, da gente che poi ha approfittato della politica, dell’ideologia, della filosofia, della teologia per raggiungere posizioni di potere e ricche prebende.

    • Caro Francesco, non capisco proprio. le cose che ho scritto le ho scoperte molto più recentemente e cerco di viverle nello scambio con altri uomini e altre donne, nella quotidianità di gruppi, comunità di base, associazione Maschile Plurale…
      Anch’io ho vissuto il ’68, ma non ricordo di aver mai sentito discorsi di questo tipo… e sono felicemente in pensione, senza ricche prebende nè posizioni di potere. Semplicemente penso con convinzione le cose che ho scritto.
      non credi che sarebbe meglio confrontarci nel merito dei contenuti invece che sulle parole con cui cerchiamo di comunicarceli?
      ciao

  • Meglio allargare gli interventi… mi viene da pensare, così intervengo. Leggendo tutto questo mi sovviene il fatto che quando l’Islam si allargò nel Mediterraneo il suo maggior stupore fu che i Cristiani non abbracciassero la parola di Maometto, visto che era l’ultima e definitiva Parola di D-o. Posso immaginarli rimanere paralizzati di fronte a qualcuno che preferiva le parole di un profeta, per di più apprezzato dall’Islam, compresa sua madre Maria, che gode di un gran seguito nel mondo islamico, dalle ultime, più profonde e sagge parole di Maometto. La Verità era finalmente giunta nella sua interezza. E il cristiano rifiutava. Roba da pazzi.
    Ma da quel materialista-storico e credente quale sono mi pemetto di citare la frase più bella di un film sicuramente divertente.
    Quando il Camerlengo chiede al prof se crede in D-o e quello lo guada indeciso, lui spiega “non quello che l’uomo dice di D-o, ma in D-o”. In un film di così ampia superficialità c’è però una frase direi molto importante. Ad oggi avete discusso di cosa gli uomini dicono su D-o, ed è una azione che possiamo fare in realtà in piena autonomia rispetto a tutto (sacre scritture comprese) e soprattutto in piena libertà. La verità è sempre con la lettera minuscola, non tanto perché forse non ne possa esistere una unica, ma perché quando la pronunciamo dobbiamo sempre ricordarci che non sarà per quella che potremo “esagerare” sia a parole che a gesti.
    Per cui un cattolico, un luterano o un mormone, così come un comunista o un laico ateo etc… hanno tutti una “Verità” con la “V” maiuscola per loro, miniscola per gli altri che non la condividono. Questo è il vivere democratico.
    Sul caso specifico di Ivone Gebara mi sembra che la teologa stia sollevando aspetti del cristianesimo (attenzione non del cattolicesimo) che sono decisamente riferibili alle origini dei vari movimenti cristiani che sorsero dopo che il gruppo di ebrei che faceva riferimento a un presunto “Gesù”, si sparsero per il mondo conosciuto. Temi come la dualità del genere divino sono e rimaranno eretici per la Chiesa Cattolica, ma non per le altre confessioni cristiane, che seguono anche sentieri interpretativi antichi quanto Gerusalemme.
    Non dobbiamo dimenticarci che il monoteismo è nato da un gesto ironico e burlesco: Abramo che distrugge gli idoli costruiti dal padre dandone la colpa a un idolo di legno… il primo vero burlone della storia. I love Abramo.

  • caro Andrea, condivido la tua proposta: la teologia è esattamente “ciò che gli uomini e le donne pensano e dicono di Dio e dintorni” e, quindi, c’è spazio per ogni pensiero e nessuno/a può arrogarsi il diritto di pretendere che il suo sia l’unico veramente vero.
    Se partiamo di qui, il mondo può davvero conoscere un futuro migliore: di convivialità di tutte le differenze, di pace, di armonia, di giustizia…
    grazie

  • Francesco Bernardini

    caro Beppe, sicuramente hai ragione sulla teologia, come scienza sperimentale si possono anzi si devono esplorare tutte le vie,altracosa e la Fede, occorre avere, anche da parte del teologo la umiltà di lasciarsi guidare dalla gerarchia a questo ordinata.
    Se si facesse di tutta l’erba un fascio, ognuno ha la propria fede, e al mercato delle idee ognuno prende dallo scaffale che preferisce, magari oggi una cosa e domani un’altra non ci sarebbe più la Fede ma solo la Preferenza secondo i gusti personali di ciascuno e variabile anche nel tempo a seconda delle mode del momento. Questa, diciamocelo, non è più nemmeno democrazia (e già sarebbe grave) ma semplicemente anarchia

  • Francesco Bernardini

    Si certo che è grave, perche se le parole hanno ancora un senso, tutte le domeniche (almeno) recitiamo di credere la Chiesa … Apostolica … e non democratica, ma evidentemente le parole sono nebbia che passa, o parliamo senza pensare a quello che diciamo

  • Francesco lascia perdere è tutta aria fritta. Se la vadano a mangiare alle feste dell’Unità. Non dicono nulla. Sono nel mondo e non si chiedono a fare che cosa. Sono cristiani ma non si capisce di quale Cristo parlino: forse il Cristo delle fede, forse quello della storia (una dicotomia fasulla che a loro piace tanto)forse di quello un po’ letto nei Vengeli, un po’ ascoltato nelle prediche delle loro esangui comunità di base, in po’ quello rimasticato elegantemente nelle contorsioni intellettualistiche dei “teologi” o dei fratelli separati o maggiori. Ovviamente sono persone umili e quindi pareggiano la loro opinione al cattolicesimo (opinione rispettabile ma solo una delle tante e comunque non condivsibile).
    Ma riconosciamogli che almeno sono onesti : loro stessi non cercano la verità (e d’altronde a che serve se non si può raggiungere: Cristo si è incarnato ma non è servito a nulla quindi poteva restare dove era, ci saraemmo scannati molto meno senza lui), gli basta chiacchierare di queste belle cose, scrivere sull’amore, sui poveri e soprattutto sulla democrazia, il migliore dei peggiori regimi politici come osservava Platore e con lui San Tommaso.Contenti loro ….
    Ritorno un attimo su Cristo. Loro dicono di crederci. Ma mi chiedo il perché. Credono ai Vangeli, dicono, ma è la Chiesa cattolica che ha stabilito quali fossero i libri canonici, riconosciuti come ispirati dallo Spirito Santo. Ora mi chiedo se non si crede a tutto il resto che la Chiesa insegna, come si fa credere alle Sacre Scritture e a Cristo. Perché in fin dei conti non pensare che Gesù sia scappato in India con la Maddalena, che avesse fratelli e che la Madonna non fosse Vergine, perchè non considerare l’Apocalisse
    una pura invenzioni, perché non credere che le parole di Cristo a volte siano le sue e altre volte siano quelle che gli hanno messo in bocca gli evangelisti. O addirittura come fa dire Umberto Eco nel pendolo di Foucault ad un ex-capitano fascista (notare la finezza)”sappiamo tutti che Cristo non è esistito e che è stata una storia costruita a tavolino”.
    Il problema della salvezza e della Verità non abita dalle loro parti, semplicemente perché non interessa.
    In balia di tutte le opinioni, di tutte le contorsioni intellettuali hanno insofferenza per la chiesa cattolica perché malgrado i tanti sforzi non riesce proprio ad adeguarsi del tutto alla informità e decerebralità del pensiero e del mondo moderno. Loro i dogmi li detestano tutti tranne uno: quello secondo cui esiste una unica verità, cioé che none siste la verità.

  • Questo dibattito è sempre più interessante. Tengo a precisare che non credo che Gesù sia figlio di D-o. Ritengo invece come credevano tutte le comunità cristiana eliminata fisicamente da Costantino e soci, compreso il vescovo di Roma, che fosse semplicemente un uomo. Detto questo non mi permetto di aggredire le persone o deriderle se non hanno le mie stesse idee, e penso che il confronto non sia obbligatorio. Però fate attenzione voi che avete la “Verità” a non fare il passo di volerla imporre perché gli altri non capiscono. Comunque un aspetto molto interessante viene dalle ricerche sulla tipologia di convertiti all’ebraismo. La gran parte sono ferventi cattolici, più o meno del vostro tipo. Chissà se dopo aver trovato la verità nella croce non la troviate nella stella di davide.

  • Sei liberissimo (nel conetesto attuale) di esprimere le tue convinzioni ma, ovviamente, non puoi dirti cattolico. Se Gesù è un uomo spiegami come ha fatto a risorgere. Se era un uomo adottato da Dio dimmi che valore ha avuto la sua passione.
    Sulle comunità cristiane eretiche “sterminate da Costantino e soci” hai i dati statistici di Mannhaimer?
    Sai che secondo le Scritture negli utlimi tempi la vera fede (per te un ossimoro) sarà mantenuta solo dal “piccolo gregge” con buona pace di tutte le teorie democratiche?
    Solita tirititera su “voi che possedete la verità” che “aggeredite”. Per voi sarebbe meglio che la parola verità scomparisse dalla faccia della terra perché per voi la sola cosa importante è “l’opinione”. Riguardo all’ebraismo ti tranquillizzo: non sono circonciso, mentre nel mondo progressista gli spiritualemnte circoncisi sono assai numerosi (tra di loro quelli che Pio XII definiva archeologistici).

  • Francesco Bernardini

    Penso siamo arrivati alla politica (quella con la P maiuscola, quella che decide le regole del convivere nella società umana). Chissà se ci rendiamo conto che se tutto è un’opinione, che se tutto è discutibile, che se tutto è opinabile, che se la verità non esiste, che se una cosa obbliga me ma non te, se un’altra obbliga te ma non me, chissà se ci rendiamo conto che abbiamo dato in mano ai potenti, ai forti, a chi disprezza il povero, l’ultimo ed il penultimo, l’arma per renderli padroni del mondo, padroni delle nostre vite in pienezza di legalità. Se nessuna verità esiste per se stessa, se niente si autosostiene, le verità che prevarranno saranno sempre e comunque quelle che fanno comodo ai forti a danno dei deboli, perchè solo i forti avranno i mezzi per imporre le verità che a loro fanno comodo, saranno loro a manipolare le coscienze per imporre le loro verità alla maggioranza. Sembra fantapolitica ??? No, è cosa che accade continuamente, l’aborto legale ne è l’esempio più clamoroso, se la verità sull’inviolabilità della vita umana, sulla sua indisponibilità, diviene come è divenuta una opinione inevitabilmente la maggioranza della gente abbraccerà l’opinione più conveniente e reclamizzata, con il risultato che il forte disporrà della vita del più debole. Questo con buona pace dei relativisti, che consapevolmente o meno sono massa di manovra dei poteri forti del pianeta

  • Un’amica mi manda questo sconsolato commento. Poichè condivido la sua tristezza nel vedere quanto è difficile dialogare le ho chiesto se potevo comunque metterlo qui e lei mi ha autorizzato (db)

    Mi sono messa più volte davanti al blog scorrendo il dibattito e rinviando sempre al giorno dopo.
    Oggi getto la spugna.
    La mia distanza di fronte a un cattolicesimo tutto chiuso nei confini delle verità del magistero è troppo forte e per coerenza con altre situazioni non
    mi inserisco nel merito.
    Un secondo motivo sta nel fatto che è bene che il dibattito continui fra maschi: perché è tutto lì il nodo.
    Dovrei ricordare che nell’89 Ivonne Gebara scrisse un breve opuscolo/articolo dal titolo “Le scomode figlie di Eva in america latina” (traduzione in italiano in “Noi figlie di Eva” cittadella edizioni
    1995) e che nell’88 gruppi donne delle Cdb, cioè le comunità di base, imposero alle Cdb un seminario dal titolo “Le scomode figlie di Eva”? Forse Ivonne Gebara non prese ispirazione da questo, certo è che sia lei che i gruppi donne hanno dovuto fare un percorso a partire dalla scomodità dell’autonomia, cioè della presa di parola in modo visibile. Anche in Italia il percorso dei gruppi donne Cdb e non solo (vedi sito cdbitalia.it) è andato avanti: ma a parte Beppe Pavan se ne accorge qualcuno? Gli uomini sembrano stare nel deserto dei tartari a difesa di una fortezza fuori dal mondo. Noi ci sentiamo in sintonia con Ivonne Gebara anche se sappiamo bene la differenza di valore dei percorsi. L’America latina è cosa diversa dall’Italia.
    ciao e scusa, ma grazie per l’occasione di aver conosciuto il tuo blog. Giovanna

    • Vorrà dire che per scrivere su questo blog porteremo il certificato di penectomia.

      • mi sembra che il livello di alcuni interventi sia sempre più basso e volgare… ma è utile leggerli (per me come – credo – per chi passa da qui) in modo da ricordare quanto maschilismo e patriarcato purtroppo permangano, continuando ad alimentare ignoranza e arroganza (db)

  • Francesco Bernardini

    Boh, continuo a non capire, si interviene per parlare di ignoranza e arroganza, ma mai una contestazione sul punto, questa è davvero arroganza ed ignoranza e chiusura al dialogo: qualunque cosa tu dica, io rimango sempre della mia idea, e non ti rispondo, vado avanti per la mia strada, recitando il rosario delle mie parole scontate e vecchie e peggio per te che cerchi di ragionarsi sopra … amen

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