Diagenesi – Carla Cristofoli
rrecensione di Daniela Pia
Prisca è la protagonista del Romanzo di esordio di Carla Cristofoli “Diagenesi” figura di donna che ho sentito risuonarmi dentro come fosse una tenace cacciatrice di silenzi.
Una diagenesi la sua, di parole stratificatasi dentro, percorso compiuto nel suo divenire e che l’ha resa dura come il granito; in fondo però si tratta di una ruvidezza che è solo corazza, apparenza.
Come tante donne, Prisca è costretta a fare i conti con se stessa e la sua non è un’analisi magnanima: il giudice implacabile che le abita dentro non le fa sconti.
Allo stesso tempo è creatura capace di analizzare quello che le sta intorno con sguardo indagatore smascherando la bruttura che spesso si traveste da modernità.
Nel suo continuo andirivieni dall’isola natia -e dal piccolo paese in cui è cresciuta- per giungere al continente, alla stimolante Parigi, si confronta con Madre, la perdita di Padre e Sorella figure parentali che, sotto aspetti diversi, ricerca nella figura di Amir, il marito, compagno ingombrante che le parla in un ammaliante tamazight e che alla fine si rivela un uomo come tanti: da lei si aspetta, soprattutto, che generi un figlio per poter tramandare i suoi geni.
Il corpo e la mente di Prisca sembrano opporre un rifiuto inconscio a questa richiesta pressante e alla fine questo segnerà la fine della relazione.
La comunicazione della protagonista è frutto di un bisogno dell’anima tanto che, nel silenzio del web, sceglie di interfacciarsi con una puttana virtuale che la contatta su Internet: un dialogo muto, perché poi cancella tutto, come muto è tutto ciò che traspare dal mondo della finzione.
La sua è una lettura del presente fatta di disincanto, eppure ne traspare una speranza di ricostruzione possibile, sia di se stessa che dei luoghi in cui sceglie di vivere e ridisegnarsi, finalmente libera come si è sempre pensata.
La narrazione della Cristofoli è coinvolgente, segnata da una scrittura asciutta, priva di fronzoli e ammiccamenti, tanto da non consentire distrazioni dal lento procedere dello sviluppo di un narrare destrutturato in orizzontale.
Un romanzo nuovo, una lettura interessante, che non lascia indifferenti e che merita davvero attenzione.